La terapia contro il linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario, già autorizzata dalla FDA statunitense lo scorso anno, ha ora ottenuto l’OK per l’immissione in commercio in Europa
È la prima delle 7 terapie avanzate previste in approvazione presso l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2022 a tagliare il nastro di arrivo sul traguardo europeo: si tratta di lisocabtagene maraleucel (o più brevemente liso-cel e con il nome commerciale Breyanzi) ed è un trattamento a base di cellule CAR-T indirizzato contro forme di linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), linfoma primario mediastinico a grandi cellule B (PMBCL) e linfoma follicolare di grado 3B (FL3B) recidivanti o refrattari a due o più linee terapeutiche. Già presente sul mercato statunitense questa nuova CAR-T è rivolta contro alcune delle più diffuse ed aggressive varianti di linfoma non Hodgkin (NHL), caratterizzate proprio dagli alti tassi di recidiva.
Prodotta da Bristol Myers Squibb, liso-cel è una terapia basata sul processo di ingegnerizzazione dei linfociti T del paziente che, in tal modo, si trovano ad esprimere sulla loro superficie il recettore chimerico CAR diretto contro le cellule tumorali su cui è presente l’antigene CD-19. Come si legge nel comunicato stampa diramato dall’azienda farmaceutica statunitense, liso-cel possiede un dominio di costimolazione (4-1BB) che migliora il processo di espansione delle cellule CAR-T e la loro persistenza all’interno dell’organismo. Si tratta, infatti, di una terapia “one shot”, ovvero che prevede una singola infusione nei pazienti.
“L’obiettivo del trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B è portare i pazienti a una remissione duratura”, spiega il dott. Ulrich Jäger, ematologo presso l’Università di Medicina di Vienna che ha lavorato allo studio clinico TRANSCEND WORLD, i cui risultati hanno costituito la base per l’approvazione di liso-cel. “Tuttavia, per i pazienti con una malattia in ricaduta o che non risponda alla terapia iniziale, le opportunità terapeutiche in grado di garantire un controllo a lungo termine della malattia sono limitate. Liso-cel è una nuova e interessante opzione che offre a quanti hanno una prognosi sfavorevole la possibilità di ricevere un trattamento potenzialmente curativo. I risultati degli studi clinici TRANSCEND NHL 001 e TRANSCEND WORLD ne rafforzano l’impiego quale prezioso trattamento per un’ampia gamma di pazienti con DLBCL che abbiano già ricevuto almeno due terapie precedenti”.
Nello studio clinico di Fase I TRANSCEND NHL 001 sono stati arruolati individui con linfoma diffuso a grandi cellule B, linfoma primario mediastinico a grandi cellule B e linfoma follicolare di grado 3B e sono state valutate la sicurezza, l’attività antitumorale e la farmacocinetica di liso-cel. Dai risultati è emerso che il 73% dei pazienti ha ottenuto una risposta al trattamento – il 53% ha ottenuto una risposta completa (CR) - e la durata mediana di tale risposta è stata di circa 20,2 mesi (26,1 in quelli che avevano raggiunto una CR). Altro punto importante è quello relativo alla sicurezza, prodotto dai dati aggregati di 314 pazienti trattati con liso-cel in quattro grandi studi clinici (oltre a TRANSCEND NHL 001 e TRANSCEND WORLD anche PLATFORM e OUTREACH): la sindrome da rilascio delle citochine si è manifestata nel 39% dei pazienti ma solo nel 3% di essi si è configurata come un evento avverso di grado 3 o 4. Nel 26% dei pazienti sono stati registrati eventi di tossicità neurologica ma, anche in questo caso, solo nel 10% essi hanno raggiunto il grado 3 o 4.
Lisocabtagene maraleucel è la quinta terapia a base di cellule CAR-T ad approdare sul mercato europeo (l’elenco completo è disponibile qui) - la seconda di Bristol Myers Squibb dopo ide-cel, sviluppata contro il mieloma multiplo recidivante e refrattario e autorizzata la scorsa estate. Questo non solo conferma l’impegno dell’azienda nella ricerca di soluzioni innovative e personalizzate, ma contribuisce ad ampliare l’armamentario terapeutico a disposizione degli ematologi e degli oncologi contro forme tumorali estremamente aggressive per cui, fino a poco tempo fa, mancavano terapie risolutive.