Sono lontani i tempi in cui l’AIDS (Acquired Immune Deficiency Sindrome) uccideva milioni di persone in tutto il mondo, senza nessuna possibilità di salvezza. Dagli anni ’80 ad oggi, i progressi della scienza sono stati rapidi e straordinari e hanno permesso di trasformare questa terribile malattia da mortale a cronica, portando a una lunga convivenza con il virus. Come riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS (World AIDS Day), che ricorre il 1° dicembre di ogni anno, l’HIV però colpisce ancora circa 38 milioni di persone in tutto il mondo e gli scienziati non si accontentano di tenere a bada il virus. Grazie anche all’innovazione delle terapie avanzate, stanno cercando di mettere a punto una cura definitiva, che eradichi l’HIV dall’organismo come mai è stato fatto in precedenza.
Insieme allo scontro elettorale tra il nuovo presidente americano, Joe Biden, e lo sconfitto Donald Trump, il vaccino contro il virus SARS-CoV-2 è l’argomento di cui più si sente parlare ai telegiornali. Infatti, ad eccezione di un quotidiano monitoraggio dell’andamento delle curve epidemiologiche, l’argomento Coronavirus è sempre più impostato sull’imminente arrivo di un vaccino. O di più vaccini, visto che ogni giorno un candidato sembra prevalere sull’altro nella corsa allo sviluppo, per la richiesta di autorizzazioni accelerate e all’ideazione di strategie di produzione in enormi quantità di un farmaco capace di proteggere l’organismo umano dall’attacco del virus.
Oltre agli Stati Uniti e ai principali Paesi del centro Europa, al vaccino contro il Coronavirus responsabile dell’attuale pandemia stanno lavorando con grande frenesia anche i ricercatori cinesi e russi. In Cina i principali candidati sono due: quello basato sull’adenovirus di tipo 5, denominato Ad5, dell’azienda farmaceutica CanSinoBIO e il vaccino attenuato, noto come CoronaVac, messo a punto da Sinovac. Sul fronte russo, invece, c’è il noto Sputnik V basato sull’adenovirus ricombinante 26 (rAd26) e l’adenovirus ricombinante 5 (rAd5). Nonostante il governo cinese e quello russo abbiano attuato un’approvazione lampo per i vaccini sperimentali, i risultati pubblicati sembrerebbero affermare che questi non innescano un’efficace risposta immunitaria o che sono meno immunogenici nelle persone oltre i 55-60 anni di età.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato il programma di accesso anticipato – con la legge 648/1996 - per onasemnogene abeparvovec (nome commerciale Zolgensma), che diventa quindi un’opzione terapeutica per i piccoli pazienti affetti da atrofia muscolare spinale di tipo 1 (SMA1) entro i primi sei mesi di età. Onasemnogene abeparvovec, la prima terapia genica per la SMA, è stata ideata per colpire la causa genetica della malattia e agisce fornendo all’organismo il gene mancante o non funzionante. L’accesso a questa terapia, assieme ai programmi di screening neonatale per la SMA – in Italia, per ora, sono solo un progetto pilota in Toscana e Lazio – potrebbe cambiare la storia di molte famiglie. “Siamo soddisfatti di questo primo importante passo fatto”, commenta Anita Pallara, Presidente di Famiglie SMA.
AwareDX (Analysing Women At Risk for Experiencing Drug toXicity): questo il nome dell’algoritmo di apprendimento automatico (machine learning) che identifica e predice le differenze negli effetti collaterali causati dall’assunzione di farmaci tra maschi e femmine. L’algoritmo, che è stato “istruito” grazie a 50 anni di dati raccolti dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, è in grado di correggere automaticamente gli errori che derivano dalla sovrarappresentazione dei soggetti di sesso maschile nelle sperimentazioni cliniche. Lo studio, condotto alla Columbia University di New York, è stato pubblicato a settembre sulla rivista Patterns del gruppo Cell Press.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i batteri resistenti agli antibiotici sono una delle principali minacce globali per la salute pubblica che l’umanità deve affrontare. La rapida comparsa della resistenza antimicrobica ha reso molto più difficile combattere le malattie infettive e sviluppare nuovi ed efficaci farmaci. CRISPR è uno strumento biotecnologico innovativo che potrebbe offrirci nuove strategie per aiutarci nella gestione dei ceppi batterici resistenti e non solo. Proprio in questi giorni - dal 18 al 24 novembre - è in corso la settimana mondiale di sensibilizzazione sugli antimicrobici che ha come obiettivo l’aumento della consapevolezza sul tema, incoraggiare le migliori pratiche per evitare la comparsa di nuovi superbatteri e la diffusione di infezioni difficilmente curabili.
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