La biotech Takis inaugura un laboratorio di biosicurezza livello 3, unico in Italia, che permetterà lo sviluppo di vaccini genetici e di terapie avanzate contro patogeni pericolosi per l’uomo
Il 5 maggio 2023 rimarrà una giornata storica per la pandemia COVID-19: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato conclusa l’emergenza sanitaria iniziata tre anni prima. Ma non è il momento di rilassarsi, ora più che mai è necessario puntare sulla preparazione contro le prossime pandemie che quasi certamente colpiranno l’essere umano. È con questo spirito che la biotech romana Takis, in collaborazione con altre due aziende italiane, ha inaugurato un laboratorio all’avanguardia - grande quanto un container e completamente isolato dal mondo esterno - progettato per testare in condizioni di massima sicurezza vaccini genetici e terapie di nuova generazione contro pericolosi patogeni attuali (come Sars-CoV-2, Dengue o Zika) e futuri. Il laboratorio è stato inaugurato lo scorso 7 ottobre nella sede del Tecnopolo di Castel Romano, nei pressi di Roma, in presenza di rappresentanti delle istituzioni.
TAKIS E IL COVID
Prima della pandemia COVID-19, la biotech Takis, fondata nel 2009 da un manipolo di scienziati provenienti da una grande multinazionale, non aveva esperienza con le malattie infettive. L’azienda nasce infatti con un obiettivo preciso: sviluppare vaccini genetici contro il cancro. Negli anni, il personale è aumentato di numero (oggi i dipendenti sono una trentina) e le sue attività si sono ampliate e diversificate, includendo ad esempio la produzione di anticorpi monoclonali e proteine ricombinanti, ma il focus principale è rimasto sui tumori.
Ma il virus Sars-CoV-2 è entrato in scena come un’onda dirompente, cambiando il percorso di Takis. All’inizio della pandemia, l’azienda aveva guadagnato una lunga esperienza nella ricerca sui vaccini genetici a base di DNA, molecola nota per essere stabile e versatile. Anche i primi vaccini commercializzati da Pfizer e Moderna erano di tipo genetico, ma a base di RNA messaggero. Entrambi però hanno la caratteristica di essere particolarmente facili e veloci da produrre, perché al contrario dei classici vaccini basati su frammenti proteici, non richiedono il virus intero né passaggi nelle cellule, ma solo la sequenza genetica del patogeno.
Takis aveva perciò a disposizione la tecnologia per creare un vaccino in tempi rapidi. Di fronte alla minaccia del misterioso coronavirus cinese, nei primi mesi del 2020, ha preso la coraggiosa decisione di partecipare alla corsa per il vaccino COVID, schierandosi al fianco di giganti dell’industria farmaceutica globale.
UN PERCORSO A OSTACOLI
In poco più di un anno, Takis è riuscita a portare il proprio vaccino Covid-eVax in uno studio clinico di Fase I su circa 80 volontari, che si è concluso con successo nel 2022. Ma il percorso per raggiungere questo risultato è stato faticoso e ricco di ostacoli, poiché la manipolazione di virus altamente contagiosi come Sars-CoV-2 richiede infrastrutture specifiche e rigorose misure di biocontenimento. Questo patogeno è infatti classificato tra gli “agenti biologici di gruppo 3”, ovvero capaci di causare gravi malattie in soggetti umani, e può essere maneggiato solo in laboratori con livello di biosicurezza 3. Queste strutture , completamente isolati dal mondo esterno, sono dotate di filtri per l’aria, cappe e incubatori che garantiscono la sicurezza dell’operatore.
In Italia (ma anche in Europa) esistono pochi laboratori di questo tipo, e la maggior parte è progettata solo per gli studi in vitro. Ma prima di accedere alla sperimentazione clinica, i farmaci devono dimostrare la loro efficacia su animali infettati dal patogeno, e condurre questi studi all'estero, nelle scarse strutture disponibili, può costare decine di migliaia di euro con tempi di attesa molto lunghi.
La mancanza di infrastrutture ha ritardato di mesi l’inizio della sperimentazione clinica del vaccino Covid-eVax, uno degli unici due vaccini italiani in corsa contro il COVID-19: un’occasione mancata per il nostro Paese.
L’INAUGURAZIONE DEL BIOMODULO BSL-3
Ora le cose stanno per cambiare per chi desidera condurre ricerche in Italia. Grazie alla propria esperienza, Takis ha realizzato un laboratorio con livello di biosicurezza 3 (BSL-3), unico in Italia perché comprende anche uno stabulario per gli studi in vivo. Il laboratorio è stato inaugurato lo scorso 7 ottobre nella sede del Tecnopolo di Castel Romano, nei pressi di Roma, in presenza di rappresentanti delle istituzioni e di scienziati come Rino Rappuoli Direttore Scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena.
All’interno di questo laboratorio i ricercatori di Takis si dichiarano pronti a “sviluppare le terapie del futuro” e “fare da motore per l’economia della regione e del territorio”. Giuseppe Roscilli, direttore scientifico di Takis, ha affermato che il nuovo biomodulo sarà “un volano di conoscenze e innovazione per reagire in maniera agile alle malattie emergenti e valutare l’efficacia di terapie avanzate in totale sicurezza per l’operatore, accelerando la ricerca su malattie infettive complesse”.
Takis prevede di utilizzare il laboratorio BSL-3 per testare vaccini contro le nuove varianti del COVID-19, che continuano a circolare nonostante la fine dell’emergenza sanitaria. L’obiettivo è anche monitorare malattie a potenziale epidemico, come Dengue o Zika, che oggi si manifestano in regioni nuove a causa dei cambiamenti climatici e dell’espansione delle zanzare vettore. Tra i progetti in corso, vi è anche lo sviluppo di un vaccino genetico contro la malaria e l’esplorazione di terapie innovative contro i super batteri resistenti agli antibiotici.
UN POLO DI ECCELLENZA ALLE PORTE DI ROMA
L’azienda si dimostra inoltre aperta a collaborazioni scientifiche con altre aziende, istituti di ricerca e università, offrendo la possibilità ad altri ricercatori di condurre esperimenti e ai giovani studenti di intraprendere percorsi di formazione nel campo innovativo delle terapie avanzate.
Luigi Aurisicchio, amministratore delegato di Takis, ha spiegato che “l’obiettivo è costruire un centro di eccellenza nel Tecnopolo di Castel Romano, di cui il laboratorio BSL-3 sarà una componente chiave. In questo centro svolgeremo tutti i passaggi necessari per lo sviluppo di un vaccino, dall’identificazione del target molecolare ai test su colture cellulari e animali, dalla produzione fino all'approvazione per l’uso umano, grazie a una rete di collaboratori che include l’Istituto Nazionale di Tumori Regina Elena di Roma, l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Una rete completamente italiana che ci permetterà di sviluppare vaccini in tempi rapidi.”