HIV

Dopo il paziente di Berlino e il paziente di Londra, c’è un terzo caso di remissione del virus grazie al trapianto di midollo con cellule staminali resistenti all'HIV

Oggi, grazie alla terapia antiretrovirale (ART), l’HIV quasi scompare dall’organismo. Quasi perché, sebbene diventi praticamente irrilevabile e non possa infettare altre persone, sopravvive in uno stato silente. Nel caso di interruzione nell’assunzione della terapia, il virus si replica all’interno di serbatoi virali nel corpo umano e ricomincia a diffondersi. Per tagliare il traguardo della cura bisogna quindi eliminare le “riserve” virali. Il primo caso descritto di remissione del virus riguarda un uomo sieropositivo di 53 anni che ha subito un trapianto di midollo osseo a causa di una neoplasia ematologica: grazie all’utilizzo di cellule staminali con una mutazione che le rende resistenti all'HIV, provenienti da un donatore, il paziente ha smesso di assumere la terapia antiretrovirale e da allora è rimasto libero dall'HIV. L’ultimo caso è stato riportato su Nature Medicine lo scorso febbraio. 

La tecnica era stata applicata per la prima su Timothy Ray Brown, detto il “paziente di Berlino”, che nel 2007 è stato sottoposto a un trapianto di midollo osseo a causa di una leucemia mieloide acuta che non rispondeva alla chemioterapia. Dopo una mieloablazione, le cellule eliminate sono state sostituite con quelle del donatore sano, selezionato appositamente per avere la mutazione genetica che impedisce alla proteina CCR5 di essere espressa sulla superficie cellulare. In assenza di questa proteina, il virus non è in grado di entrare nelle cellule immunitarie. Dopo la procedura, Brown ha potuto interrompere la terapia antiretrovirale ed è rimasto libero dall'HIV fino alla sua morte, avvenuta nel 2020. Nel 2019 è stata divulgata una notizia simile per il caso del “paziente di Londra, sieropositivo e affetto dal linfoma di Hodgkin, per il quale è stata efficacemente messa in atto la stessa procedura.

L’uomo, per ora rimasto anonimo e chiamato “il paziente di Düsseldorf”, è quindi la terza persona affetta da HIV – stando alle informazioni ad oggi disponibili – ad essere dichiarata libera dal virus dopo una procedura di trapianto di midollo effettuata da un donatore compatibile che avesse la mutazione delta-32 in omozigosi del gene CCR5 (ovvero su entrambe le copie del gene). La procedura è stata effettuata in primis come trattamento per la leucemia mieloide acuta, malattia di cui soffriva il paziente tedesco, e non solo per la possibilità di eradicare il virus. Negli anni successivi al trapianto, il paziente di Düsseldorf è stato sottoposto a test e prelievi di sangue e tessuto per valutare la presenza dell’HIV. Dopodiché è stata interrotta la terapia antiretrovirale con risultati positivi, riportati su Nature Medicine.

Sebbene sia un’ottima notizia che diverse persone con HIV siano state trattate con successo grazie alla ART e al trapianto con cellule staminali allogeniche resistenti al virus, la procedura è poco applicabile su larga scala a causa dei rischi, in particolare quello di rigetto. Inoltre, ci sono varianti dell’HIV che riescono a evadere questo sistema, trovando altre vie di ingresso per raggiungere l’interno delle cellule. A questo si aggiunge il fatto che i pazienti erano stati sottoposti a chemioterapia e va valutato se e come questo abbia potuto influenzare il risultato finale. Le ricerche procedono e, tra queste, si sta sicuramente valutando l’opzione di utilizzare cellule staminali prelevate dal paziente stesso e modificate. Ma la domanda è: dopo Berlino, Londra e Düsseldorf, da dove verrà il prossimo paziente?

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