Spillover

“Siamo stati noi a generare l'epidemia di Coronavirus. Potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l'attività umana a scatenarla” 
(D. Quammen, The New York Times)

Nel gioco del domino, basta un movimento leggero e, una tessera dopo l’altra, cadono tutte. Tuttavia, è possibile ripercorrere il percorso e individuare la tessera che per prima ha perso l’equilibrio. Il viaggio che David Quammen fa fare al lettore in “Spillover” è quello di chi indaga, a ritroso “tessera per tessera”, le correlazioni esistenti tra le malattie infettive e la crisi ecologico-sanitaria che affligge il mondo. “In una popolazione in rapida crescita, con molti individui che vivono addensati e sono esposti a nuovi patogeni, l’arrivo di una nuova pandemia è solo questione di tempo.” Come dimostrato da questa affermazione, il libro - pur essendo stato pubblicato nel 2012 - è terribilmente attuale e, proprio per questo, nelle ultime settimane ha scalato le classifica di vendita. COVID-19 è stata dichiarata emergenza mondiale il 12 marzo 2020 e, anche a detta dell’autore, questa pandemia è quella che 8 anni fa ha definito the next big one e che, purtroppo, non sarà l’ultima. Era davvero solo questione di tempo. E lo sarà di nuovo.

Sillabario - Barbujani

Un libro “per principianti”, ma non semplice. Barbujani, con la sua scrittura piacevolmente scorrevole, si rivolge a chi si ricorda qualcosa di biologia e genetica dai tempi della scuola

Aggressività, omosessualità, intelligenza, schizofrenia: è possibile attribuire uno di questi caratteri a un gene? I geni qualcosa c’entrano, ma non ne esiste uno specifico che ci rende aggressivi ad esempio. Ci sono ventimila geni nell’essere umano e sono segmenti di DNA deputati ad una certa funzione, che rispondono anche alle informazioni che arrivano dall’esterno e dall’interazione con altri geni. Non basta modificare un gene per “diventare intelligente”: il contesto è quindi fondamentale per la comprensione del codice genetico e di come influenza determinate caratteristiche. La ricerca sta approfondendo lo studio del DNA e, per fortuna, esistono libri come il “Sillabario di genetica per principianti” in grado di coinvolgere il lettore nella scoperta delle cosiddette bufale.

Pievani

Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, ripercorre la storia dell’universo e dell’uomo sulle tracce di quell'imperfezione che ci ha resi la meravigliosa (forse) specie che siamo

Ci viene piuttosto facile pensare che l’evoluzione sia il meccanismo che, in modo naturale, “aggiusta” la realtà, corregge il tiro e cancella gli errori in modo tale che nei milioni di anni la vita abbia potuto evolversi dallo stadio unicellulare a quello pluricellulare che ci contraddistingue. Dalle amebe a noi esseri umani. E il confronto tra questi due organismi sembrerebbe deporre a favore di una siffatta tesi ma, di fatto, si tratta di un punto di vista fallace, che non considera l’evoluzione per quello che realmente è e, soprattutto, sovrastima ciò che noi siamo. Nel suo ultimo libro “Imperfezione - una storia naturale” (Raffaello Cortina Editore), Telmo Pievani, filosofo della scienza e professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, spiega quale sia davvero il driver dell’evoluzione componendo una vera e propria “lode” all'imperfezione.

Henrietta Lacks

Dietro la sigla “HeLa”, nota perlopiù a chi manipola cellule in laboratorio, si nasconde una storia umana particolare che si intreccia con importanti temi della ricerca biomedica

“Poco dopo la morte di Henrietta si iniziò a pensare alla produzione in serie di HeLa. Ne nacque una vera e propria industria, che arrivò a sfornare migliaia di miliardi di cellule alla settimana. Il tutto con un unico obiettivo: combattere la poliomielite.” Era il 1951 e la polio era al massimo della sua espressione. Ricercatori e medici di tutto il mondo stavano cercando una soluzione per questa malattia terribile e le cellule HeLa sembravano ottime per testare come le cellule rispondevano al virus, data la loro capacità di riprodursi molto più velocemente e con meno limiti rispetto alle cellule normali. Di queste cellule e della loro storia ha scritto Rebecca Skloot nel libro “La vita immortale di Henrietta Lacks”.

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