Terapie digitali

Terapie digitali, app, intelligenza artificiale, telemedicina, wearable, social media e molto altro ancora: il futuro della medicina è già qui. Cerchiamo di capire di cosa si tratta

La salute umana è migliorata solo grazie ai progressi della tecnologia. Dalla penicillina ai vaccini, dai servizi igienici ai robot chirurgici: scienza e tecnologia sono sempre stati i pilastri fondamentali per lo sviluppo in medicina. Le più recenti tecnologie digitali permettono di fare test per la diagnosi di malattie al di fuori dai laboratori, la telemedicina e l’assistenza a distanza semplificano le procedure e rafforzano i sistema sanitari, la stampa 3D rivoluziona la produzione di dispositivi e supporti medici e biologici, l’intelligenza artificiale migliora l’analisi di dati ed esami e aiuta nello sviluppo di farmaci. Le tecnologie digitali faranno sempre più parte della nostra realtà sanitaria, ma cosa sono esattamente?

L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a sostegno della salute e di tutto ciò che gli sta attorno, tra cui la promozione del benessere. Questa è la definizione di digital health (anche detta salute digitale o eHealth) e comprende diversi ambiti: telemedicina, social media, app, wearable, smartphone e tablet, intelligenza artificiale, gamification e, ovviamente, le terapie digitali, che possono racchiudere una o più delle tecnologie elencate. La digital health offre nuove opportunità per affrontare le sfide del sistema sanitario, e migliorare la qualità dell’offerta e dei servizi, mettendo al centro il singolo paziente e puntando sempre di più sulla personalizzazione della cura. Come per tutte le novità, per farle entrare nella quotidianità, è necessario un cambio di paradigma e un processo di transizione verso nuove pratiche, ad esempio il “semplice” passaggio dal cartaceo al digitale.

Dal punto di vista delle problematiche che girano attorno alla salute digitale, i più importanti sono la privacy, la validità e l’aspetto regolatorio. Inoltre, non è da sottovalutare il mercato attualmente disponibile: il rischio è che aziende che non si sono mai occupate di salute si prendano tutto lo “spazio” disponibile in questo settore emergente, complicando ulteriormente la situazione dal punto di vista regolatorio. Il lavoro da fare è molto e la situazione è ancora molto disomogenea da un Paese all’altro. Alcuni hanno già sviluppato delle linee guida – QUI sono disponibili quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in continuo aggiornamento - e definito legalmente le terapie digitali, ma molti ancora no (Italia compresa).

Terapie digitali

Le terapie digitali (digital therapeutics o DTx) sono interventi terapeutici a tutti gli effetti: rientrano nella definizione di farmaco, sono sviluppate attraverso una sperimentazione clinica controllata, seguono un percorso di approvazione da parte degli enti regolatori e possono essere rimborsate e prescritte dal medico. Il concetto alla base della terapia digitale è il principio attivo: non più chimica e biologia, ma algoritmi e software. La somministrazione, indipendente o integrata rispetto ai farmici standard, può avvenire grazie a strumenti diversi a seconda dell’età e della patologia target. Sono già diverse le malattie per le quali una DTx è stata approvata o è in sperimentazione (prevalentemente negli Stati Uniti) e, tra queste, ci sono le dipendenze, le malattie croniche, quelle del sistema nervoso centrale e le condizioni psicologiche e psichiatriche. Il trattamento si basa sul cambiamento dello stile di vita attraverso la raccolta di dati utili per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Le terapie digitali possono essere delle app, dei videogiochi, dei siti web, dei sensori, dei dispositivi wearable e molto altro ancora.

App

Sono più di 325.000 le app dedicate a salute, alimentazione, benessere, stili di vita ed esercizio fisico sui maggiori store e l’interesse dimostrato dalle persone è la prova che in futuro potranno solo aumentare. A livello di utilità, le app promuovono un maggior coinvolgimento del paziente, una miglior aderenza alla terapia, uno stile di vita sano, il miglioramento della comunicazione tra medico e paziente, l’implementazione dei servizi sanitari (alleggerendo il sistema visite e i costi) e l’aumento dei dati disponibile per la ricerca. Quest’ultimo punto è controverso a causa delle restrizioni sulla privacy, mentre gli altri sono già in fase di studio. Gli ostacoli sono diversi e vanno dalla poca fiducia da parte degli utilizzatori per affidabilità e accuratezza alla mancanza di dispositivi adeguati.

