Stando ai dati diffusi recentemente da AIFA, nel corso del 2023 l’Agenzia Europea dei Medicinali emetterà un parere riguardo 92 nuovi farmaci. Solo una è una terapia avanzata
Anche quest’anno è stato pubblicato sul portale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) il documento “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”, che riporta una panoramica sui medicinali che hanno ottenuto un parere positivo dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) nell’anno precedente e su quelli che potrebbero riceverlo nell’anno in corso. A questo vanno aggiunte le valutazioni sulle nuove indicazioni terapeutiche di farmaci già approvati. Se nel 2022 sono stati autorizzati 89 nuovi farmaci, per il 2023 sono previsti 92 pareri da parte dell’EMA, con una prevalenza di farmaci antineoplastici. La lista delle terapie avanzate è invece decisamente corta: ne appare soltanto una e con qualche cambiamento in corsa.
COS’È IL RAPPORTO HORIZON SCANNING?
Il Rapporto Horizon Scanning, che rientra tra le attività di AIFA per identificare e valutare precocemente nuovi farmaci e nuove indicazioni terapeutiche, ha lo scopo di fornire informazioni sulle nuove terapie promettenti che hanno ricevuto un parere positivo dell’EMA nel 2022 o che potrebbero averlo negli anni successivi.
Il documento pubblicato da AIFA è strutturato in tre parti: nella prima sono raccolte le informazioni sui farmaci e le terapie che hanno ricevuto nel corso del 2022 un parere positivo all’immissione in commercio da parte dal Comitato per i Prodotti Medicinali di uso Umano (Committee for Medicinal Products for Human Use – CHMP) dell’EMA; nella seconda vengono trattati i nuovi medicinali in valutazione, che potrebbero ricevere un parere da parte del CHMP nel corso del 2023; infine, nella terza sono raccolti i medicinali ammessi al programma PRIME (Priority Medicines) dell’EMA. Quest’ultima parte è di particolare interesse perché riguarda i medicinali destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte.
I FARMACI NEL 2022…
In Europa, nel corso del 2022, sono stati autorizzati 89 nuovi medicinali, di cui 48 contenenti nuove sostanze attive, 8 medicinali biosimilari, 23 medicinali equivalenti e 10 tra medicinali ibridi, sostanze attive note e quelli autorizzati con la procedura del consenso informato. Questi ultimi non rientrano nel rapporto, per cui il totale è 79. Per quanto riguarda la prima categoria, quella relativa alle nuove sostanze attive, la percentuale maggiore appartiene ai medicinali antineoplastici e immunomodulatori destinati al trattamento di alcuni tumori solidi, di quelli del sangue e di malattie autoimmuni. Seguono gli agenti infettivi ad uso sistemico e i vaccini.
Sono sei le terapie avanzate che hanno ricevuto un parere positivo dall’EMA lo scorso anno: 5 terapie geniche (di cui 3 che utilizzano una procedura in vivo e 2 CAR-T) e una terapia cellulare. Le 3 terapie geniche in vivo sono eladocagene exuparvovec (Upstaza), per il trattamento del deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (AADC); valoctocogene roxaparvovec (Roctavian), per il trattamento dell’emofilia A grave; ed etranacogene dezaparvovec (Hemgenix), per il trattamento dell’emofilia B da moderata a grave. Per quanto riguarda le CAR-T, hanno ottenuto il via libera ciltacabtagene autoleucel (Carvykti), per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante e refrattario, e lisocabtagene maraleucel (Breyanzi), autorizzata per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario. La terapia cellulare è tabelecleucel (Ebvallo), per il trattamento della malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus di Epstein-Barr (EBV+ PTLD) recidivata o refrattaria. Tutti sono classificati come farmaci orfani, tranne Breyanzi.
Rispetto alle previsioni del Rapporto 2022, che dava il parere positivo per 7 terapie avanzate, sono state approvate quasi tutte quelle previste. È stata rimandata la valutazione di lenadogene nolparvovec, mentre l’azienda produttrice ha ritirato la richiesta di valutazione di sitoiganap.
