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Al Focus Live 2019 Alessandro Rambaldi racconta la rivoluzione delle CAR-T, spiegando gli incredibili vantaggi che l’ingresso in scena di questa terapia sta portando ai pazienti

È sempre una buona notizia quella che ci riporta la vittoria della medicina su una brutta malattia. Ma che si sia tradotta in realtà l’idea di usare il sistema immunitario - inizialmente sconfitto - per annientare una patologia oncologica non più contrastabile con altri mezzi è straordinario. Ed è quello che i visitatori del Focus Live 2019 hanno potuto imparare lo scorso 24 novembre nel corso dello speaker’s corner dal titolo “Curare i tumori ai tempi dei superfarmaci” tenuto da Alessandro Rambaldi, professore ordinario di Ematologia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Dipartimento Ematologia-Oncologia, Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo.

“Nuove terapie immunologiche stanno entrando nell’armamentario terapeutico dell’oncologia medica e dell’ematologia”, spiega Rambaldi. “Tali terapie danno una speranza terapeutica a pazienti che hanno fallito tutti i trattamenti, non solo quelli convenzionali come la chemioterapia, ma anche il trapianto di midollo osseo. Chi fallisce quelle terapie, purtroppo, non ha una significativa speranza di guarire dalla malattia e, invece oggi, lo sviluppo di queste nuove terapie immunologiche avanzate rende possibile immaginare ed erogare un trattamento che salva la vita dei pazienti”. Il prof. Rambaldi si riferisce alle terapie CAR-T, il cui cardine è l’ingegnerizzazione dei linfociti T grazie a cui essi possono esprimere sulla loro superficie il recettore ‘CAR’ divenendo così in grado di individuare e distruggere le cellule tumorali. Si tratta di farmaci nuovissimi, attualmente indicati per pazienti affetti da alcune forme di leucemie e linfomi. I linfociti T, su cui le cellule tumorali avevano inizialmente prevalso, vengono così armati per far fronte a un nemico che nemmeno la chemioterapia e il trapianto erano stati in grado di arrestare.

“Siamo solo all’inizio di un percorso rivoluzionario che cambierà la storia della medicina e la storia dell’oncologia medica”, conclude Rambaldi. “Questi trattamenti richiedono un’organizzazione sanitaria complessa e hanno costi molto elevati pertanto non sono per tutti i pazienti ma verosimilmente nei prossimi anni la platea di coloro che potranno beneficiarne aumenterà molto. Noi ci auguriamo che non solo queste terapie mantengano la promessa di efficacia che gli studi clinici ci hanno mostrato ma che rendano anche meno tossico e più tollerabile il trattamento dei nostri pazienti”.

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