Dal punto di vista delle tempistiche è importante sottolineare che le app, come la tecnologia in generale, diventano obsolete in poco tempo. A livello regolamentare, per ovviare il problema la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha già elaborato un sistema per velocizzare e semplificare l’approvazione dei prodotti che rientrano nella definizione di digital health. Gli Stati Uniti sono indubbiamente più avanti rispetto all’Europa, che per ora è solo alle bozze delle linee guida e delle procedure per la valutazione e l’approvazione di queste tecnologie.

Wearable

La tecnologia “indossabile” si sta diffondendo sempre di più e la crescente domanda dei consumatori insegue i nuovi modelli di smartphone, sensori e smartwatch. A partire dal 2004, con la prima GoPro (la telecamera indossabile), ad oggi l’evoluzione è stata incredibile. Nel 2019 sono stati venduti quasi 70 milioni di smartwatch e le previsioni per il 2023 arrivano ai 110 milioni. Questi dispositivi sono progettati per raccogliere dati, ad esempio nel caso di Fitbits vengono raccolti dati sull’esercizio fisico degli utilizzatori. Battito cardiaco, pressione, ECG, temperatura e frequenza respiratoria sono solo alcuni dei parametri rilevabili grazie a questi strumenti. La tecnologia ha influenzato gli utenti, ma anche l’industria medica, le assicurazioni, i sistemi sanitari e le aziende tecnologiche che rispondono alla richiesta di mercato con nuovi prodotti. La svolta in questo ambito c’è stata nel 2017, quando Apple ha lanciato l’applicazione Apple Heart Study e, successivamente, l’Apple Watch è stato registrato negli Stati Uniti dalla FDA come dispositivo medico in grado di rilevare episodi di fibrillazione atriale grazie alla esecuzione di un elettrocardiogramma a una derivazione.

Intelligenza Artificiale e Machine Learning

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale si è evoluta ed è diventata un punto di riferimento per l’innovazione in molti ambiti, incluso quello medico. Le start-up specializzate sono aumentate e la ricerca sta accelerando in tutti i settori: deep learning, machine learning, algoritmi, cognitive computing, intelligenza artificiale. I dati raccolti dal sistema sanitario sono difficili da analizzare dalla mente umana: queste tecnologie permettono di trarre informazioni utili da questi ammassi di dati. L’utilizzo di queste tecnologie permette ai produttori di innovare e migliorare i loro prodotti, garantendo sicurezza ed efficacia del software usato come dispositivo medico. È necessario ridimensionare i limiti attualmente raggiungibili con l’intelligenza artificiale, che di recente è stata spesso definita come la risposta a tutto. Vanno analizzati rischi, capacità e conseguenze, specialmente in sanità, dato che la sua applicazione nel mondo della medicina è ancora spesso argomento controverso e fonte di dibattito.

Telemedicina

Stando alle Linee di indirizzo nazionali, la telemedicina è “una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località”. Non si tratta della sostituzione del rapporto medico-paziente, ma di una integrazione alla pratica medica tradizionale per migliorarne l’efficacia e l’efficienza. L’obiettivo è quello di creare una rete tra pazienti, ospedale, medici e territorio per offrire servizi sanitari migliori. I risvolti dell’applicazione di questo strumento nel sistema sanitario nazionale può migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, garantire la continuità della cura, limitari i costi. Si può utilizzare per fare diagnosi, per la prevenzione di soggetti a rischio, il monitoraggio delle terapie e la riabilitazione attraverso servizi come la televisita, il teleconsulto, la teleassistenza. La pandemia di COVID-19 ha sottolineato ancora di più la necessità di una implementazione degli strumenti telematici e digitali all’interno del sistema sanitario.

Gamification

Gamification significa applicare elementi tipici del gioco (anche del videogioco) ad altri ambiti, tra cui proprio quello medico. Un esempio è Akili Interactive, gioco sviluppato per i bambini con l’ADHD, o disturbo da deficit di attenzione iperattività, che durante la pandemia di COVID-19 è rientrato nelle linee guida emanate dalla FDA per espandere la disponibilità e facilitare l’utilizzo di dispositivi di digital health, evitando così l’esposizione al virus. Il concetto alla base è quello di modificare il comportamento attraverso situazioni divertenti e giocose, stimolando a livello sensoriale e motorio l’utente. Questo si riflette nell’attivazione di specifiche aree nel cervello che hanno un ruolo chiave nelle funzioni cognitive. In questo processo, la personalizzazione è fondamentale e l’algoritmo “aggiusta” il gioco in base ai feedback che riceve dal giocatore. Akili è solo un esempio, sono diversi i giochi in fase di sviluppo e sperimentazione a scopo medico.

Questo è solo un piccolo assaggio delle tecnologie più discusse nell’ambito delle terapie digitali e digital health: nel prossimo futuro le vedremo aumentare, migliorare ed evolvere al servizio della sanità.

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