Sarà destinata al trattamento di bambini con distrofia muscolare di Duchenne di età compresa tra i 4 e i 5 anni. Profonda soddisfazione dalla comunità dei pazienti
Il momento in cui un ente regolatorio apre le porte a una nuova terapia genica equivale allo sfondamento di un soffitto di cristallo che sembrava fino a prima irraggiungibile e, sebbene rappresenti solo il punto di partenza di un nuovo cammino irto di sfide e ostacoli, viene accolto come un importante traguardo. Soprattutto se riguarda una malattia rara come la distrofia muscolare di Duchenne (DMD) i cui pazienti negli anni si sono dovuti confrontare con fallimenti e delusioni che hanno messo a dura prova la loro fiducia. Oggi però essa è stata ricompensata dall’autorizzazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) di delandistrogene moxeparvovec, la prima terapia genica per la Duchenne a raggiungere il mercato.
Elevidys (nome commerciale di delandistrogene moxeparvovec o SRP-9001) è una terapia genica somministrabile in dose singola (one-shot) per via endovenosa, progettata per introdurre nell’organismo un gene deputato alla produzione della microdistrofina, una versione ridotta della distrofina, il cui ruolo risulta fondamentale per il buon funzionamento dei muscoli. Infatti, la distrofia muscolare di Duchenne è provocata proprio da mutazioni che determinano un’assenza o malfunzionamento della distrofina, proteina fondamentale per il mantenimento della stabilità delle fibre muscolari. Durante la progressione della DMD vi è una degenerazione del tessuto muscolare: le fibre vengono rimpiazzate da tessuto connettivo e fibrotico determinando l’instaurarsi di una crescente debolezza di tutti i muscoli del corpo, compresi i muscoli respiratori e il cuore. La Duchenne si manifesta nella prima infanzia con problemi nella deambulazione che progrediscono fino alla perdita dell’autonomia e, dall’adolescenza in poi va a colpire anche la respirazione e il corretto funzionamento cardiaco.
Nonostante la DMD sia una di quelle malattie rare per cui negli ultimi 15 anni la ricerca scientifica è in grande fermento, con diverse strategie terapeutiche – che comprendono anche le terapie avanzate - in via di sviluppo clinico, ad oggi la maggior parte dei trattamenti disponibili puntano a rallentarne l’infiammazione e la progressione senza riuscire a bloccare la patologia. Obiettivo che si sono posti ricercatori e clinici con la terapia genica: filone che vede attualmente ben 5 diversi prodotti in sperimentazione clinica. Delandistrogene moxeparvovec, sviluppata da Sarepta Therapeutics, è stata la prima terapia genica ad entrare nella fase clinica per la Duchenne e ha mostrato risultati molto promettenti. Ricorrendo a un vettore virale di tipo adenoassociato (AAV) il trattamento introduce nelle cellule muscolari una versione ridotta della distrofina (138 kDa, rispetto ai 427 kDa della versione delle cellule muscolari normali) ripristinandone in parte la funzionalità.
Lo scorso 22 giugno (come anticipato in un nostro precedente articolo), la FDA ha concesso alla terapia genica di Sarepta un’approvazione accelerata basata sui risultati degli studi clinici 101, 102 e 103 dai quali si evince un aumento dell’espressone della microdistrofina in un set di pazienti DMD di età compresa tra 4 e 5 anni. “Quest’approvazione è stata una bellissima sorpresa”, afferma la prof.ssa Marika Pane, Direttore Clinico dell’U.O.C. NeMO Pediatrico di Roma. “Confidavamo in una buona notizia ma non credevamo che sarebbe giunta in tempi così rapidi. Siamo estremamente felici per le famiglie dei bambini affetti da DMD che continueremo a supportare con ogni mezzo possibile per portare a completamento il cammino di questa terapia. Nella distrofia muscolare di Duchenne il tempo è prezioso: prima trattiamo i bambini affetti, migliori saranno i risultati che potremo ottenere”. L’approvazione a delandistrogene moxeparvovec concessa dalla FDA potrebbe, infatti, accelerare il meccanismo di presentazione di un analogo dossier presso l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Per quanto riguarda l’Europa la staffetta passa a Roche, che è l’azienda responsabile della commercializzazione della terapia genica in questione al di fuori degli Stati Uniti. “Stiamo continuando a monitorare i risultati dei trial clinici in corso e quelli di uno studio condotto anche presso il nostro centro”, prosegue Pane. “I dati sono promettenti e auspichiamo che altri se ne aggiungano a supporto di un’approvazione che per i bambini affetti da DMD ha il significato della speranza”.
Tra i primi a rallegrarsi dell’approvazione ci sono proprio i pazienti come si evince dalle parole di Filippo Buccella, fondatore di Parent Project aps. “L’approvazione arrivata dalla FDA, dopo il grande impegno della comunità scientifica che ha richiesto anni di fatiche, è un’ottima notizia per la comunità Duchenne che aggiunge un ulteriore tassello al percorso iniziato tantissimi anni fa. Le nostre famiglie Duchenne sono, però, in attesa di capire cosa succederà. Riteniamo che non sia più accettabile che lo stesso farmaco, a causa delle diverse procedure, venga approvato e sia disponibile per i pazienti in America e non in Europa. Rimaniamo in attesa di avere aggiornamenti in tal senso”. Di fatto, la buona notizia giunta da oltreoceano agevolerà la sottomissione del dossier all’EMA che potrebbe esser effettuata addirittura entro la fine dell’anno. “Accogliamo con favore l’approvazione della FDA di delandinstrogene moxdeparvovec per bambini di età compresa tra 4 e 5 anni e lavoreremo intensamente per portare questa promettente terapia genica alle persone con Duchenne e alle loro famiglie al di fuori degli Stati Uniti il prima possibile”, afferma Anna Maria Porrini, Medical Affairs and Clinical Operation di Roche Italia, precisando anche che la domanda di autorizzazione alla commercializzazione di delandistrogene moxeparvovec in Europa includerà i dati dello studio di Fase III EMBARK, previsti per il quarto trimestre del 2023.
Inevitabilmente, si tratta di una tappa cruciale nel cammino della ricerca per la distrofia muscolare di Duchenne non solo per il suo significato in sé ma anche per le sue ripercussioni future; il via libera concesso dalla FDA spianerà, infatti, la strada ad altre aziende che stanno conducendo studi clinici sui propri candidati sperimentali, nell’intento di disporre in futuro di terapie rivolte a una casistica via via più ampia di malati. La terapia genica appena approvata è rivolta ad una fascia molto ristretta di pazienti: bambini di età compresa tra 4 e 5 anni, e ancora in grado di camminare. Ovviamente, la popolazione Duchenne in attesa di poter accedere alla terapia genica è molto più ampia, ma anche su questo vi è un grande impegno dell’intera comunità scientifica, insieme alle aziende e agli enti regolatori. A seconda dei risultati dello studio clinico EMBARK in corso, l’FDA potrebbe infatti prendere in considerazione un’indicazione più estesa per delandistrogene moxeparvovec.