Un fuori programma in positivo è arrivato, invece, per la terapia genica etranacogene dezaparvovec per il trattamento dell’emofilia B: l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) è stata ufficializzata a febbraio 2023 ma il papere positivo dell’EMA è arrivato a dicembre 2022.
…E QUELLI ATTESI PER QUES’TANNO
Sono attesi ben 92 nuovi medicinali per il 2023: 61 medicinali contenenti nuove sostanze attive (di cui 28 medicinali orfani per il trattamento di patologie rare), 14 medicinali biosimilari e 17 medicinali equivalenti. Oltre il 30% dei medicinali contenenti nuove sostanze attive in valutazione sono antineoplastici, seguiti dai medicinali per il sistema nervoso e sensoriale e dai medicinali immunosoppressori e immunostimolanti. Infine, tra i 28 medicinali orfani attualmente in valutazione, secondo il rapporto AIFA soltanto 1 rientra nella definizione di terapia avanzata ed è ad uso oftalmologico: si tratta di lenadogene nolparvovec, terapia genica per il trattamento della neuropatia ottica ereditaria di Leber.
Come specificato nel rapporto, lo scenario dei medicinali in arrivo è basato sulle informazioni disponibili al momento della stesura del Rapporto (dicembre 2022). Però, ogni mese l’EMA pubblica un elenco aggiornato dei farmaci per uso umano attualmente in fase di valutazione da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) per l’ottenimento dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio nell'Unione Europea. A inizio marzo è stata pubblicata la lista aggiornata ed è stata aggiunta exagamglogene autotemcel (exa-cel), la prima terapia basata su CRISPR che potrebbe tagliare il traguardo dell’autorizzazione e destinata al trattamento di beta-talassemia trasfusione-dipendente e anemia falciforme in forma grave. Questa “new entry” viene però controbilanciata da una posticipazione per lenadogene nolparvovec: GenSight, l’azienda produttrice della terapia genica, ha infatti annunciato il mese scorso che il parere dell’EMA, precedentemente atteso per l’autunno di quest’anno, è stato rimandato al primo trimestre del 2024.
PROGRAMMA PRIME
Il programma PRIME è rivolto ai farmaci promettenti e ad elevato interesse per la salute pubblica, destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte. L’EMA prevede un supporto precoce allo sviluppo di tali medicinali, al fine di facilitare e accelerare l’iter autorizzativo. L’area oncologica è la più rappresentata e le terapie avanzate sono 50, quasi la metà. Sono 111 i medicinali ammessi al PRIME: 68 non sono ancora in valutazione ai fini dell’autorizzazione in commercio, 26 sono autorizzati, 14 sono ritirati e 3 in valutazione.
Le terapie avanzate che hanno già ricevuto parere positivo del CHMP e che rientrano nel programma sono onasemnogene abeparvovec (Zolgensma), axicabtagene ciloleucel (Yescarta), tisagenlecleucel (Kymriah), brexucabtagene autoleucel (Tecartus), idecabtagene vicleucel (Abecma), ciltacabtagene autoleucel (Carvykti), lisocabtagene maraleucel (Breyanzi), tabelecleucel (Ebvallo), valoctocogene roxaparvovec (Roctavian), etranacogene dezaparvovec (Hemgenix). I medicinali attualmente in valutazione per il programma PRIME sono tre di cui una è una terapia genica ad uso topico per l’epidermolisi bollosa distrofica (beremagene geperpavec - Vyjuvek).
Tra i 14 medicinali ritirati su richiesta dell’azienda, esclusi dal programma PRIME, oppure con parere negativo da parte dell’EMA nel corso del 2022 ci sono tre terapie avanzate: Lentiglobin, per la beta-talassemia trasfusione-dipendente ed elivaldogene autotemcel (Skysona) per l’adrenoleucodistrofia cerebrale. A queste si aggiunge ARU-1801 per l’anemia falciforme. Tra quelli non ancora in valutazione da parte del CHMP dell’EMA ai fini dell’AIC ma ammessi al PRIME ci sono 30 terapie avanzate.