Mattia Altini (Forlì): “Serve una cornice nazionale entro cui svolgere l’attività delle Regioni perché attualmente ognuna di esse si organizza in modo diverso rispetto ai problemi contingenti”
Sotto molti aspetti l’Italia appare come un Paese frammentato, ma quando si entra nell’ambito della Sanità urge individuare motivi di coesione ed elaborare percorsi condivisi che diano a tutti i cittadini le medesime opportunità di accesso ai trattamenti, specialmente a quelli avanzati che oggi rappresentano l’ultima e più moderna frontiera della medicina. Di questo (e molto altro) si è discusso all’evento di presentazione del volume ‘RetreAT Proposal Essay - A Strategic Framework Document’, tenutosi lo scorso 17 settembre presso la Sala Igea dell’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani di Roma. Tra i partecipanti anche il dott. Mattia Altini, Direttore dell’Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna, coinvolto nel dibattito sull’accesso alle terapie avanzate.
Per superare le attuali disparità tra le Regioni nella gestione ed erogazione delle terapie avanzate e promuoverne la sostenibilità serve una maggior grado di omogeneità. “Il primo obiettivo è l’elaborazione di un autentico sistema Paese”, afferma Altini. “Bisogna definire una cornice nazionale entro cui collocare e svolgere l’attività delle Regioni. In mancanza di una tale solida linea nazionale appare difficile immaginare un approccio omogeneo dal momento che ognuno nel proprio contesto reagisce differentemente ai problemi contingenti”.
Tra le priorità di cui si è discusso a Roma emerge la mancanza di una voce specifica nel “Diagnosis Related Group” (DRG) per queste forme di trattamento; uno strumento della cui necessità si dibatte da molti mesi e che era stato citato anche nel secondo volume del progetto “Cell Therapy Open Source” tra i punti critici per potenziare l’adozione e l'accesso alle terapie avanzate. “Abbiamo bisogno di tracciare tutte le attività, renderle identificabili e sapere quando e dove sono state svolte”, prosegue Altini. “Una speciale codifica di queste attività renderebbe meno confondente il dato e, conseguentemente, produrrebbe informazioni più chiare sul versante della capacità di rimborso”. Con una voce nel DRG sarebbe più immediato uniformare e monitorare i costi delle terapie in ogni Regione, a sostegno di una corretta politica nazionale per la loro erogazione.
Infine, si ricorda che la complessità sotto il profilo farmaceutico e logistico esige un approccio multidisciplinare, accompagnato da un fine livello di formazione di tutto il personale coinvolto e dall’elaborazione di un piano organizzativo preciso fin nei minimi dettagli. “Da un lato bisogna concentrare le miglior competenze nella gestione ottimale di queste terapie”, conclude Altini. “Dall’altro serviranno altri intensi sforzi per renderle accessibili a tutti i cittadini. Ma con l’affinamento delle competenze cliniche e della dimestichezza nella gestione dei pazienti potranno anche aumentare i punti erogativi”.
Per maggiori informazioni è possibile ascoltare l’intervista completa a Mattia Altini cliccando sull'immagine dell'articolo.