Smartphone e cuore

La tecnologia potrebbe essere molto utile nella gestione della salute del cuore: due recenti studi hanno approfondito l’uso dello smartphone in due diverse situazioni cliniche

Il 29 settembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Cuore (World Heart Day), istituita dalla World Heart Federation per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione cardiovascolare. Quest’anno il tema è “UTILIZZARE ❤️ CONOSCERE ❤️”: conoscere il proprio cuore significa prendersene cura e proteggerlo. La digital health ci permette di saperne sempre di più sul nostro cuore: la frequenza cardiaca è uno dei parametri che smartwatch e smartphone monitorano di default e le app dedicate alla salute del cuore sono sempre di più. Nei primi mesi del 2023 sono stai pubblicati due studi sul tema sull’European Heart Journal – Digital Health: uno sull’utilizzo di una app per prevenire la sindrome coronarica cronica (CCS)l’altro sull’analisi della variabilità della frequenza cardiaca misurata tramite smartwatch e sul confronto di tali parametri con i risultati dell’elettrocardiogramma (ECG) in pazienti con malattie cardiovascolari. 

MISURARE I BATTITI: MEGLIO LO SMARTPHONE O L’ECG?

Lo studio condotto da ricercatori della Medical University of Innsbruck (Austria) ha visto la frequenza cardiaca come protagonista: i partecipanti allo studio sono stati sottoposti alla misurazione simultanea della variabilità della frequenza cardiaca di un segnale fotopletismografico (PPG) con uno smartwatch in commercio e con un elettrocardiogramma ad alta risoluzione (misurazione standard).

Come spiegato nella pubblicazione, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) riflette la variazione degli intervalli del battito cardiaco ed è uno strumento non invasivo ormai consolidato per valutare lo stato funzionale del sistema nervoso autonomo cardiaco. Una disfunzione di quest’ultimo, spesso caratterizzata da un'iperattività simpatica e da un ritiro vagale, svolge un ruolo chiave nella patogenesi di varie malattie cardiovascolari e cerebrovascolari ed è quindi associata a una prognosi alterata. Di conseguenza, i dati relativi all'HRV sono stati proposti per predire il rischio nei pazienti con malattie cardiovascolari, tra cui infarto miocardico, insufficienza cardiaca cronica, diabete mellito e ictus ischemico. Ai fini della predizione del rischio, l'analisi dell'HRV viene solitamente eseguita su registrazioni ECG più lunghe: ciò può limitare l'applicabilità dell'HRV nella vita quotidiana, soprattutto quando l'HRV è destinato a essere utilizzato come strumento di monitoraggio continuo in ambito ambulatoriale. Con alcune limitazioni, l'HRV può essere calcolato anche dalle registrazioni fotopletismografiche (PPG) delle onde del polso e, visto il crescente utilizzo di dispositivi indossabili con sensori PPG integrati, potrebbe facilitare questo approccio. Tuttavia, non è nota l'accuratezza dell'HRV basata su PPG derivata da uno smartwatch in popolazioni più ampie affette da malattie cardio- o cerebrovascolari che potrebbero beneficiare di un monitoraggio continuo del rischio.

Sono stati arruolati 104 pazienti sopravvissuti a un infarto miocardico acuto con innalzamento del tratto ST (un parametro nella lettura dell’elettrocardiogramma), 129 pazienti dopo un ictus ischemico e 30 persone come controllo (263 in totale). Tutti sono stati sottoposti alla registrazione simultanea della frequenza cardiaca per 30 minuti sia con smartwatch che con un ECG ad alta risoluzione per valutarne l’accuratezza. Tramite la valutazione di diversi parametri, è stato possibile verificare che la variabilità della frequenza cardiaca derivata dallo smartwatch fornisce un’alternativa valida rispetto alle misurazioni fatte con elettrocardiogramma per i marcatori globali e quelli che caratterizzano le componenti a frequenza più bassa. È però necessaria cautela con i marcatori che valutano la variabilità a breve termine.

PREVENIRE LA SINDROME CORONARICA CRONICA CON UNA APP

La malattia coronarica, caratterizzata principalmente dalla manifestazione dell’aterosclerosi, è attualmente la principale causa di morte in tutto il mondo (16% della mortalità totale – dati: Organizzazione Mondiale della Sanità) e, nel caso sia stabile, si definisce a tutti gli effetti come condizione cronica progressiva e prende il nome di sindrome coronarica cronica (CCS). La prevenzione è fondamentale per contrastare questa grave situazione e, essendo una malattia multifattoriale, si basa sia sulla terapia farmacologica che sulla modifica delle abitudini per ridurre i fattori di rischio (ad esempio ridotta attività fisica, bassa aderenza alle terapie, fumo, una dieta poco sana). Purtroppo, come spiegato nell’articolo pubblicato sull’European Hearth Journal – Digital Health, dati recenti indicano che, dopo un evento cardiovascolare, il 70% dei pazienti non riesce ad apportare le minime modifiche comportamentali necessarie per un'efficace riduzione dei rischi.

Lo studio CHANGE vuole indagare gli effetti dell’utilizzo di una app – in combinazione allo standard di cura – e valutare eventuali effetti benefici sull'aderenza complessiva alle linee guida per la prevenzione e sulla qualità della vita nei pazienti con CCS. La sperimentazione clinica sarà presto condotta in nove centri clinici tedeschi e prevedrà il coinvolgimento di 210 persone maggiorenni con diagnosi di CCS che saranno assegnati in modo causale al gruppo di controllo o a quello di intervento tramite l’utilizzo della app VantisTherapy* (attualmente disponibile solo in lingua tedesca) in aggiunta allo standard di cura. Si tratta di uno studio prospettico, randomizzato e controllato e gli esiti saranno valutati utilizzando dati oggettivi provenienti da tre visite in presenza (eseguite a 0, 12 e 24 settimane).

L'applicazione fornisce un piano quotidiano per i pazienti, che comprende esercizi video-guidati in base alle capacità del paziente, il monitoraggio dell’assunzione di farmaci e pillole educative nel formato di brevi testi. Inoltre, la app fornisce informazioni su una dieta sana secondo le linee guida e i pazienti possono effettuare la misurazione della pressione sanguigna e del peso a casa e registrare i dati. L'applicazione tiene traccia di sintomi specifici, come l’angina pectoris, e di parametri vitali e fornisce al paziente ulteriori informazioni sulla loro gestione e sull’interazione col medico.  Gli esiti primari riguarderanno l'aderenza alle raccomandazioni di prevenzione secondaria e la qualità di vita. Se dovesse andare a buon fine, potrebbe essere la prima app per la salute del cuore autorizzata e rimborsata in Germania, Paese in cui le terapie digitali approvate sono molte rispetto ad altri.

Negli ultimi anni sono emerse nuove strategie che potrebbero essere in grado di colmare le problematiche di monitoraggio e le lacune nel percorso sanitario che devono affrontare i pazienti con approcci di "eHealth". Gli approcci digitali, come le app, hanno dimostrato di essere molto efficaci come strumenti diagnostici per il rilevamento delle aritmie cardiache e non solo. Le terapie digitali in commercio nel mondo e gli esempi in letteratura scientifica sono ormai diversi, chiaro segnale dell’interesse a sviluppare sempre di più questo settore e ad approfondire sempre di più gli effetti dell’utilizzo di strumenti di digital health sulla salute del cuore.

Con il contributo incondizionato di

Website by Digitest.net



Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento Maggiori informazioni