Occhio

Il meeting annuale della North American Neuro-Ophthalmology Society ha fatto da sfondo alla presentazione dei dati che confermano il miglioramento dell’acuità visiva nei pazienti trattati 

La perdita della vista non si limita a privare il malato della possibilità di crearsi un’immagine del mondo che lo circonda ma cancella anche la sua stessa rappresentazione agli altri: in pratica rende invisibile il mondo e anche la persona non vedente. Si tratta di una sgradevole sensazione con cui il paziente deve confrontarsi ma che serve a comprendere l’impatto che può avere sui malati una terapia genica come lenadogene nolparvovec, destinata a quanti abbiano perso la vista a causa della neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON) causata da mutazioni nel gene ND4. Al 49esimo incontro annuale della North American Neuro-Ophthalmology Society (NANOS) - svoltosi a marzo in Florida - sono stati presentati nuovi dati riguardo la sicurezza e l’efficacia della terapia genica sperimentale a tre dalla somministrazione in pazienti inclusi nello studio clinico di Fase III REFLECT.

LE PREMESSE DELLO STUDIO REFLECT 

La LHON è una rara malattia genetica mitocondriale che provoca un drastico e improvviso calo della visione centrale - quella laterale è generalmente risparmiata ma la comparsa di uno scotoma centrale e l’alterazione della percezione dei colori incidono pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti. Purtroppo la malattia colpisce entrambi gli occhi interessando soprattutto individui di sesso maschile in età giovane (18-35 anni).

Con i primi risultati pubblicati lo scorso novembre riguardo allo studio clinico di Fase III REFLECT, GenSight Biologics - l’azienda biofarmaceutica che ha sviluppato lenadogene nolparvovec (terapia genica nota anche con il nome commerciale Lumevoq) - aveva già dimostrato di poter ottenere un significativo aumento dell’acuità visiva negli occhi dei pazienti trattati. A metà marzo, sono stati comunicati dall’azienda ulteriori dati di efficacia e sicurezza ottenuti a tre anni dalla somministrazione del trattamento. Si tratta di un passaggio di non secondaria rilevanza dal momento che la durata nel tempo degli effetti di una terapia genica rimane un punto cruciale nel suo stesso percorso di valutazione. 

I DATI A TRE ANNI 

Le analisi svolte al terzo anno dalla somministrazione tramite iniezione intravitreale del trattamento hanno confermato il miglioramento registrato in precedenza in termini di acuità visiva, soprattutto in coloro che avevano ricevuto un’iniezione bilaterale; il 62% dei pazienti che prima della somministrazione della terapia genica non erano in grado di leggere alcuna lettera sugli ottotipi ETDRS (il classico tabellone con le lettere di dimensioni scalari, dall’alto verso il basso, con cui l’oculista misura l’acuità visiva, N.d.R.), ha acquisito la capacità di vedere le lettere. E, oltre a ciò, è arrivata la conferma dell’ottimo profilo di sicurezza di lenadogene nolparvovec, sia negli individui sottoposti a iniezione unilaterale che bilaterale; il principale evento avverso registrato è stato l’infiammazione intraoculare, per lo più lieve e gestita favorevolmente con i trattamenti convenzionali. I pazienti arruolati nello studio REFLECT continueranno a essere seguiti fino a 5 anni dall’iniezione per monitorare l’efficacia e la sicurezza della terapia genica nel tempo. 

I vertici di GenSight esprimono soddisfazione per i traguardi tagliati, auspicando che i dati possano corroborare le valutazioni in corso da parte dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Infatti, il parere del Comitato Europeo per i Medicinali per Uso Umano (CHMP), precedentemente atteso per l’autunno di quest’anno, è stato rimandato al primo trimestre del 2024 come conseguenza nel ritardo della produzione di alcuni lotti, necessari per l’avvio della campagna di validazione - attualmente programmata per il terzo trimestre del 2023 - e per il completamento del dossier regolatorio ora in fase di revisione da parte dell’EMA. Nel frattempo, l’azienda riprenderà il rapporto con la Food and Drug Administration (FDA) statunitense per garantire alla sua terapia genica l’avvio di un percorso normativo anche negli Stati Uniti.

I PROGRAMMI DI ACCESSO PRECOCE 

I dati presentati al Congresso NANOS dalla prof.ssa Catherine Vignal-Clermont, Capo del Dipartimento di Oftalmologia presso la Fondazione Ospedale “Adolphe de Rothschild” di Parigi, confermano il valore di lenadogene nolparvovec nel trattamento degli individui affetti da LHON provocata dalla mutazione ND4: la mutazione 11778G>A nel gene mitocondriale ND4 è quella più diffusa nella popolazione, provocando la malattia in circa il 65% dei malati. Vignal-Clermont ha spiegato che la terapia genica è stata resa disponibile attraverso i programmi di accesso precoce (Early Access Program, EAP) negli Stati Uniti, in Francia, Regno Unito e in Italia. I dati esposti ad Orlando (Florida) sono, dunque, riferiti a una casistica di 63 persone che hanno ricevuto l’iniezione intravitreale della terapia genica di GenSight tra agosto 2018 e marzo 2022: in circa due terzi di essi (67%) è stata eseguita un’iniezione bilaterale, su entrambi gli occhi, mentre il restante 33% ha ricevuto il trattamento su un solo occhio.

A un anno dal trattamento la variazione media rispetto al basale della miglior acuità visiva corretta (Best-Corrected Visual Acuity, BCVA) in tutti gli occhi trattati è stata di 22,5 lettere sugli ottotipi ETDRS. Tuttavia, il risultato più apprezzabile è stato registrato negli individui sottoposti alla terapia genica in entrambi gli occhi, con un miglioramento medio della BCVA di 24,5 lettere ETDRS rispetto al basale. Inoltre, a un anno dal trattamento il 64% degli occhi ha ottenuto un miglioramento di almeno 15 lettere ETDRS e nel 60% degli occhi il recupero è stato definito clinicamente rilevante. Anche in questo caso il profilo di sicurezza si è mostrato sovrapponibile con quello osservato nel corso degli studi clinici.

Questi dati - raccolti in Real World - danno ancora più supporto a quelli (già molto buoni) prodotti all’interno dei trial clinici grazie a cui GenSight auspica che lenadogene nolparvovec possa presto essere messo in commercio e reso disponibile per tutti coloro che soffrono di questa invalidante patologia della vista.

Con il contributo incondizionato di

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