“Siamo stati noi a generare l'epidemia di Coronavirus. Potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l'attività umana a scatenarla”
(D. Quammen, The New York Times)
Nel gioco del domino, basta un movimento leggero e, una tessera dopo l’altra, cadono tutte. Tuttavia, è possibile ripercorrere il percorso e individuare la tessera che per prima ha perso l’equilibrio. Il viaggio che David Quammen fa fare al lettore in “Spillover” è quello di chi indaga, a ritroso “tessera per tessera”, le correlazioni esistenti tra le malattie infettive e la crisi ecologico-sanitaria che affligge il mondo. “In una popolazione in rapida crescita, con molti individui che vivono addensati e sono esposti a nuovi patogeni, l’arrivo di una nuova pandemia è solo questione di tempo.” Come dimostrato da questa affermazione, il libro - pur essendo stato pubblicato nel 2012 - è terribilmente attuale e, proprio per questo, nelle ultime settimane ha scalato le classifica di vendita. COVID-19 è stata dichiarata emergenza mondiale il 12 marzo 2020 e, anche a detta dell’autore, questa pandemia è quella che 8 anni fa ha definito the next big one e che, purtroppo, non sarà l’ultima. Era davvero solo questione di tempo. E lo sarà di nuovo.
Intere aree geografiche devastate, stili di vita ecodistruttivi, globalizzazione, modelli sociali ed economici ad altissimo impatto: tutto questo, in continua evoluzione (e, troppo spesso, in peggioramento), ha portato ad un aumento della velocità di salto di specie e della diffusione delle malattie infettive. Queste ultime non sono dei semplici “incidenti di percorso”, ma conseguenze non volute della nostra invadente presenza sul Pianeta Terra. Di fronte alla distruzione di interi ecosistemi, per lo più per motivi economici – pensiamo ad esempio alla Foresta Amazzonica o ai luoghi inesplorati dell’Africa, ricchissimi di biodiversità, alla ricerca di terreni coltivabili, legname o altre risorse – gli animali cercano una soluzione e si spostano e, con essi, anche virus, batteri e altri organismi. Così, aumentano i rischi di contatto tra specie diverse e, con essi, il rischio di spillover (come viene chiamato dagli esperti il salto di specie che effettuano i virus quando passano dagli animali all’uomo). Nel suo libro, David Quammen – giornalista, scrittore e reporter per National Geographic - ricostruisce le vicende che hanno visto protagoniste le malattie di origine zoonotica (virali e batteriche), da Hendra all’AIDS, dalla psittacchiosi alla SARS. L’autore segue i passi degli scienziati in giro per il mondo, dalle foreste del Congo ai mercati cinesi, dalle grotte in Malesia alle pianure dell’Australia orientale. Un saggio, un reportage, un racconto: Spillover rientra in tutte queste definizioni e ha le migliori caratteristiche di ciascuna forma letteraria. Il lettore ripercorre la storia delle epidemie dell’ultimo secolo tra storie, interviste, testimonianze, aneddoti di luoghi e incontri pazzeschi e si immerge totalmente nel viaggio, accompagnato dai ricercatori “alla caccia dei virus”.
Ogni capitolo è una storia: si cambiano luoghi, animali e virus, ma il filo conduttore resta costante e ci porta lungo il cammino, a volte spaventoso, dell’evoluzione e della diffusione delle malattie infettive. Obiettivo di ciascuna storia è quello di raccontare le epidemie, comprendere meccanismi e cause e cercare di individuare lo spillover. È un’operazione difficile e, anche per il SARS-CoV-2, la situazione non è diversa. In questo caso la scienza porta al wet market della città cinese di Wuhan: il capitolo “Una cena alla fattoria dei ratti”, che riguarda la storia della SARS del 2003, descrive proprio questi mercati, la concentrazione di individui di specie diverse (umani inclusi) e l’usanza di mangiare specialità esotiche. Una moda alimentare, ben poco legata alle tradizioni antiche, che evidenzia la ricchezza di chi può permetterselo. Con l’attuale emergenza sanitaria in corso, il 24 febbraio 2020 il Governo Cinese ha imposto il divieto e il commercio di specie esotiche a scopo alimentare.
L’ultimo ospite animale prima del salto del virus all’uomo, il luogo e il giorno esatto probabilmente non li scopriremo mai perché, nella maggior parte dei casi, ci accorgiamo della presenza di un virus quando è già sintomatico e ha già “viaggiato”. E il percorso a ritroso non è semplice, specialmente ora che la globalizzazione permette spostamenti veloci e il sovraffollamento umano provoca problemi conseguenti alla gestione di spazi e risorse disponibili. È un confronto “testa a testa” tra virus e uomo che, per quanto riguarda il lato umano, parte con un certo svantaggio: il virus, per lo meno nelle fasi iniziali del contagio, è sempre qualche passo avanti a noi. E ce lo fa notare molto bene. Inoltre, dal punto di vista dei patogeni (descritto anche nel libro), la situazione è abbastanza ovvia. Hanno bisogno di un ospite per vivere e replicarsi e, quando la loro “riserva” viene eliminata o ridotta, la soluzione è piuttosto semplice: perché non mutare geneticamente e adattarsi a un nuovo ospite? Magari un ospite molto diffuso, che gli permetta di spostarsi, espandersi e sopravvivere in ogni angolo del pianeta. Qualsiasi virus penserebbe che i quasi otto miliardi di individui, tutti potenzialmente infettabili, siano un ottimo obiettivo.
“È ipotizzabile che la prossima Grande Epidemia (il famigerato Big One) quando arriverà si conformerà al modello perverso dell’influenza, con alta infettività prima dell’insorgere dei sintomi. In questo caso si sposterà da una città all’altra sulle ali degli aerei, come un angelo della morte.” Nelle ultime settimane, Quammen è stato definito un preveggente e, durante un’intervista in occasione del 50° EarthDay (22 aprile 2020) per National Geographic Italia, ha risposto che “Sono gli scienziati ad esserlo. Se lo fossi, preferirei sbagliarmi. Ho previsto tutto questo perché dieci anni fa ho ascoltato gli esperti. […] La cosa più imprevedibile di questa situazione è quanto non siamo stati preparati per affrontarla. Abbiamo le conoscenze scientifiche, ma ci manca la volontà politica”.
Spillover (608 pagine) è stato pubblicato in Italia da Adelphi nel 2014.