leucemia mieloide acuta: un trial clinico con CAR-T da MolMed

La terapia di MolMed ha ottenuto l’approvazione per una sperimentazione clinica. Il progetto rientra nel programma europeo EURE-CART Horizon 2020

Dopo anni di test in laboratorio e di studi preclinici su modelli animali, le cellule CAR-T stanno ormai diventando una realtà nel panorama delle terapie avanzate in via di sviluppo clinico. Soltanto pochi giorni fa, infatti, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha dato l’autorizzazione all’avvio di una sperimentazione clinica di Fase I/II per le cellule CAR-T CD44v6 nel trattamento di pazienti con Leucemia Mieloide Acuta (AML) e Mieloma Multiplo (MM).

La notizia – che segue la diffusione del parere tecnico positivo giunto dall’Istituto Superiore di Sanità nella prima metà di marzo – è stata accolta con grande entusiasmo all’interno di MolMed S.p.A , la biotech da anni impegnata sul fronte della ricerca, dello sviluppo, della produzione e della validazione clinica di terapie geniche e cellulari di alto profilo e massima innovazione. La sperimentazione clinica approvata dall’AIFA, infatti, verte sull’antigene CD44v6, mai ancora impiegato nel contesto delle CAR-T per le quali, fino ad oggi, è stato usato prevalentmente l’antigene CD19. Come aveva già spiegato il prof. Claudio Bordignon, fondatore e presidente dello Scientific Advisory Board di MolMed, in un’intervista all’Osservatorio Malattie Rare , le CAR-T CD44v6 avevano prodotto buoni riscontri nei modelli di trattamento di tumori del sangue, confermando il loro potenziale anche su tumori solidi, tra cui gli adenocarcinomi del pancreas, della testa e del collo. La loro efficacia era stata osservata proprio nel rallentare la crescita dei tumori e aumentare la sopravvivenza degli animali con carcinoma del polmone e melanoma, riducendone anche le metastasi. “Sulla base di questi promettenti dati pre-clinici MolMed ha in corso una richiesta alle autorità competenti per avviare la sperimentazione sull’uomo” – precisava Bordignon qualche mese fa.

Oggi quella richiesta è stata accolta. Oltre che per la molecola oggetto d’indagine e per le patologie che coinvolge, questa sperimentazione è importante perché rientra nel progetto europeo EURE-CART Horizon 2020, di cui MolMed è coordinatore e sponsor. Questo progetto di ricerca punta sulle tecniche di ingegnerizzazione delle cellule CAR-T, a conferma dell’interesse e della fiducia suscitati da questo nuovo campo di ricerca. Il via libera alla conduzione dello studio clinico di Fase I/IIa sull’uomo con le CAR-T CD44v6 implica, infatti, la produzione delle cellule secondo le Good Manufacturing Practices (GMP), l'ottenimento dell'approvazione normativa e la progettazione e conduzione di una sperimentazione clinica multicentrica secondo le Good Clinical Practices (GCP) in diversi paesi membri dell'Unione Europea, la quale ha finanziato con 5 milioni di euro EURE-CART nell’ambito di Horizon 2020. Lo sforzo per la realizzazione del progetto – e per la sua successvia traduzione in clinica – ha richiesto l’istituzione di un consorzio di 9 partner provenienti da 5 diversi paesi dell’Unione Europea, il cui coordinamento è stato affidato a MolMed. Gli obiettivi del progetto vanno al di là dell’immunoterapia con le CAR-T, tecnica eletta "Breakthrough of the Year" dalla rivista Science nel 2013 e considerata una delle più concrete possibilità di trattamento del cancro del futuro oltre che un modello per la terapia personalizzata. Con EURE-CART si punta alla creazione di un ponte tra il mondo accademico, la grande industria e gli organsimi di regolamentazione. Guardare alle CAR-T come a un’archetipo significa credere in una ricerca traslazionale con un impatto scientifico e tecnologico di sommo livello e nel quale l’industria biotecnologica ha già investito e può ancora continuare a investire creando nuove importanti occasioni di lavoro.

“L’autorizzazione ad iniziare lo studio clinico sul CAR T CD44v6 rappresenta una milestone fondamentale per la nostra società e valorizza tutto il lavoro fatto in questi anni dai nostri ricercatori per sviluppare una pipeline innovativa nel promettente settore delle terapie CAR” – afferma Riccardo Palmisano, Amministratore Delegato di MolMed – “Come nella sua tradizione, MolMed anche in quest’area ha voluto confermare il proprio approccio pionieristico, sviluppando un CAR-T del tutto originale: mentre i due soli CAR-T ad oggi autorizzati al commercio in USA e in Europa, e la maggior parte di quelli attualmente oggetto di studi clinici in corso, utilizzano CAR specifici per l’antigene CD19, limitandone l’impiego in pazienti con malattie ematologiche della linea linfocitaria B, il CAR-T di MolMed ha un target completamente diverso, espresso sia in tumori ematologici che solidi, oltre che una promessa di sicurezza più elevata conferita dalla presenza del gene suicida”. Infatti, le cellule CAR-CD44v6 sono equipaggiate con un gene che, nel caso di eventi avversi gravi, può ‘spegnere’ l’attività del costrutto molecolare. Una sorta di freno di emergenza che contribuisce al buon mantenimento dell’elevato profilo di sicurezza del prodotto.

L’obiettivo dello studio clinico è di dimostrare la sicurezza e l’efficacia dell’immunoterapia a base di cellule CAR-T CD44v6. Nella prima fase di studio, ai pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta e mieloma multiplo, sarà somministrato il trattamento nelle diverse dosi previste dal protocollo al fine di determinare la Dose Massima Tollerata (MTD), mentre nella seconda fase, che includerà anche pazienti pediatrici, l’obiettivo primario consisterà nella valutazione dell’attività terapeutica delle cellule CAR-T su un più ampio numero di pazienti per ciascuna patologia. Alla sperimentazione prenderanno parte 5 centri clinici, due dei quali in Italia (l’Ospedale San Raffaele di Milano, quale centro coordinatore dello studio clinico, e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma) e gli altri tre in Spagna, Germania e Repubblica Ceca.

“Siamo fiduciosi che, grazie alla somma delle nostre competenze e dell’impegno in ricerca, sviluppo e produzione di terapie geniche e cellulari innovative, i risultati di questa prima fase dello studio clinico, possano confermare le attese nostre, dei clinici e dei pazienti, portando una soluzione sicura ed efficace a bisogni terapeutici ancora privi di cura” – conclude Palmisano. Il primo studio clinico sull’uomo con le CAR-T CD44v6 sta scaldando i motori e l’augurio è che presto se ne aggiungano altri.

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