rigenerazione corneale, iPSC, cellule staminali limbari

Pubblicati i primi risultati sul trapianto di cellule staminali pluripotenti indotte effettuato su 4 pazienti affetti da diverse forme di deficit di cellule staminali limbari, rara condizione che colpisce la vista

La perdita delle cellule staminali limbari, che sono localizzate al margine della cornea, ha gravi conseguenze per la vista: perdita di chiarezza corneale, cicatrici corneali, infiammazione cronica e potenziale perdita della vista. Il deficit di cellule staminali limbari (LSCD) è una condizione rara caratterizzata dalla perdita o dalla carenza di cellule staminali nel limbus, vitali per il ripopolamento dell'epitelio corneale: quando queste cellule staminali vengono perse, l'epitelio corneale non è in grado di ripararsi e rinnovarsi. Uno studio pubblicato a novembre su The Lancet ha documentato i primi interventi di trapianto corneale realizzati utilizzando lembi di tessuto prodotti a partire da cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), aprendo così nuove prospettive per il trattamento di questa condizione.

IL DEFICIT DI CELLULE STAMINALI LIMBARI E LE POSSIBILI SOLUZIONI

La LSCD si verifica quando le cellule staminali limbari, localizzate nell’anello più scuro attorno all’iride, vengono danneggiate o distrutte. Questa condizione - che può essere causata da traumi oculari, malattie autoimmuni o fattori genetici - porta alla formazione di tessuto cicatriziale sulla cornea e compromette progressivamente la visione. Può colpire un solo occhio o entrambi, con conseguenze più o meno gravi sulla capacità visiva della persona.

Per i pazienti con un deficit di cellule staminali limbari unilaterale, le procedure autologhe di trapianto rappresentano una prima opzione, in quanto tendono a garantire una maggiore sopravvivenza a lungo termine dell'innesto. Quando un paziente soffre di LSCD bilaterale, invece, non essendoci tessuto oculare autologo disponibile, si ricorre a procedure come il trapianto allogenico di cellule staminali limbari coltivate o il trapianto di “fogli” epiteliali della mucosa orale autologa coltivati. I trapianti di tessuto limbale da donatori vivi o deceduti, presentano limitazioni significative, tra cui l’invasività della procedura, rischi di rigetto immunitario e risultati spesso incerti.

Nel 2015 è stata autorizzata in Europa la prima terapia avanzata a base di cellule staminali al mondo: Holoclar, frutto del lavoro del prof. Michele De Luca e della prof.ssa Graziella Pellegrini, permette la rigenerazione del tessuto corneale a partire dalle cellule staminali limbari prelevate dal paziente stesso per il trattamento del deficit di staminali limbari. La terapia avanzata made in Italy è destinata al “trattamento di pazienti adulti affetti da deficit di cellule staminali limbari da moderato a grave (definito dalla presenza di neovascolarizzazione superficiale della cornea in almeno due quadranti, con coinvolgimento della parte centrale della cornea e grave compromissione dell'acuità visiva), unilaterale o bilaterale, causato da ustioni oculari da agenti fisici o chimici”. Una volta prelevate, le cellule staminali limbari vengono fatte crescere in laboratorio e il lembo di epitelio, creato grazie a un supporto in fibrina, viene poi trapiantato sull’occhio del paziente.

Ma se il danno non lascia cellule staminali limbari integre in quantità sufficienti, questo approccio non è praticabile. E non lo è nei casi di LSCD causata da altri fattori. La tecnica sviluppata in Giappone rappresenta una nuova possibile opzione per la cura delle patologie corneali che conducono alla cecità e per le quali le altre tecniche attualmente disponibili non risultano idonee.

LE iPSC PER LA RIGENERAZIONE CORNEALE

Il team guidato dal professor Kohji Nishida dell’Università di Osaka ha sviluppato un metodo per creare lembi epiteliali corneali a partire da cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC). Queste cellule vengono ottenute riprogrammando cellule del sangue di donatori sani in uno stato simile a quello embrionale e differenziandole poi in cellule epiteliali corneali. I lembi, caratterizzati da una struttura multistrato simile al normale epitelio corneale, sono stati impiantati in quattro pazienti con deficit di cellule staminali limbari bilaterale tra il 2019 e il 2020.

Lo studio, di tipo interventistico e non randomizzato, ha coinvolto due donne (39 e 44 anni) e due uomini (66 e 72 anni) con LSCD avanzata. Più nello specifico, si trattava di una donna di 39 anni con necrosi epidermica tossica, una di 44 anni con LSCD idiopatica, un uomo di 66 anni con pemfigoide delle membrane mucose oculari e uno di 72 anni con LSCD idiopatica. Gli interventi sono stati eseguiti su un solo occhio per ciascun paziente, rimuovendo il tessuto cicatriziale corneale e applicando il lembo epiteliale derivato da iPSC (chiamato iCEPS nello studio), proteggendo poi l’occhio con una lente a contatto apposita. Due pazienti hanno ricevuto farmaci immunosoppressori a basso dosaggio, mentre agli altri due non è stato somministrato alcun trattamento immunosoppressivo.

A due anni dall’intervento, non sono stati osservati effetti collaterali gravi, come la formazione di tumori o il rigetto immunitario, ma solo eventi avversi lievi o moderati. Tutti i pazienti hanno mostrato miglioramenti significativi nella visione e una riduzione dell’opacità corneale. In tre pazienti, i benefici si sono mantenuti stabili per l’intero periodo di osservazione, mentre un paziente ha manifestato una lieve regressione.

IPOTESI DI FUNZIONAMENTO E PROSPETTIVE

I miglioramenti visivi potrebbero derivare dalla proliferazione delle cellule trapiantate o dalla migrazione di cellule native stimolate dal trapianto. L’assenza di rigetto, anche senza immunosoppressione, potrebbe essere spiegata dalla bassa espressione di antigeni HLA delle cellule derivate da iPSC. Ci sono alcuni limiti in questo studio, in primis il numero dei casi considerati. Infatti, il team prevede di avviare una sperimentazione clinica multicentrica per confermare l’efficacia su scala più ampia e valutare l’applicabilità del trattamento a una varietà di patologie oculari. Se i risultati futuri confermeranno questi dati preliminari, questa tecnologia potrà offrire una nuova speranza alle persone affette da LSCD.

Con il contributo incondizionato di

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