La CAR-T è stata autorizzata per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma follicolare recidivante o refrattario ai trattamenti standard
La scommessa delle terapie a base di cellule CAR-T si sta rivelando vincente: a quattro anni dal suo ingresso sul mercato axicabtagene ciloleucel o axi-cel, pioniere insieme a tisagenlecleucel di un importante branca delle terapie avanzate, ha mostrato le sue potenzialità anche contro un’altra forma di tumore: il linfoma follicolare. Già sul finire del 2020, i dati preliminari relativi a questa CAR-T avevano riscosso grande attenzione nel corso del 62° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (ASH). A meno di due anni da quel momento la Commissione Europea ha così approvato questa terapia anche per il linfoma follicolare, estendendo così le sue indicazioni d’uso.
Sviluppata da Kite, società del gruppo Gilead, axicabtagene ciloleucel (nome commerciale Yescarta) è la prima terapia a base di cellule CAR-T che la biotech ha introdotto sul mercato (in Europa dal 2018), ma con questa approvazione amplia ulteriormente le sue indicazioni d’uso. Infatti, l’obiettivo primario di questa innovativa CAR-T sono il linfoma diffuso a grandi cellule B e il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (refrattari o recidivanti), a cui ora si aggiunge il linfoma follicolare recidivante o refrattario dopo tre o più linee di trattamento sistemico - una malattia nel mirino anche della CAR-T nota come tisagenlecleucel (nome commerciale Kymriah), altra terapia avanzata di cui nel maggio scorso sono state estese le indicazioni di cura.
Il linfoma follicolare (LF) è una forma indolente di linfoma non Hodgkin, una categoria a cui appartengono tumori maligni a crescita lenta, ma che possono diventare più aggressivi nel tempo, specialmente in caso di recidiva. Il linfoma follicolare rappresenta circa il 22% di tutti i linfomi diagnosticati nel mondo (si parla di circa 27 mila nuovi casi ogni anno in Europa): purtroppo nel caso di linfoma follicolare indolente recidivante o refrattario dopo due o più linee di terapia le opzioni per il trattamento sono attualmente limitate. Ciò ha contribuito a fare di axicabtagene ciloleucel un’interessante prospettiva terapeutica.
L’approvazione della Commissione Europea è stata supportata dai dati dello studio registrativo di Fase II ZUMA-5, condotto in pazienti con LF recidivante o refrattario già trattati con almeno due linee di terapia sistemica, fra cui la combinazione di un anticorpo monoclonale anti-CD20 e un agente alchilante. L’analisi a 24 mesi dei pazienti che avevano ricevuto tre o più linee di terapia precedente (N = 75) ha prodotto un tasso di risposta globale (ORR, Overall Response Rate) del 91% e un tasso di risposta completa (CR, Complete Response) del 77%. Inoltre, la durata mediana della risposta (DoR, Duration of Response) è stata di 38,6 mesi e la percentuale di pazienti ancora in risposta al mese 24 era del 62%. Infine, il profilo di sicurezza del farmaco si è dimostrato ben in linea con quanto già osservato negli studi precedenti (la sindrome da rilascio delle citochine e le reazioni avverse neurologiche di grado 3 o superiore si sono verificate rispettivamente nel 6% e nel 16% dei pazienti).
Circa un anno fa Kite aveva annunciato i risultati preliminari ottenuti dallo studio di Fase III ZUMA-7, che dimostravano la superiorità di axicabtagene ciloleucel rispetto allo standard di cura nel trattamento di seconda linea del linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario alle terapie. Sebbene bisognosi di conferme su numero più ampio di individui, questi dati indicano la possibilità di presentazione di una domanda di estensione delle indicazioni del farmaco, a testimonianza dell’ampia forbice terapeutica di axicabtagene ciloleucel. Un’ulteriore indicazione del potenziale di terapie come le CAR-T da cui ci si attende un sempre maggior allargamento degli obiettivi clinici e terapeutici.
Scarica il PDF con la tabella, aggiornata a giugno 2022, che riassume lo stato di approvazione delle terapie avanzate in Europa e in Italia: