Come batteremo il cancro

Scritto da Fabio Ciceri e Paola Arosio, il libro ripercorre la storia delle CAR-T. Dalle sue origini fino a un orizzonte futuro in cui il cancro potrà (si spera) essere sconfitto 

Per quale ragione sembra che nella lotta al cancro l’umanità non stia riuscendo a vincere? Siamo stati in grado di mandare l’uomo nello spazio, di spaccare l’atomo e debellare malattie come il vaiolo, che mieteva migliaia di vittime in tutto il mondo, ma non siamo ancora in grado di sconfiggere molti tumori. Il cancro, infatti, non è un’infezione suscitata da agenti esterni, come un virus o un batterio, bensì rappresenta un’evoluzione maligna delle nostre stesse cellule e, per combattere una parte ‘ribelle’ di noi stessi, serve il ricorso a una fondamentale componente dell’organismo, il sistema immunitario. Da qui nasce l’immunoterapia, come raccontato dal prof. Fabio Ciceri, Direttore dell’Unità Operativa di Ematologia e Trapianto di Midollo dell’IRCSS Ospedale San Raffaele di Milano, e dalla giornalista e divulgatrice scientifica Paola Arosio.

Il libro - dal titolo “Come batteremo il cancro - la sfida dell’immunoterapia e delle CAR-T” (Raffaello Cortina Editore, 2021) - illustra in maniera chiara ma densa di dettagli la storia dell’immunoterapia e delle innovative terapie CAR-T, partendo proprio dalle origini del cancro, le cui prime tracce sono state rinvenute in un fossile di pesce del Giurassico, e proseguendo sino ai giorni nostri con le storie di alcuni pazienti. Un’operazione che richiama alla mente la biografia del cancro (“L’imperatore del male”, Neri Pozza, 2011) scritta da Siddhartha Mukherjee, che aveva riportato una delle prime diagnosi di tumore, citando il caso di Atossa, la regina persiana madre di Serse, vissuta nel 500 A.C. e morta a causa di un tumore al seno. Il cancro ha sempre fatto parte della vita dell’umanità ma solo negli ultimi secoli, in seguito all’allungamento della durata della vita, il suo impatto è stato tale da trasformarlo nel primo nemico dell’essere umano. Proprio l’aumento della sopravvivenza garantito dalle terapie oncologiche è il parametro da guardare per comprendere come, in realtà, la battaglia condotta dai ricercatori contro il cancro non sia perduta ma sia in pieno svolgimento (con alcune vittorie). Per aumentare le possibilità di successo diventa necessario ricorrere alle terapie avanzate, come quelle che sfruttano le cellule CAR-T di cui Ciceri e Arosio ci parlano nel loro libro. 

Corredando il racconto delle storie di quanti hanno contributo a svolgere questo percorso di studio e dei pazienti che vi hanno partecipato, Ciceri e Arosio riavvolgono il nastro della memoria tornando all’Ottocento quando fu descritto il primo caso di leucemia, per poi narrare la nascita della chemioterapia in seguito all’osservazione delle conseguenze di gas tossici sulle cellule del midollo umano. Se il chimico tedesco di origini ebraiche, Fritz Haber, fu il responsabile della messa a punto dei temibili gas ustionanti che piovvero sulla città di Ypres nel corso della Prima Guerra Mondiale, gli scienziati americani Louis Goodman e Alfred Gilman eseguirono degli studi per verificare se una minima quantità di quelle sostanze potesse essere usata per uccidere le cellule malate. Essi ottennero delle remissioni di malattia, seguite inesorabilmente da recidive, ma i loro studi diedero inizio a un nuovo filone. Successivamente le ricerche di Sidney Farber, Gordon Zubrod e molti altri importanti ricercatori impressero una poderosa spinta agli studi in campo oncologico. Ma nulla sembrava essere in grado di curare definitivamente questa malattia. Almeno fino all’avvento delle CAR-T, che trovano in Carl June uno dei più noti pionieri. 

Attraverso il racconto di casi come quello di Emily Whitehead - la bambina affetta da leucemia linfoblastica acuta recidivante di cui abbiamo parlato anche nella puntata del podcast dedicata alle CAR-T - Ciceri e Arosio esplorano l’effetto delle CAR-T, considerate come una trattamento all’incrocio tra immunoterapia e terapia genica. Una terapia nuova e destinata a spazzare via in un solo colpo le cellule di tumori che più volte altri trattamenti non erano riusciti a debellare. Perché le CAR-T sono farmaci ‘vivi’ e personalizzati, ottenuti a partire dalle cellule stesse dei pazienti che, tramite un procedimento di modificazione genetica, diventano in grado di affrontare e sconfiggere le cellule del cancro. 

Accanto a questo emozionate racconto il noto ematologo e la giornalista scientifica esplorano il complesso capitolo della produzione delle terapie a base di cellule CAR-T e dei loro costi, soffermandosi sulle problematiche di accesso, per poi rivolgere l’attenzione ai traguardi tagliati nel campo delle neoplasie onco-ematologiche e a quelli che stanno iniziando ad arrivare dal settore dei tumori solidi. Infatti, come le cellule nemiche contro cui sono rivolte, anche le CAR-T sono soggette a un inteso processo evolutivo che, di studio in studio, sta facendo loro acquisire la capacità di colpire i tumori solidi di fronte a cui altre forme di trattamento non hanno sortito effetto. E non solo tumori, ma anche malattie autoimmuni e patologie cardiovascolari: oggi sono molteplici i fronti su cui le CAR-T sono chiamate a combattere.

Di pagina in pagina il connubio tra l’esperto professore e la penna della giornalista prende la piega di una storia epica, da cui il lettore può apprendere i progressi compiuti nella lotta al cancro. Una guerra che non è persa e che, in meno di un secolo, ha prodotto risultati impensabili. È sull’onda di questa speranza - o meglio di questa fiducia - che si giunge al capitolo conclusivo del libro, dedicato al virus SARS-CoV-2, contro cui oggi sono disponibili vaccini di ultima generazione. Grazie alla rete di ricercatori, medici, imprenditori ed esperti il lavoro di quanti, un ventennio fa, hanno iniziato a studiare le potenzialità terapeutiche dell’mRNA si è tramutato in una freccia da scoccare contro l’attuale Coronavirus.

“Come batteremo il cancro: la sfida dell’immunoterapia e delle CAR-T” non è solo un libro sulla ricerca oncologica e su una delle più straordinarie rivoluzioni biomediche, ma è anche un invito a cogliere le vere ragioni per cui stiamo già sconfiggendo il cancro. Un’operazione possibile solo grazie al talento e all’abnegazione di chi crede nella ricerca medica.

Con il contributo incondizionato di

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