Presentati al 62° Congresso ASH i risultati preliminari del trial CARTITUDE-1 che confermano efficacia e durata nel tempo della nuova terapia CAR-T in pazienti con il tumore in stadio avanzato
A tanti pazienti il mieloma multiplo si presenta come un tunnel che una volta imboccato non sembra lasciare via d’uscita. Per questa ragione medici e pazienti hanno accolto con gioia la notizia che le terapie a base di cellule CAR-T sono scese in campo contro questa grave forma tumorale. Nel maggio scorso, all’ultimo Congresso Mondiale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), si era parlato degli avanzamenti dello studio CARTITUDE-1 e al 62° Congresso annuale dell’American Society of Haematology (ASH) - tenutosi in forma virtuale dal 5 all’8 dicembre - si è tornati a parlare dell’efficacia e della sicurezza di ciltacabtagene autoleucel, sviluppata da Janssen, contro il mieloma multiplo.
Ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel, noto anche come LCAR-B38M e JNJ-68284528) è una terapia a base di cellule CAR-T comprendente un dominio di segnalazione CD3ζ, un dominio costimolatorio 4-1BB e due domini di legame dell’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA). Questa innovativa terapia è rivolta a persone affette da mieloma multiplo avanzato, che abbiano affrontato tre o più regimi di trattamento o che siano risultati doppiamente refrattari a un farmaco immunomodulatore e ad un inibitore del proteasoma. I dati dello studio clinico CARTITUDE-1 di Fase Ib, insieme a quelli preliminari della Fase II, sono stati presentati sabato scorso all'incontro annuale ASH dal dott. Deepu Madduri del Mount Sinai Medical Center di New York. I risultati sui primi pazienti hanno messo in evidenza risposte profonde e capaci di durare nel tempo. Il trattamento cilta-cel in pazienti affetti da mieloma multiplo avanzato, e fortemente pretrattati, ha eliminato i tumori nel 69% dei pazienti e ha ridotto i tumori in tutti e 29 i pazienti arruolati nel piccolo studio di Fase I. La terapia CAR-T di Janssen è ora in Fase II dello studio.
Il protocollo terapeutico presentato da Madduri prevede la raccolta dei linfociti T dal paziente, a cui segue una terapia di linfodeplezione e poi la somministrazione di una singola dose di cilta-cel (la dose standard è 0,75×106 cellule/kg). Alla data di “cut-off” per la raccolta dei dati (1 settembre 2020) sono stati trattati 97 dei 113 pazienti arruolati in studio: 29 nella Fase Ib e 68 nella Fase II. Si tratta di una popolazione già pesantemente sottoposta a trattamenti con pazienti che avevano ricevuto una mediana di 6 linee di terapia prima dell’arruolamento. Il 97% di essi ha risposto al trattamento (il 67% dei pazienti hanno prodotto una risposta completa rigorosa, il 26% una risposta parziale molto buona e il 4% una risposta parziale). Inoltre, al momento del “cut-off” dei dati il 72% stava ancora mantenendo la risposta al trattamento. Madduri ha sottolineato che su 57 pazienti valutabili per la malattia residua misurabile (MRD), il 93% ha raggiunto la negatività alla MRD.
Gli eventi avversi ematologici più comunemente riportati nella popolazione in studio hanno incluso la neutropenia (96%), l’anemia (81%) e la trombocitopenia (79%) anche se la maggior parte dei pazienti ha risolto le tossicità ematologiche in tempi rapidi e senza complicazioni infettive. Per quanto riguarda, invece, gli eventi avversi non ematologici al primo posto figurano la sindrome da rilascio di citochine (CRS) e la neurotossicità, che spesso caratterizzano le terapie a base di cellule T CAR. La CRS è stata osservata in 92 pazienti (95%) ed è stata classificata per lo più come un evento avverso di grado I/II che ha trovato risoluzione entro 14 giorni dall’esordio in tutti i casi, tranne uno. Circa il 21% dei pazienti ha, invece, manifestato neurotossicità.
Nel complesso si tratta di risultati preliminari di grande efficacia per una terapia CAR-T contro il mieloma multiplo, ma questi dovranno essere confermati in studi con popolazioni di pazienti più ampie. Tuttavia, essi stanno inducendo i ricercatori a valutare cilta-cel come terapia di prima linea contro il mieloma multiplo, una patologia difficile da trattare con le attuali armi a disposizione.