World AIDS Day

Una donna di 30 anni è guarita dall'infezione di HIV senza terapie: si tratterebbe del secondo caso. Capire i meccanismi con cui è stato eliminato il virus potrebbe aprire le porte a nuove terapie per l’AIDS

Come riportato a metà novembre in uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, una donna argentina ha eliminato il virus dal proprio organismo senza aver ricevuto un trapianto di cellule staminali o altre terapie note. Si tratta del secondo caso di remissione spontanea di HIV e il percorso clinico è sovrapponibile a quello documentato l’anno scorso, quando venne identificato il primo caso di questo tipo. Alla base dell’insolito evento c’è il sistema immunitario, che ha soppresso il virus senza l’aiuto di farmaci. Comprendere i meccanismi alla base di questa risposta immunitaria potrebbe essere d’aiuto per la lotta contro l’AIDS, di cui oggi si celebra la giornata mondiale.

Porre fine alle disuguaglianze, all’AIDS e alle pandemie. Nella Giornata Mondiale dell'AIDS 2021, UNAIDS (The Joint United Nations Programme on HIV and AIDS) sottolinea l'urgente necessità di porre fine alle disuguaglianze che governano l'AIDS e altre pandemie nel mondo. A quarant’anni dalle prime diagnosi di HIV, il virus minaccia ancora il mondo (quasi 38 milioni di casi nel mondo – dati OMS) e, senza azioni concrete per eliminare le disuguaglianze, il rischio è di mancare l’obiettivo: porre fine all’AIDS entro il 2030. Eliminare le disuguaglianze non è solo fondamentale per migliorare i diritti umani, ma anche per fermare la pandemia di COVID-19 perché, come il SARS-CoV-2 ha evidenziato, è un problema che riguarda tutti, a prescindere dal Paese in cui viviamo.

Stando ai dati pubblicati sul mensile Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità di novembre, nel 2020 sono stati registrati 1303 nuovi casi di infezione da HIV e fatte 352 nuove diagnosi di AIDS, in netto calo rispetto al 2019. L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, si colloca al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (3,3 casi per 100.000 residenti nel 2020). Su questi dati potrebbe aver influito la pandemia e il suo impatto sul sistema sanitario, possibile causa di un ritardo nelle diagnosi. Fermare la diffusione dell’AIDS è quindi di fondamentale importanza, lo studio dei rari casi di guarigione spontanea contribuirà ad aumentare il bagaglio di conoscenze sul virus e su come combatterlo.

Gli scienziati del Massachusetts General Hospital e del Ragon Institute hanno recentemente documentato il caso di una donna argentina di 30 anni che, a distanza di 8 anni dalla diagnosi di sieropositività, non mostra segni di infezione attiva pur non avendo ricevuto alcuna terapia regolare per gestire l’HIV. Prima di questo caso, solo nel 2020 era stato identificato un caso simile: Loreen Willenberg, una donna di 67 anni che non  ha mai assunto farmaci antiretrovirali ne è mai stata sottoposta a trapianti di midollo. Uno studio sul tema è stato pubblicato su Nature.

Altri casi di guarigione erano stati osservati solo in due persone: Adam Castillejo (noto come il paziente di Londra) e Timothy Ray Brown (chiamato anche il paziente di Berlino), entrambi con una storia clinica diversa da quella delle due donne. Timothy Ray Brown è stato il primo essere umano guarito da un’infezione da HIV, a seguito di un trapianto di midollo, ed è in assoluto il caso più citato nella storia dell’AIDS. Dopo una diagnosi di leucemia mieloide acuta e nessuna risposta alla chemioterapia, Timothy è stato sottoposto a due trapianti di midollo osseo per i quali fu scelto un donatore compatibile che avesse la mutazione delta-32 su entrambe le copie del gene CCR5. Mutazione che rende le cellule resistenti all’ingresso dell’HIV. All’inizio si pensava fosse un caso unico, a causa delle difficoltà nel riprodurre la procedura, ma con il “paziente di Londra” i casi sono diventati ufficialmente due. Anche Adam era sieropositivo e affetto da una neoplasia che non reagiva alla chemioterapia. Dopo un trapianto di staminali ematopoietiche da un donatore con la mutazione delta-32 del gene CCR5, ha mostrato una remissione a lungo termine.

Non è ancora chiaro il modo in cui l’organismo della donna argentina abbia eliminato il virus, ma nello studio si fa riferimento a meccanismi di immunità. Solo con il tempo e ulteriori analisi si potranno chiarire le cause di questo fenomeno. Approfondire i rari casi di guarigione da HIV dovuti a meccanismi di immunità - come quest’ultimo, che è stato riportato dalle testate giornalistiche di tutto il mondo - e la genetica alla base dei risultati positivi collegati al trapianto di midollo osseo potrebbe aprire le porte a nuove terapie per l’AIDS, sfruttando anche le nuove conoscenze nell’ambito della terapia genica e dell’editing genomico.

Ad esempio, è recente la notizia dell’inizio del primo trial clinico di Fase I/II per valutare la sicurezza e la tollerabilità di una terapia basata su CRISPR – chiamata EBT-101 – per trattare l’infezione cronica da HIV. La scorsa primavera è invece stato trattato il primo paziente nell’ambito di uno studio clinico di Fase I che si svolge negli Stati Uniti e che ha l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia sperimentale AGT103-T, basata su una strategia che sfrutta terapia cellulare e genica per trattare l’HIV.

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