A marzo è stato avviato uno studio clinico di Fase I per la valutazione di tre vaccini sperimentali contro l'HIV basati su una piattaforma di mRNA, la stessa tecnologia usata per quelli contro COVID-19
I vaccini a RNA saranno in grado di proteggerci dall’HIV? Scoprirlo è l’obiettivo del trial clinico di Fase I, iniziato pochi mesi fa negli Stati Uniti, per valutare tre diversi vaccini sperimentali. Infatti, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), parte dei National Institutes of Health (NIH), ha recentemente dato avvio allo studio clinico HVTN 302, la cui sperimentazione è portata avanti dall’HIV Vaccine Trials Network. Lo studio – multicentrico, randomizzato e in aperto – ha già arruolato i primi 12 partecipanti, sui 108 adulti previsti in totale, di età compresa tra i 18 e i 55 anni e sieronegativi. L’ipotesi principale è che questa tipologia di vaccino sia sicura e ben tollerata e in grado di far produrre anticorpi utili a prevenire l’infezione.
I numerosi sforzi e investimenti fatti a livello mondiale per trovare una soluzione alla pandemia COVID-19 hanno permesso di velocizzare lo sviluppo clinico della tecnologia basata su mRNA e di mettere a punto i vaccini contro SARS-CoV-2. Questi vaccini funzionano in modo semplice ma efficace: un piccolo segmento di informazione genetica - che induce la produzione di un frammento proteico dell’agente patogeno bersaglio, in modo da poter attivare una risposta a livello immunitario se successivamente esposto allo stesso agente - viene iniettato nell’organismo. Nel caso dei vaccini COVID-19 basati su questa tecnologia, viene prodotta la proteina spike di SARS-CoV-2.
I tre vaccini in sperimentazione nello studio HVTN 302 contengono l’mRNA BG505 MD39.3, BG505 MD39.3 gp151 oppure BG505 MD39.3 gp151 CD4KO. Ogni candidato è stato progettato per produrre la proteina spike presente sulla superficie del virus dell’immunodeficienza umana (HIV), utile a facilitare l’ingresso del virus nelle cellule. Gli mRNA non sono in grado di produrre il virus e, una volta nell’organismo, vengono rapidamente degradati dopo aver innescato la risposta immunitaria.
Ogni partecipante al trial clinico sarà assegnato casualmente a uno dei sei gruppi in cui verranno suddivisi. Sono previste tre iniezioni di uno dei tre vaccini sperimentali, la prima alla visita iniziale e le successive a distanza di due e sei mesi. I primi 3 gruppi riceveranno iniezioni intramuscolari da 100 microgrammi e, se i criteri di sicurezza sono rispettati, i restanti 3 gruppi saranno vaccinati con una dose superiore, corrispondente a 250 microgrammi. In diversi momenti verranno esaminate sicurezza e risposta immunitaria, fino al completamento dello studio previsto per luglio 2023.
Per quanto si tratti di una sperimentazione in fase precoce, le conoscenze acquisite da questo studio potranno contribuire allo sviluppo futuro di un regime vaccinale contro l'HIV. I ricercatori, infatti, sperano di capire se il sistema immunitario risponderà ai vaccini sperimentali producendo anticorpi e cellule T che potrebbero combattere il virus in caso di esposizione al virus.
Sono ormai decenni che la ricerca sull’HIV prosegue incessantemente e, con i casi che non accennano a diminuire, è fondamentale ampliare il ventaglio delle opzioni a disposizione con uno studio di questo tipo. Il COVID-19 ha visto l'industria farmaceutica abbracciare nuove piattaforme di produzione di vaccini, di cui l'mRNA è l'esempio più ovvio: tentare di applicarla efficacemente a questo ambito è fondamentale, nella speranza di trovare un modo per limitare – e magari fermare – l’epidemia di AIDS. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha anche dato il via a un dibattito sul modo più efficace per produrre rapidamente vaccini protettivi di massa in caso di emergenze sanitarie. Implementare le conoscenze sul tema, anche su altri fronti, potrà solo essere utile in futuro.
Nella storia dello sviluppo delle tecnologie basate sull’utilizzo dell’mRNA applicate all'HIV c’è Katalin Karikò, una donna di origini ungheresi il cui lavoro ha avuto un peso enorme nella nascita del filone di studio dei vaccini a RNA. La sua storia è raccontata nella puntata di "Reshape - un viaggio nella medicina del futuro" dedicata alle terapie su RNA.