Alla scoperta dell’origine e delle cause dei dubbi e dei tanti motivi di confusione degli italiani sulla scienza e sui suoi insegnamenti
È stata una lettura estiva, leggera ma appassionante. Perché “Sospettosi”, pubblicato da Einaudi, pur non essendo il saggio di un illustre cattedratico della medicina o della biologia ha qualcosa di molto importante da dire. Il sottotitolo è eloquente. “Noi e i nostri dubbi sulla scienza”. E già questo aiuta a spiegare il punto d’osservazione dell’autrice che non si limita a studiare il problema dall’esterno ma vi si immerge in prima persona per esplorarlo da dentro. “Sospettosi” è, infatti, un reportage che Bencivelli ha scritto dopo aver realizzato diverse interviste a più persone su un vasto gruppo di tematiche, tutte ovviamente collegate all’ambito scientifico. Dai vaccini alle diete estreme, fino alle terapie alternative anche in ambito oncologico. Questioni scottanti che riguardano un po’ tutti noi e che Bencivelli decide di esaminare partendo dal semplice concetto che tutti noi, all’interno della nostra bolla di amicizie e conoscenze siamo in contatto con qualcuno che ha fatto una scelta antiscientifica. Qualcuno che “pur non avendoci fatto cambiare idea ci ha fatto riflettere su una cosa nuova, di cui abbiamo rispettato il punto di vista e con cui siamo rimasti amici”.
Per comprendere le scelte - spesso aberranti, è inutile nasconderlo - degli italiani, Silvia Bencivelli decide di partire proprio dalla gente e dalle storie di conoscenti o amici più o meno vicini che siano entrati in conflitto con alcuni principi scientifici. No-vax, complottisti e nemici di Big Pharma (che spesso nemmeno sanno cosa sia Big Pharma) non rientrano nella popolazione scelta per questa operazione che si rivolge, invece, alla gente con una certa cultura scientifica e un’idea precisa di ciò che sta facendo. Si è inevitabilmente creata una scollatura tra ricercatori ed accademici e il cittadino medio, Bencivelli - giornalista scientifica corredata di una laurea in medicina e chirurgia - va alla ricerca delle ragioni per cui la colla non ha tenuto.
Il campo di gioco sono gli argomenti di cui sentiamo più spesso parlare in televisione e sui giornali: vaccini, diete fantasiose che promettono di vivere oltre i cento anni, curiosi metodi diagnostici per intolleranze alimentari (che sono cosa ben diversa dalle allergie!), la gravidanza e il parto e, ultime ma non meno importanti quelle terapie alternative - come la cura Di Bella o il metodo Stamina - che possono condurre un paziente ad abbandonare i percorsi terapeutici stabiliti dalla medicina. Con un linguaggio semplice ma non incline alla mera semplificazione e con quel tocco di tagliente umorismo ligure coltivato in terra toscana Bencivelli scolpisce ogni capitolo, mescolando le storie degli intervistati con interventi di esperti e rappresentanti dell’universo scientifico, facendo emergere dati e riportando citazioni. Occorre però essere chiari sui presupposti di questo viaggio: l’autrice spezzina non mette in discussione la necessità di vaccinare i figli o di eseguire la chemioterapia ma si propone di dare voce a chi semplicemente nutre dubbi nei confronti della medicina e delle sue scoperte. In tal senso, “Sospettosi” è un invito al dialogo e al confronto.
E questa è una scelta che non molti medici e biologi sono oggi disposti a fare. Ma che rappresenta anche il punto di forza del libro. Perché la scienza oggi deve essere dialogante, deve essere vicina ai pazienti e non arroccata sulle sue posizioni. “Sospettosi” è un libro che dovrebbero leggere prima di tutto i medici perché a causare questa frattura tra chi sostiene la scientificità dei metodi di ricerca e chi, invece, si affida ai percorsi alternativi ha contribuito anche la distanza che in tanti casi si è venuta a creare tra medico e paziente. La costruzione del rapporto di fiducia passa attraverso un dialogo costante che dissolva i dubbi e le perplessità. L’aspetto psicologico non è meno importante di quello terapeutico: la storia della scienza non è esente da errori e passi falsi e l’atteggiamento a volte sicuro di sé di chi non deve spiegarsi può essere controproducente. Molte delle persone che hanno posizioni anti-scientifiche hanno un ottimo livello di cultura e sono benestanti economicamente. E dunque perché si rivolgono ad interlocutori poco affidabili come santoni o venditori di prodotti costosi e palesemente inefficaci? La diffusione di un certo genere di informazioni su canali televisivi e sul web non è di aiuto ed è per tale ragione che questo libro dovrebbe essere letto anche dalla casalinga, dall’insegnante o dal postino. Cioè da chi, pur non avendo precise nozioni mediche ha bisogno - e desiderio - di comprendere quali siano gli ingranaggi che fanno muovere la macchina scientifica. Cos’è una sperimentazione clinica? Perché dura così a lungo? Che valore hanno le pubblicazioni sulle riviste specializzate? Prima di dare credito a millantatori e sedicenti curatori che con colorati articoli sul web propongono la “cura universale” a tutti i mali quotidiani è bene farsi venire qualche dubbio perché il nostro organismo è complesso e i rimedi facili - e non necessariamente a buon prezzo - puzzano di imbroglio.
Infine, questo è un libro per chi ha l’onere - e l’onore - di fare divulgazione scientifica. Parlare di terapie avanzate al giorno d’oggi non è semplice, sia che ci si rivolga ad un’ampia platea, sia che ci si trovi ad un tavolo con gli amici una sera d’estate. La comunicazione deve affondare le sue radici nell’informazione e non nella sola visibilità. Ci vuole umiltà e assennatezza per collocarsi esattamente nel mezzo, tra chi scrive e chi legge - e vive sulla sua pelle - la storia e l’evoluzione della medicina. Il giornalista scientifico ha una grossa responsabilità nel processo di educazione culturale e, come lo scienziato, non deve dimenticare mai di verificare le proprie fonti e lasciar da parte i pregiudizi.
“Sospettosi” è, dunque, una lettura avvincente ed edificante rivolta a una platea varia e in grado di toccare temi d’attualità scientifica diversi ma tutti accomunati dal sospetto e dall’illusione che esistano alternative facili, poco invasive, a buon mercato e pure efficaci. Caratteristiche più vicine a definire l’illusione che la realtà.