Approvazione

Fino ad oggi era consentito l’accesso anticipato fino ai 6 mesi d’età grazie alla legge 648/96, ora la terapia sarà erogata gratuitamente dal SSN per i pazienti SMA fino ai 13,5 kg

Il 9 marzo 2021 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha concesso l’approvazione e la rimborsabilità per onasemnogene abeparvovec (nota con il nome commerciale Zolgensma): la terapia genica prodotta da Novartis per l’atrofia muscolare spinale (SMA) è da oggi realtà anche nel nostro Paese. Il via libera alla commercializzazione e all’erogazione gratuita da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stato concesso per i pazienti affetti da SMA di tipo 1 fino a 13,5 kg (che corrispondono a bambini di circa 3 anni d’età) e pazienti pre-sintomatici con 2 copie del gene SMN2. Così facendo AIFA va incontro alla richiesta di accesso per i bambini oltre i 6 mesi che è stata oggetto di un dibattito nazionale negli ultimi mesi. Considerando i tempi tecnici necessari per l’accesso, onasemnogene abeparvovec sarà disponibile per i pazienti italiani già da aprile.

L’autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) di onasemnogene abeparvovec da parte della Commissione Europea risale a maggio 2020 e sei mesi dopo l’AIFA aveva approvato il programma di accesso anticipato (legge 648/1996), facendolo diventare un’opzione terapeutica per i bambini SMA fino ai 6 mesi di vita. Da allora, i trattamenti per la SMA di tipo 1 sono stati oggetto di una bufera mediatica che ha portato diverse famiglie a protestare per ottenere l’autorizzazione alla somministrazione del farmaco anche oltre quel limite d’età, anche a causa di notizie confondenti e inesattezze. “Quello di oggi – commenta Anita Pallara, Presidente di FamiglieSMA - è un risultato importantissimo, ottenuto grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto medici, istituzioni, azienda e autorità competenti. Un traguardo che conferma le grandi opportunità che la ricerca scientifica ci sta riservando”.

In Italia nascono ogni anno circa 40-50 bambini con la SMA, patologia neuromuscolare rara nota per essere la prima causa di morte genetica infantile. La SMA di tipo 1 – la forma più grave della malattia per cui è previsto l’accesso alla terapia genica – colpisce il 60% dei nuovi nati con la patologia (circa 20-25 bambini ogni anno) e fino a pochi anni fa era difficile sopravvivere oltre i due anni.  Ma, per fortuna, i progressi nel campo della ricerca scientifica e delle terapie avanzate stanno letteralmente rivoluzionando la storia naturale di questa patologia.  

Se fino a quattro anni fa non c’era possibilità di contrastare la patologia, oggi le opzioni terapeutiche disponibili per la SMA in Italia salgono ufficialmente a tre. Due di queste rientrano nella categorie delle terapie su RNA: nusinersen (nome commerciale Spinraza) , farmaco autorizzato dall’AIFA nel 2017, e risdiplam che ha da pochissimo ricevuto l’opinione positiva del CHMP dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ma che è già disponibile in Italia dal 2020, per i pazienti con SMA di tipo 1 e di tipo 2 impossibilitati ad accedere ad altre opzioni terapeutiche, grazie al programma di uso compassionevole. E ora è arrivata anche onasemnogene abeparvovec, terapia genica che fornisce all’organismo una copia sana del gene SMN1, andando ad agire proprio sul difetto genetico. Nusinersen è somministrato per via intratecale ed è attualmente disponibile per i pazienti di tutte le età, risdiplam è invece un farmaco che si assume per via orale indicato per i pazienti SMA1 e SMA2 dai 2 mesi di età e, infine, onasemnogene abeparvovec prevede una singola infusione endovenosa (“one shot”) ed è autorizzato per i pazienti SMA1 fino ai 13,5 kg di peso. Con questa nuova approvazione da parte dell’AIFA, le terapie avanzate disponibili oggi in Italia salgono a sette, di cui cinque sono terapie geniche.

