Terapia genica per il deficit di AADC, ok aifa

Via libera dall’AIFA per l’utilizzo di eladocagene exuparvovec, terapia genica per il trattamento del deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici

A luglio 2022 era arrivata l’approvazione da parte della Commissione Europea e ora anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato eladocagene exuparvovec (nome commerciale Upstaza), terapia genica prodotta da PTC Therapeutics per il trattamento del deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (deficit di AADC). Una terapia one-shot, indicata per pazienti di età pari o superiore ai 18 mesi con una diagnosi confermata dal punto di vista clinico, molecolare e genetico, e fenotipo severo, che può riscrivere la storia clinica dei pazienti eleggibili al trattamento. Si tratta di numeri piccoli, circa 6 pazienti all’anno in Europa e 1 all’anno in Italia, ma sono vite che potrebbero essere salvate dalla terapia genica, specialmente se supportata da un allargamento del panel di screening neonatale per includere questa malattia.

Da oggi in poi il Servizio Sanitario Nazionale potrà offrire un’opzione di trattamento ai piccoli pazienti affetti da questa grave malattia neurometabolica ultra-rara che colpisce circa 200 persone al mondo (anche se probabilmente c’è un problema di sottodiagnosi). Il deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (deficit di AADC) è una malattia causata da mutazioni a carico del gene DDC, che codifica per l’enzima AADC. Questo enzima è direttamente coinvolto nella sintesi dei neurotrasmettitori dopamina e serotonina, fin dai loro precursori. Una sua mancanza comporta gravissime alterazioni a livello della comunicazione neuronale e determina l’insorgenza di sintomi neurologici, con conseguenze su tutto l’organismo, come ad esempio disturbi del movimento, disabilità intellettiva, disturbi della respirazione, crisi oculogire, irritabilità, ipoglicemia, reflusso.

Eladocagene exuparvovec, il cui funzionamento si basa su un virus adeno-associato (AAV2), è la prima terapia genica che prevede una somministrazione tramite una infusione direttamente nel putamen del cervello. Sebbene si tratti di una procedura simile a quella utilizzata per il trattamento di alcuni disturbi neurologici, è un traguardo reso possibile dall’incontro tra le terapie avanzate e la neurochirurgia. Grazie a questo approccio, le cellule di quest’area del cervello ricominciano a produrre la dopamina, in grado di sopperire alla mancanza dovuta alla malattia. Il profilo di sicurezza e di efficacia del farmaco è stato dimostrato da studi clinici e programmi di uso compassionevole, come è stato il caso di Simone. Negli studi clinici i pazienti sono passati dal non raggiungere traguardi motori compatibili con una crescita standard a manifestare miglioramenti ed evidenziare abilità motorie clinicamente significative già a soli pochi mesi dal trattamento, poi mantenuti a distanza di anni. È possibile affermare lo stesso anche per le capacità cognitive, che migliorano visibilmente in seguito alla somministrazione della terapia.

Sono solo due i Paesi dell'Unione Europea in cui eladocagene exuparvovec ha ottenuto approvazione e rimborso da parte dei sistemi sanitari nazionali e l’Italia è uno di questi, a cui si aggiunge il Belgio. Inoltre, è autorizzata e rimborsata anche nel Regno Unito. I centri specializzati autorizzati alla somministrazione del farmaco sono solo quattro in tutta Europa: tra questi, il Policlinico Umberto I (Roma) è l’unico Ospedale pubblico e, soprattutto, l’unico che effettua la procedura in una sala da risonanza trasformata in operatoria/risonanza. 

“Questo risultato è figlio di una collaborazione intensa e convinta tra pubblico e privato, una collaborazione che ha come base la leadership dell’Italia nella nuova era delle ATMP, un’ondata di fresco nell’investimento in quelle terapie che possono cambiare radicalmente la storia naturale delle malattie”, commenta Riccardo Ena, Executive Director, PTC Therapeutics in Spagna, Italia, Portogallo. "L’Italia, oggi, dopo questa approvazione e l’eccellenza dimostrata dell’Umberto I nella procedura effettuata il 22 maggio u.s., è pronta a trattare pazienti di altre nazioni attraverso il Cross-border health care”.
[La Direttiva UE sull'assistenza sanitaria transfrontaliera Cross-border health care è entrata in vigore il 25 ottobre 2013. A determinate condizioni, c’è il diritto di richiedere un servizio o un trattamento sanitario programmato in un altro Paese dell'Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo – N.d.R.]

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