emofilia

Confermata la durata dell’attività del Fattore VIII e la conseguente riduzione degli episodi di sanguinamento dopo la somministrazione di valoctocogene roxaparvovec

A febbraio sono stati pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine i risultati di uno studio osservazionale che ha coinvolto 134 persone affette da emofilia A grave a cui era stata precedentemente somministrata valoctocogene roxaparvovec (nome commerciale Roctavian). L’obiettivo consisteva nella valutazione del profilo di sicurezza e di efficacia della terapia genica approvata lo scorso anno in Europa e, più nello specifico, la variazione nel numero di eventi emorragici a distanza di due anni dal trattamento. I risultati dimostrano la durata dell’attività del Fattore VIII prodotto grazie alla terapia e una diminuzione degli episodi di sanguinamento, che possono essere paragonati a quelli che si verificano nei casi lievi e moderati di emofilia A.

L’EMOFILIA A

Una malattia del sangue causata dalla carenza congenita di Fattore VIII, una proteina implicata nella coagulazione: l’emofilia A provoca episodi di sanguinamento più o meno gravi, causando notevoli disagi alle persone che ne soffrono. La gravità della malattia dipende direttamente dalla carenza del fattore coagulante: meno ne viene prodotto, peggiore sarà il quadro clinico. La forma grave è associata a emorragie spontanee e artropatia, una complicanza dovuta al sanguinamento nelle cavità articolari. È una patologia ereditaria e – come per l’emofilia B – la trasmissione è collegata al cromosoma X, il che comporta la manifestazione della malattia solo nei maschi, mentre le femmine sono portatrici sane.

LA TERAPIA GENICA

La gestione della malattia prevede la profilassi con Fattore VIII o con emicizumab, anticorpo monoclonale per il trattamento di routine degli episodi emorragici in pazienti con emofilia A. Purtroppo, queste soluzioni non sono risolutive e il trattamento a vita ha un grosso impatto sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. 

Proprio per questo motivo, il faro è stato puntato sulla terapia genica: valoctocogene roxaparvovec rappresenta la prima terapia genica autorizzata per il trattamento di pazienti adulti affetti da emofilia A in forma grave, senza una storia clinica di inibitori del Fattore VIII. Valoctocogene roxaparvovec utilizza un vettore virale AAV5 per trasferire una sequenza codificante il Fattore VIII umano, in modo da garantire la produzione endogena nelle cellule del fegato di persone affette da emofilia A. Nello studio clinico di Fase III GENEr8-1, 134 uomini con emofilia A - che stavano ricevendo una profilassi regolare con Fattore VIII esogeno da almeno 6 mesi - hanno ricevuto valoctocogene roxaparvovec per via endovenosa. Lo studio pubblicato su The New England Journal of Medicine riporta i dati clinici ad almeno due anni dalla somministrazione.

I DATI DI FOLLOW-UP

I partecipanti al trial clinico GENEr8-1 sono stati inclusi direttamente nel successivo studio non interventistico e osservazionale per la valutazione degli effetti della terapia a distanza di almeno 24 mesi. Tra i partecipanti è stata osservata una riduzione significativa dei tassi di sanguinamento annualizzati rispetto a quelli riportati con la profilassi standard anche due anni dopo il trattamento con valoctocogene roxaparvovec.

Sono in corso ricerche per caratterizzare, ulteriormente, i fattori che influenzano l'espressione del gene trasferito con la terapia genica e anche analisi per valutare l'effetto del minor numero di episodi di sanguinamento con necessità di trattamento sulla qualità della vita dei partecipanti. Ad esempio, tra i sei partecipanti allo studio che hanno ripreso la profilassi, la maggior parte ha continuato a beneficiare del trattamento con valoctocogene roxaparvovec, grazie a un minor numero di eventi emorragici segnalati dopo la ripresa della profilassi rispetto a quando ricevevano la profilassi prima della terapia. Nessun evento avverso grave ritardato è stato attribuito al valoctocogene roxaparvovec o all'uso di immunosoppressori.

Lo studio ha però alcuni limiti, riportati dagli stessi autori: ad esempio, la segnalazione degli eventi di sanguinamento e del successivo trattamento era responsabilità dei partecipanti e la classificazione del sanguinamento spontaneo rispetto a quello traumatico è stata fatta sulla base delle sole informazioni riportate dai partecipanti. Questi parametri potrebbero aver influito sui risultati. Sebbene valoctocogene roxaparvovec non possa eliminare del tutto gli episodi di sanguinamento, fornisce una protezione più consistente rispetto alla profilassi con il Fattore VIII, con un minor onere di trattamento per i pazienti e le famiglie e, di conseguenza, per i sistemi sanitari. 

L’ultimo anno è stato un anno decisamente importante per quel che riguarda le terapie avanzate ideate per combattere l’emofilia: la terapia genica per l’emofilia A è stata autorizzata dalla Commissione Europea ad agosto 2022 e qualche mese dopo, a febbraio 2023, è arrivata l’autorizzazione anche per la terapia per l’emofilia B.

Scarica le tabelle di Osservatorio Terapie Avanzate che riassumono lo stato delle approvazioni delle terapie in Europa e in Italia.

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