L’intelligenza artificiale consente di prevedere quale tra l’intervento di bypass gastrico e di sleeve gastrectomy sia la scelta opportuna, sapendo in anticipo quanti chili può perdere la persona
Lo scorso 30 agosto a Napoli è iniziato il congresso mondiale dell'International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders (IFSO), durante il quale è stato presentato il lavoro del gruppo di ricerca dell’Università di Lille (Francia), sostenuto dal progetto SOPHIA dell’Unione Europe e coordinato dalla University College of Dublino. Il team ha sviluppato un algoritmo che, grazie ai dati di quasi diecimila pazienti provenienti da otto diversi Paesi, consentirebbe di prevedere se il ricorso alla chirurgia bariatrica sia la scelta più appropriata per il paziente. Lo studio è stato pubblicato su The Lancet Digital Health.
La notizia è uscita su molte testate e, come riportato anche su ANSA, "La perdita di peso a seguito di un intervento di chirurgia bariatrica può variare molto e questo rende più difficile per i pazienti e i medici valutare l'opportunità o meno di ricorrere al bisturi", spiega Carel Le Roux, tra gli autori dello studio. L’obiettivo dello studio è stato quello di sviluppare un modello di apprendimento automatico per fornire una previsione preoperatoria fino a cinque anni dopo l’operazione, focalizzandosi sul dato finale del BMI.
Lo studio, osservazionale e retrospettivo, ha previsto l’arruolamento di adulti provenienti da 12 coorti di pazienti già partecipanti ad altri studi per un totale di 10231, di cui 7701 donne e 2530 uomini. Sono stati selezionati sette fattori chiave che sembrano avere una maggiore influenza sugli esiti dell’intervento di chirurgia bariatrica. In particolare, il modello di previsione si basa su età, peso, altezza, storia di fumo, stato e durata del diabete di tipo due e tipo di intervento. Si tratta di variabili facilmente reperibili tra i dati medici, senza la necessità di fare o esaminare esami di laboratorio e quindi adatte a questa tipologia di studio clinico.
I risultati dello studio mostrano che il fattore che più di tutti influenza la perdita di peso è il tipo di intervento chirurgico. “Gli esiti dello sleeve e del bypass gastrico sono praticamente indistinguibili solo fino a 1 anno dopo l'operazione - commenta Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia Generale all'Università Federico II Napoli e presidente del congresso. “In sostanza, dopo 12 mesi hanno prodotto la stessa perdita di peso. Tuttavia, lo studio ha dimostrato la superiorità del bypass gastrico rispetto alla sleeve gastrectomy su un periodo lungo cinque anni”. Ma quale è la differenza tra i due interventi? La sleeve è un’operazione di tipo gastrorestrittivo, ovvero si riduce la dimensione effettiva dello stomaco in modo da diminuire l’introduzione di cibo e l’apporto calorico. Il bypass ha in comune questa azione restrittiva ma agisce anche modificando l’assorbimento dei nutrienti e inducendo una sensazione precoce di sazietà poiché l’operazione comporta (tramite appunto un bypass) l’esclusione dello stomaco distale e del duodeno dal processo di digestione. Un altro dei fattori selezionati risultato tra i più influenti è il diabete di tipo 2, dato che diversi studi hanno suggerito che la perdita di peso è inferiore nei pazienti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli senza diabete, in particolare in quelli con diabete non controllato. Il sesso non risulta un fattore determinante nella perdita di peso: essere femmina o maschio non influenza il risultato dell’operazione.
La prevalenza dell'obesità è aumentata a livello globale negli ultimi due decenni: si tratta di una condizione eterogenea associata a diverse complicanze e manifestazioni metaboliche, che portano a un aumento del rischio di mortalità. La chirurgia bariatrica, sebbene non sia una terapia di prima linea nel trattamento dell’obesità, è emersa negli ultimi anni come possibilità per i casi più gravi. Purtroppo, nonostante una valutazione preoperatoria accurata, è difficile prevedere i risultati della perdita di peso in seguito all'intervento: infatti, la perdita di peso cambia nel tempo e cambia – anche di molto - tra le diverse procedure chirurgiche messe in pratica e da un individuo all’altro. Stimare nel modo più preciso possibile la perdita di peso dopo la chirurgia bariatrica aiuterebbe a prendere decisioni cliniche in modo più consapevole. Per questo motivo, negli anni sono stati proposti diversi modelli per prevedere la perdita di peso post-operatoria ma, affinché tali modelli siano clinicamente utili, devono prevedere la perdita di peso almeno a cinque anni dall’operazione. Questo non è stato possibile fino ad ora, principalmente perché la tecnologia non era abbastanza sviluppata per fare previsioni così a lungo termine e perché gli studi con questo scopo erano davvero pochi.
I clinici hanno quindi ora a disposizione uno strumento in grado di supportarli nel percorso di accompagnamento del paziente attraverso le scelte mediche che meglio si adattano alla loro situazione clinica, così da avere una risposta migliore dal punto di vista dei risultati. È indubbio che l’intelligenza artificiale stia facendo discutere su molti fronti – in prima linea anche la medicina - ma se da un lato alcuni aspetti e utilizzi possono quasi spaventare dall’altro non si può negare la sua utilità.