AIFA ha inserito il farmaco in Classe H (medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile) e il prezzo ex factory visibile nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale è il prezzo richiesto inizialmente dall’azienda, da cui si parte per la negoziazione con il SSN. Il prezzo di cessione agli ospedali è diverso e confidenziale: come riportato nel decreto è un prezzo che si ottiene applicando un sconto obbligatorio, negoziato tra l’azienda produttrice e l’AIFA, al prezzo originale. Tale prezzo verrà ripartito in un orizzonte temporale di 48 mesi secondo un sistema di pagamento condizionato (payment at results), ovvero le tranches di pagamento saranno riconosciute e fatturate solo al raggiungimento da parte del paziente di milestones coerenti con la patologia e con l’evoluzione del paziente, come prova dell’efficacia della terapia.

Pochi giorni fa anche il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) del Regno Unito ha approvato Zolgensma e ha pubblicato una bozza di guida - aperta alla consultazione pubblica fino al 6 aprile - che raccomanda la terapia genica per i bambini affetti da SMA1 fino a 12 mesi

Famiglie SMA aveva chiesto l’approvazione di Zolgensma fino a 21 kg (come da approvazione europea), ma il limite attuale è stato deciso per la sicurezza dei pazienti e in collaborazione con la comunità scientifica italiana. “Aver avuto l’autorizzazione al farmaco fino a 13,5 kg, quindi per bambini che hanno mediamente intorno ai tre anni, è per noi oggi un grandissimo risultato”, commenta Anita Pallara. “Siamo ottimisti nel ritenere che non appena nuovi dati scientifici confermeranno l’efficacia e la sicurezza per un peso maggiore si potranno ampliare ulteriormente i paramenti di accesso per la terapia genica”. Come per tutte le terapie per la SMA, anche Zolgensma aumenta la sua efficacia quanto prima avviene la somministrazione: in caso di sintomi lievi o non ancora manifestati, la risposta del paziente sarà migliore. Da ciò deriva l’importanza dello screening neonatale per la SMA a livello nazionale (ora attivo solo nel Lazio e in Toscana ma presto disponibile anche in Liguria e Piemonte), dato che permette l’identificazione della malattia fin dai primi giorni di vita e l’intervento terapeutico prima che compaiano sintomi gravi e irreversibili.

La terapia genica per la SMA ha ricevuto da AIFA il riconoscimento di piena innovatività e potrà fornire, su un orizzonte temporale di lunga durata, un importante beneficio clinico con un impatto sulle funzioni muscolari, come ad esempio quelle indispensabili per respirare, deglutire o semplicemente per stare in posizione seduta. “L'approvazione della terapia genica in Italia rappresenta un momento importante nel trattamento dell’atrofia muscolare spinale poiché consente di avere a disposizione una soluzione terapeutica che viene somministrata una sola volta nella vita ed è grado di cambiare la storia naturale della malattia soprattutto se eseguita precocemente", ha dichiarato il Prof. Eugenio Mercuri, Direttore Unità Operativa Complessa Neuropsichiatria Infantile, Policlinico Gemelli, Roma Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. "Per questo motivo è necessario riuscire a identificare precocemente le nuove diagnosi in modo da poter intervenire tempestivamente. Risulta prioritario che innovazione terapeutica e potenziamento dei percorsi di screening siano sempre più integrati nel nostro sistema: è infatti indispensabile diagnosticare la SMA e iniziare il trattamento il più presto possibile, per arrestare la perdita irreversibile di motoneuroni e la progressione della malattia”.

Ad oggi, sono oltre 1000 i pazienti trattati nel mondo con questa terapia genica in studi clinici, nell’ambito post marketing e di programmi di accesso gestito. L’accordo con l’azienda Novartis ha inoltre incluso l’impegno della società a mettere a disposizione il farmaco a titolo gratuito all’interno di studi clinici per i bambini con un peso compreso tra i 13,5 e i 21 kg, allo scopo di acquisire su questi pazienti, in un setting controllato, dati ulteriori di efficacia e sicurezza.

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