Il primo paziente ha già ricevuto la nuova terapia a base di CAR-T CD44v6 sviluppata in collaborazione con MolMed. Le sue condizioni sono buone.
Dopo aver ricevuto l’approvazione ufficiale di AIFA, è ora partito il primo studio clinico con terapia CAR-T CD44v6 per la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Il primo paziente, affetto da mieloma multiplo, è stato infuso poche settimane fa e il trattamento non ha causato nessuna reazione avversa. Lo ha dichiarato Fabio Ciceri, professore di Ematologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e primario dell’Unità di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo, quale Principal Investigator dello studio internazionale multicentrico di Fase I/II, la settimana scorsa durante l’European CAR T Cell Meeting svoltosi a Barcellona.
La terapia si basa su oltre 10 anni di ricerca di base svolta nei laboratori dell’Ospedale San Raffaele – sotto la guida di Attilio Bondanza e Monica Casucci – e arriva oggi alla sua prima prova nell’uomo grazie all’azienda biotech MolMed, specializzata nello sviluppo e validazione clinica di terapie geniche e cellulari. MolMed ha esercitato l’opzione per la tecnologia nel 2015, diventandone proprietaria, e ha sviluppato il protocollo terapeutico all’interno di un progetto Horizon2020 chiamato EURE-CART.
Le CAR-T anti-CD44v6
I linfociti CAR-T CD44v6 fanno parte della famiglia dei linfociti CAR-T (Chimeric antigen-receptor-engineered T cells): sono linfociti armati con recettori chimerici che hanno dimostrato grande potenziale antitumorale, anche contro tumori particolarmente aggressivi e resistenti a terapie tradizionali. La ricerca di nuove terapie contro i tumori va sempre più nella direzione di sostenere e guidare la risposta del sistema immunitario del paziente che già normalmente fornisce la difesa naturale contro il cancro.
“Oggi è possibile ingegnerizzare geneticamente le cellule del sistema immunitario, insegnando loro a riconoscere i tumori”, spiega Chiara Bonini, ordinario di Ematologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele. Tra i prodotti di queste tecniche di ingegnerizzazione ci sono le terapie CAR-T: i linfociti T del paziente vengono modificati fornendo loro dei recettori costruiti in laboratorio – i cosiddetti recettori chimerici – studiati proprio per riconoscere specifiche cellule tumorali e scatenare l’aggressione dell’organismo nei loro confronti.
In particolare, nel caso della terapia CAR-T anti-CD44v6, i linfociti T vengono dotati di un recettore che riconosce una specifica molecola (chiamata appunto CD44v6), che è poco espressa nei tessuti sani mentre può essere presente sulla membrana delle cellule di molti tumori epiteliali, tra cui carcinomi della mammella, del colon, del pancreas, della testa/collo e del polmone oltre che, ovviamente, del mieloma multiplo e delle leucemie mieloidi acute. CD44v6, oltre a caratterizzare queste cellule tumorali, sembra giocare un ruolo chiave nel loro sviluppo, infatti è stato dimostrato dai ricercatori in laboratorio che in sua assenza le due malattie faticano ad attecchire. È stata data particolarmente attenzione alla sicurezza della terapia dotando il sistema di una sorta di interruttore di emergenza che verrà attivato solo in caso di necessità per far morire le cellule trapiantate nel giro di pochi giorni. “Si tratta di una misura precauzionale che sarà utilizzata in caso di alti gradi di tossicità”, aggiunge Fabio Ciceri. “Trattandosi di uno studio di Fase I/II - ovvero di prima applicazione nell’uomo - è importante ricordare che la sicurezza e la tollerabilità della terapia sono il nostro obiettivo primario, a cui seguirà l’osservazione dei primi segnali di efficacia terapeutica”.
Il progetto EURE-CART
La sperimentazione clinica multicentrica di Fase I/II, rientra nel progetto europeo EURE-CART (EURopean Endeavour for Chimeric Antigen Receptor Therapies) Horizon 2020 di cui Molmed è coordinatore. Lo studio prevede la partecipazione di 5 centri clinici: due in Italia (Ospedale San Raffaele, che è centro coordinatore, e Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma) e gli altri tre in Spagna, Germania e Repubblica Ceca. L’obiettivo è di dimostrare la sicurezza e l’efficacia dell’immunoterapia basata su linfociti CAR T-CD44v6 nella leucemia mieloide acuta e nel mieloma multiplo. Il progetto si articola in due fasi: la prima coinvolge un numero limitato di pazienti adulti, in cui vengono trapiantate quantità crescenti di cellule immunitarie ingegnerizzate, allo scopo di trovare la dose ottimale. Nella seconda fase, che verrà avviata solo dopo la positiva conclusione della prima e che, in Italia, coinvolgerà anche l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, saranno trattati sia adulti che bambini. Tutti i pazienti dovranno rientrare in criteri specifici, tra cui la refrattarietà ai trattamenti già disponibili.
La ricerca è possibile grazie ai finanziamenti ricevuti da Commissione Europea all’interno del programma Horizon2020 (progetto EURE-CART).