Occhio

Si tratta del primo paziente pediatrico, affetto dalla rara forma di cecità congenita, a cui è stata somministrata una terapia sperimentale basata sull’editing genomico in vivo 

EDIT-101, terapia sperimentale basata su CRISPR per il trattamento dell’amaurosi congenita di Leber-10 (LCA10), è stata somministrata per la prima volta a un paziente pediatrico. La tecnica di editing genomico per trattare la LCA10 aveva già ottenuto un primato: nel 2020, infatti, CRISPR è stata utilizzata per la prima volta in vivo in un essere umano proprio per questo scopo. Con il termine amaurosi congenita di Leber si definisce un insieme di malattie ereditarie progressive che colpiscono la vista fin dai primi mesi di vita. Sono riconducibili a diverse mutazioni genetiche che colpiscono i fotorecettori, cioè le cellule responsabili della percezione della luce, e la forma più comune è proprio la LCA10, che colpisce il 20-30% dei pazienti con diagnosi di Leber. 

Per evitare la cecità causata dalle malattie ereditarie che colpiscono l’occhio si stanno studiando diverse soluzioni terapeutiche, tra cui proprio l’editing genomico. Queste patologie sono causate da mutazioni che portano a disfunzioni più o meno gravi a bastoncelli e coni, le cellule specializzate che ci permettono la visione. Tra le mutazioni più diffuse ci sono quelle che colpiscono i geni RPE65 e CEP90. Ad esempio, mutazioni in entrambe le copie di RPE65 portano a una distrofia retinica ereditaria che oggi, se vengono rispettati alcuni criteri clinici, è possibile trattare grazie alla terapia genica voretigene neparvovec, meglio nota con il nome commerciale Luxturna e rimborsata in Italia dal 2021.

Nel caso dell’amaurosi congenita di Leber la cecità si manifesta generalmente tra i 30 e i 40 anni di età e non è reversibile. CEP90, gene che – se mutato – causa questa patologia, è l’obiettivo di EDIT-101, terapia sperimentale basata sul sistema di editing Crispr-Cas9. CRISPR è stato preso in considerazione per questa malattia perché il gene coinvolto è troppo grande per essere inserito in un vettore per la terapia genica classica: correggere il difetto direttamente sul DNA potrebbe quindi essere la soluzione giusta. Il trattamento può essere somministrato tramite un’unica iniezione subretinica e agisce direttamente sui fotorecettori. Mentre le mutazioni che colpiscono CEP290 disattivano le cellule che rilevano la luce, le cellule retiniche sono comunque presenti e vitali anche nei pazienti affetti da LCA10, motivo per cui si può pensare di agire localmente per ripristinare la visione.

Il trial clinico di Fase I/II BRILLIANCE – ancora in corso e con conclusione prevista per il 2024 – ha l’obiettivo di valutare fino a 3 dosaggi crescenti di EDIT-101 nelle diverse coorti di pazienti, e include sia adulti che bambini e ragazzi (dai 3 ai 17 anni). Nel 2021 Editas Medicine, l’azienda che ha sviluppato la terapia sperimentale, aveva condiviso i dati clinici preliminari positivi  sui pazienti adulti già trattati con EDIT-101, confermando l’assenza di eventi avversi o tossicità grave e modesti segni di miglioramento in alcune coorti di pazienti trattati con la dose intermedia.

Dopo l’analisi dei dati di sicurezza negli adulti, è stata data l’approvazione a procedere con la somministrazione della dose intermedia su un bambino. Stando al comunicato stampa, l’azienda prevede di completare la sperimentazione con la dose intermedia entro la prima metà del 2022 e si aspetta di iniziare con la dose più alta – sempre nei pazienti pediatrici – entro quest’anno. Sempre entro i prossimi mesi è prevista la valutazione di sicurezza ed efficacia del trattamento negli adulti. Pur essendo ancora un trattamento sperimentale, EDIT-101 è una speranza concreta per i pazienti affetti da amaurosi congenita di Leber 10, per cui attualmente non esistono terapie approvate. Proprio per questo motivo ha ottenuto anche la designazione di farmaco orfano dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

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