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Eseguito al Massachusetts General Hospital, negli Stati Uniti, il primo trapianto al mondo di rene di maiale geneticamente modificato in un ricevente vivente

Il 21 marzo è stata divulgata la notizia del primo trapianto al mondo di un rene di maiale geneticamente modificato in un uomo di 62 anni affetto da malattia renale allo stadio terminale (ESKD). A questo punto della patologia i reni non sono più in grado di sostenere le esigenze dell’organismo, che cede. I chirurghi del Mass General Transplant Center del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno condotto l'intervento, durato circa quattro ore, sabato 16 marzo. L’intervento segna un ulteriore traguardo nella storia degli xenotrapianti – cioè il trapianto di organi animali in riceventi umani, argomento che Osservatorio Terapie Avanzate segue costantemente - che fino ad ora erano rimasti limitati ad animali o esseri umani in stato vegetativo.

Un intervento riuscito, che ha permesso al paziente - Richard "Rick" Slayman di Weymouth, Massachusetts - di sopravvivere e di dare un contributo alla ricerca scientifica nell’ambito degli xenotriapianti, inaugurando un nuovo capitolo nella storia dei trapianti. Il signor Slayman, che convive da molti anni con il diabete di tipo 2 e l'ipertensione, aveva ricevuto in precedenza un trapianto di rene da un donatore umano nel dicembre 2018, eseguito sempre al MGH, dopo essere stato in dialisi per sette anni. Il rene trapiantato ha mostrato segni di cedimento circa cinque anni dopo e il paziente ha ripreso la dialisi nel maggio 2023. Con la dialisi, si sono manifestate complicazioni ricorrenti, che hanno richiesto visite in ospedale ogni due settimane, con un impatto significativo sulla qualità di vita: un problema comune tra i pazienti in dialisi. L'intervento è stato eseguito nell'ambito di un singolo protocollo di accesso allargato (Expanded Access Protocol, EAP) della Food and Drug Administration. Si tratta di una forma di uso compassionevole che viene concesso a un singolo paziente, o a un gruppo di pazienti, con malattie o condizioni gravi e potenzialmente letali per accedere a trattamenti o prove sperimentali quando non esistono opzioni di trattamento o terapie. Il signor Slayman ha ricevuto anche l'infusione di nuovi farmaci immunosoppressori: il tegoprubart, fornito da Eledon Pharmaceuticals, e il ravulizumab, fornito da Alexion Pharmaceuticals.

Il signor Slayman ha dichiarato: "Sono stato un paziente del Centro trapianti del Mass General per 11 anni e ho la massima fiducia nei medici, negli infermieri e nel personale clinico che si sono occupati di me. Quando nel 2023 il mio rene trapiantato ha iniziato a non funzionare più, mi sono affidato ancora una volta al team di MGH per raggiungere i miei obiettivi: non solo migliorare la mia qualità di vita, ma anche prolungarla. Il mio nefrologo, il dottor Winfred Williams e l'équipe del Centro Trapianti mi hanno suggerito un trapianto di rene suino, spiegandomi i pro e i contro di questa procedura. L'ho vista non solo come un modo per aiutare me, ma anche come un modo per dare speranza alle migliaia di persone che hanno bisogno di un trapianto per sopravvivere. Voglio ringraziare tutti coloro che al MGH si sono presi cura di me, in particolare il dottor Williams, il dottor Kawai, il chirurgo che ha eseguito il mio primo trapianto di rene e quest’ultimo, e il dottor Riella, che ha orchestrato la logistica di questo nuovo trapianto. Mi hanno sostenuto in ogni fase del viaggio e sono certo che continueranno a farlo".

Il rene di maiale è stato fornito dall’azienda eGenesis di Cambridge (Massachusetts) ed è stato modificato geneticamente con la tecnologia di editing genomico CRISPR, per un totale di ben 69 modifiche ideate per prevenire il rigetto dell'organo e ridurre il rischio che un retrovirus endogeno nell'organo suino possa infettare il ricevente. I macachi che hanno ricevuto gli organi di maiale modificati da eGenesis con le stesse caratteristiche sono sopravvissuti per mesi o anni, e la speranza è che questo possa replicarsi nell’essere umano. Una volta trapiantato e ripristinato il flusso sanguigno, il rene ha iniziato a produrre urina come atteso. Un altro parametro della salute renale è il livello di creatinina, che dopo il trapianto si è abbassato a un livello vicino al range di normalità, facendo ben sperare i medici e il paziente.

Negli ultimi anni sono stati già trapiantati cuori di maiale modificati geneticamente in due persone vive (ne abbiamo parlato qui) e dei reni modificati sono stati trapiantati in diverse persone dichiarate morte perché prive di funzioni cerebrali (ne abbiamo parlato qui). La scorsa settimana, inoltre, un team cinese ha trapiantato un fegato di maiale modificato in un uomo di 50 anni clinicamente morto e ha tenuto l'organo in sede per dieci giorni (Fonte: Nature News). Ma non è tutto oro quel che luccica: il primo cuore di maiale geneticamente modificato trapiantato con successo in una persona vivente si è rivelato contaminato da un virus che potrebbe essere stata la causa del fallimento dell’organo. Il rischio di infezioni è una delle principali preoccupazioni quando si parla di xenotrapianti, perché si potrebbero verificare casi di “salto di specie”, cioè la trasmissione di malattie dalla specie di partenza agli esseri umani, con tutte le possibili conseguenze. Prima dell’intervento i ricercatori hanno raccolto e congelato campioni di sangue di tutti - dal paziente, ai familiari fino ai membri dell’équipe medica - in modo da analizzarli se si dovesse sviluppare una infezione e poterne valutare l’origine. Il signor Slayman verrà monitorato in modo costante nel tempo, proprio per intervenire in caso di problematiche e approfondirne eventualmente le cause.

A 70 anni dal primo trapianto di rene concluso con successo, le liste dei pazienti in attesa sono ancora lunghissime e molti moriranno senza aver la possibilità di sottoporsi all’intervento. Gli xenotrapianti potrebbero essere la soluzione alla mancanza di organi per trapianti, riuscendo ad ottenere l’indipendenza dai donatori di organi umani e contribuendo a raggiungere una qualche forma di equità sanitaria. Il caso dimostra che, almeno a breve termine, questi organi sono sicuri e funzionano come i reni umani, ma solo il tempo confermerà l’effettiva efficacia e durabilità del trapianto. Questi dati, oltre a non essere la conferma di un successo assoluto (non si sa ancora per quanto tempo funzionerà l’organo trapiantato), non permettono però di archiviare tutte le implicazioni etiche e morali dell’utilizzo di animali a questo scopo, che resta un argomento di discussione (ne abbiamo parlato qui) e che lo diventerà sempre di più nel momento in cui si potrà utilizzare questo approccio su scala più ampia.

 

Aggiornamento 4 aprile 2024:
Come raccontato da Anna Meldolesi sul suo blog, secondo i media statunitensi il paziente ha lasciato l'ospedale e il rene di maiale trapiantato funziona. Anche se è troppo presto per festeggiare un successo a lungo termine, si tratta di un notevole traguardo.

Con il contributo incondizionato di

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