Nel corso del 2023 EMA ha raccomandato l’autorizzazione di una sola terapia genica. Tra i medicinali in valutazione nel 2024, tre sono per terapie avanzate, due sono classificati come farmaci orfani
Giunto alla sesta edizione, anche quest’anno l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il report “Horizon Scanning: lo scenario dei medicinali in arrivo”. Il Rapporto fa il punto sui farmaci che hanno ricevuto parere positivo da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) nel corso dell’anno precedente e su quelli in fase avanzata di sviluppo, che si stanno avvicinando all’Autorizzazione per l’Immissione in Commercio da parte degli enti regolatori. Nel corso del 2023 il CHMP di EMA ha dato il suo parere favorevole per 78 nuovi farmaci – tra cui la prima terapia a base di CRISPR - e nel 2024 è atteso un parere per 104 nuovi medicinali.
IL DOCUMENTO
Da ormai sei anni, AIFA pubblica ogni primavera un documento che raccoglie i dati relativi ai medicinali che hanno ottenuto un parere positivo dall’EMA nell’anno precedente e su quelli che dovrebbero riceverlo in quello in corso. Inoltre, vengono segnalate anche le valutazioni sulle nuove indicazioni terapeutiche di farmaci già approvati e i farmaci ammessi al programma PRIME, rivolto ai farmaci ad elevato interesse per la salute pubblica e destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte.
L’analisi contenuta nel Rapporto prende in considerazione i medicinali sottoposti a procedura centralizzata, cioè quei farmaci per i quali le aziende farmaceutiche hanno presentato una domanda di Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) direttamente a EMA, valida quindi in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea (UE) e nei Paesi dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia). È importante ricordare che il parere dell’EMA non è l’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco: dopo il parere positivo dell’EMA, infatti, è la Commissione europea (CE) a decidere se autorizzare il farmaco o meno. Il passo successivo per il nostro Paese compete ad AIFA, che stabilisce il regime di fornitura, le condizioni di rimborsabilità e il prezzo, avvalendosi del parere della Commissione Scientifica ed Economica del farmaco (CSE), che ha recentemente sostituito i precedenti comitati consultivi (la Commissione Tecnico Scientifica, o CTS, e il Comitato Prezzi e Rimborso, o CPR). Nello specifico, entro 60 giorni dalla pubblicazione della decisione della CE, AIFA inserisce nella Gazzetta Ufficiale un provvedimento per l’inclusione del medicinale in Classe Cnn, cioè classe C non negoziata, destinata proprio ai farmaci non ancora valutati ai fini della rimborsabilità, per poi procedere con l’iter che renderà il medicinale disponibile per i pazienti.
PRIMA PARTE: LE NOVITÀ
Il report è suddiviso in tre parti e prende in considerazioni i dati al 15 gennaio 2024. La prima parte fornisce informazioni sui nuovi medicinali e sulle nuove indicazioni terapeutiche di medicinali già autorizzati che hanno ricevuto nel corso del 2023 un parere positivo all’AIC da parte del CHMP dell’EMA. In questa sezione è riportato anche la tendenza delle autorizzazioni dei medicinali degli ultimi cinque anni.
In Europa, nel corso del 2023, il CHMP dell’EMA ha espresso parere favorevole per 78 nuovi medicinali, di cui 43 contenenti nuove sostanze attive, 8 medicinali biosimilari, 14 medicinali equivalenti e 13 appartenenti alle altre categorie, tra cui medicinali ibridi, quelli autorizzati con la procedura del consenso informato e sostanze attive note. Il lavoro di AIFA non prende in considerazione l’ultima categoria, per cui sono oggetto del report solo 63 nuovi medicinali autorizzati, considerato il ritiro di due farmaci dopo il parere dell’EMA.
Tra i farmaci contenenti nuove sostanze attive, che hanno ricevuto parere favorevole, una quota rilevante riguarda i medicinali antineoplastici (29,3%), destinati al trattamento di alcuni tipi di tumori solidi e del sangue, e i medicinali immunomodulatori (19,5%), per il trattamento delle malattie autoimmuni (prevalentemente sclerosi multipla e colite ulcerativa). Seguono agenti antinfettivi a uso sistemico e vaccini (9,8%) e medicinali per patologie del sistema nervoso (9,8%), mentre percentuali inferiori riguardano i medicinali classificati come “Vari” (7,3%), i medicinali per le patologie del sangue e organi emopoietici e quelli per le malattie dell’apparato gastrointestinale e metabolismo (4,9% per entrambi le categorie).
Tra le novità del 2023 c’è anche una terapia avanzata: si tratta di exagamglogene autotemcel (nome commerciale Casgevy), indicato per il trattamento della beta–talassemia trasfusione-dipendente e dell’anemia falciforme grave. La prima terapia basata su CRISPR, sviluppata da Vertex Pharmaceuticals e CRISPR Therapeutics, ha ottenuto il parere favorevole dall’EMA nel 2023 e il via libera da parte della Commissione europea a febbraio 2024. Casgevy è attualmente l’unica terapia genica approvata per i pazienti affetti da SCD e TDT nell’Unione Europea e rientra tra i farmaci orfani, per i quali ci sono state 20 autorizzazioni per nuove sostanze attive nel corso del 2023.
SECONDA PARTE: IN ATTESA DI VALUTAZIONE
La sezione successiva riguarda i nuovi medicinali e le estensioni di indicazione di medicinali già autorizzati in valutazione, che potrebbero ricevere un parere da parte del CHMP dell’EMA nel corso del 2024. Stando alle richieste di autorizzazione giunte all’EMA, nel 2024 sono attesi 104 pareri per altrettanti nuovi medicinali: 65 sono farmaci contenenti nuove sostanze attive (di cui 24 sono medicinali orfani), 17 sono equivalenti e 22 sono biosimilari. Tale numero potrebbe variare con la sottomissione di nuove richieste di AIC presso l’EMA. Per quanto riguarda le aree terapeutiche di interesse, i medicinali più numerosi sono quelli per il cancro (14, pari al 21,5%), quelli per le malattie infettive, compresi i vaccini (10, pari al 15,3%), quelli per le malattie ematologiche (10, pari al 15,3%) e neurologiche (8, pari al 12,3%).
Risultano in valutazione anche 73 nuove indicazioni terapeutiche (relative a 69 medicinali già autorizzati), appartenenti alle seguenti aree principali: oncologia/oncoematologia, immunologia-reumatologia-trapianto, malattie infettive, neurologia/psichiatria, ematologia, pneumologia-allergologia, cardiovascolare, dermatologia.
Tra i medicinali attualmente in valutazione, 3 sono per terapie avanzate, di cui due classificati come farmaci orfani e uno no. Il primo è fidanacogene elaparvovec per il trattamento dell’emofilia B grave e moderatamente grave negli adulti che non presentano inibitori del fattore IX o anticorpi rilevabili contro la variante del virus adenoassociato di sierotipo Rh74, già approvato a metà maggio negli Stati Uniti (con il nome commerciale di Beqvez) e per cui l’EMA ha dato il suo parere positivo lo scorso 30 maggio. In Europa il nome commerciale sarà Durveqtix e l’ok definitivo da parte della Commissione europea per l’AIC è previsto verso luglio. Diventerebbero così due le terapie geniche disponibili per i pazienti europei con emofilia B, dato che nel 2023 è stata autorizzata etranacogene dezaparvovec (Hemgenix). La seconda terapia avanzata in attesa è beremagene geperpavec (anche nota come B-VEC, nome commerciale Vyjuvek) per il trattamento dell’epidermolisi bollosa distrofica. Anche questa è già stata approvata negli Stati Uniti nel 2023 e di recente sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine i risultati della terapia sulle lesioni oculari (ne abbiamo parlato qui). L’ultima terapia avanzata, che non rientra nella classificazione di farmaco orfano, è un medicinale il cui principio attivo sono condrociti autologhi di cartilagine articolare per il trattamento dei difetti della cartilagine del ginocchio.
TERZA PARTE: IL PROGRAMMA PRIME
Infine, 129 medicinali sono stati ammessi al programma PRIME, rivolto ai farmaci promettenti e ad elevato interesse per la salute pubblica, destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte. Il programma dell’EMA offre un supporto scientifico e normativo alle aziende durante la fase dello sviluppo, proprio per facilitare l’ingresso sul mercato di queste terapie. Si tratta, per il 45,7%, di terapie avanzate di cui l’area oncologica è la più rappresentativa, seguita poi dalle aree di ematologia, endocrinologia-ginecologia-fertilità-metabolismo, neurologia e vaccini. Sono 30 i medicinali della lista PRIME che hanno ricevuto il parere positivo da parte del CHMP dell’EMA, tra cui 11 terapie avanzate: axicabtagene ciloleucel (Yescarta), brexucabtagene autoleucel (Tecartus), ciltacabtagene autoleucel (Carvykti), etranacogene dezaparvovec (Hemgenix), exagamglogene autotemcel (Casgevi) per due indicazioni terapeutiche differenti, idecabtagene vicleucel (Abecma), lisocabtagene maraleucel (Breyanzi), onasemnogene abeparvovec (Zolgensma), tabelecleucel (Ebvallo), tisagenlecleucel (Kymriah), valoctocogene roxaparvovec (Roctavian). Potete trovare i dettagli su queste terapie nella tabella dedicata alle terapie avanzate approvate in Europa che è scaricabile gratuitamente qui.
Sono, invece, 19 i farmaci che sono stati ritirati su richiesta dell’azienda, esclusi dal programma PRIME, oppure con parere negativo da parte dell’EMA. Tra questi elivaldogene autotemcel (Skysona) per il trattamento dell’adrenoleucodistrofia cerebrale, e lentiglobin (Zynteglo) per il trattamento per la beta-talassemia, ritirati nel 2021 dal mercato per la cessazione delle operazioni commerciali in Europa da parte dell’azienda produttrice.
Restano fuori dal report, e in attesa di capire cosa accadrà nel Vecchio Continente, la terapia genica per il carcinoma della vescica (nadofaragene firadenovec, nome commerciale Adstiladrin) e la terapia genica delandistrogene moxeparvovec (SRP-9001, nome commerciale Elevidys) per la distrofia muscolare di Duchenne. Entrambe sono già state approvate dalla Food and Drug Adimistration statunitense: Adstiladrin a maggio 2024 ed Elevidys a giugno 2023.