lesione spinale, cellule staminali

Per la prima volta cellule staminali pluripotenti indotte sono state trapiantate in pazienti con lesione spinale completa. Due di loro hanno mostrato miglioramenti, ma i risultati sono preliminari

Una lesione spinale può cambiare la vita in un istante, lasciando il paziente parzialmente o totalmente paralizzato e con scarse possibilità di recupero. Ma le terapie avanzate aprono uno spiraglio in una delle sfide più difficili della medicina: ripristinare il tessuto danneggiato e ristabilire le connessioni tra le cellule nervose. Un recente studio della Keio University di Tokyo ha testato per la prima volta il trapianto di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) in quattro pazienti con lesione spinale completa. Dopo un anno, nessuno ha riportato effetti collaterali gravi e in due casi si sono osservati miglioramenti funzionali. Risultati promettenti, ma ancora preliminari: i dati, presentati a marzo in conferenza stampa, non sono stati sottoposti a peer-review e serviranno studi più ampi per determinare la reale efficacia della terapia.

LESIONI SPINALI: NUMERI E CONSEGUENZE

Ogni anno, le lesioni al midollo spinale colpiscono migliaia di persone: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si stima che nel mondo si verifichino tra i 250.000 e i 500.000 nuovi casi all'anno, con un’incidenza maggiore tra i giovani uomini a causa di incidenti stradali e traumi sportivi. In Italia, si registrano circa 1.500 nuovi casi all'anno. Quando il danno al midollo è completo, le connessioni tra il cervello e le aree del corpo al di sotto della lesione vengono interrotte, causando paralisi e perdita di sensibilità.

Al momento, non esiste una cura efficace per ripristinare queste connessioni: i trattamenti si concentrano sulla stabilizzazione della colonna vertebrale, la riabilitazione e l’uso di dispositivi di assistenza. Ci sono stati dei risultati molto promettenti con l’utilizzo di innovativi dispositivi di stimolazione elettrica (ne abbiamo parlato qui), ma rimangono casi circoscritti e non si è ancora passati ad una pratica clinica autorizzata a livello regolatorio. La capacità di riparare il tessuto nervoso danneggiato rimane una delle sfide più difficili della medicina.

CELLULE STAMINALI E LESIONI SPINALI

Una sfida che i ricercatori sperano di vincere grazie alle terapie avanzate. Studi recenti dimostrano che è possibile convertire le cellule gliali (non neuronali) del sistema nervoso in neuroni grazie alla terapia genica o usare nanomateriali come i tubi di carbonio per ristabilire le connessioni tra le cellule nervose.

Ma una delle strategie sulla quale gli scienziati puntano da diversi anni è l’uso delle cellule staminali, che hanno la capacità di trasformarsi in diversi tipi cellulari e rigenerare il tessuto perso. In particolare, le cellule iPSC – ottenute riprogrammando cellule adulte in uno stato simile a quello embrionale – permettono di ottenere cellule neuronali da un donatore senza ricorrere a cellule staminali embrionali.

Non mancano però i rischi: le cellule trapiantate potrebbero non sopravvivere o non integrarsi correttamente, e in alcuni casi potrebbero crescere in modo incontrollato, aumentando il rischio di reazioni avverse come infiammazioni, rigetti o tumori. Per questo, prima di essere utilizzate nei pazienti, le terapie avanzate devono superare rigorosi controlli ed essere autorizzate dalle autorità competenti. Poche settimane fa l’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) ha lanciato un allarme proprio su questo argomento. Un prodotto a base di cellule staminali, ad esempio, può essere somministrato solo se ha ottenuto l’autorizzazione della Commissione Europea e dell’ente regolatore nazionale, se è incluso in una sperimentazione clinica autorizzata o, in casi eccezionali, se viene utilizzato in ambito ospedaliero sotto stretto controllo medico.

LO STUDIO GIAPPONESE

Al momento, esiste una terapia a base di cellule staminali mesenchimali che è stata approvata in Giappone per il trattamento delle lesioni spinali (ne avevamo parlato qui), decisione che ha sollevato molti dubbi e discussioni. La terapia non ha poi avuto semafori verdi regolatori né in Europa né negli Stati Uniti. 

Lo studio clinico della Keio University di Tokyo si è basato, invece, sul potenziale delle iPSC e rappresenta un primo passo importante per valutare questo tipo di cellule staminali nella rigenerazione del tessuto nervoso. I quattro pazienti che hanno partecipato al trial sono tutti dai 60 anni in su e con una lesione spinale completa e recente, verificatasi tra le due e le quattro settimane precedenti il trattamento.

Le cellule staminali, ottenute da un donatore e differenziate in precursori neuronali, sono state iniettate direttamente nella sede della lesione. Dopo il trapianto, i pazienti hanno ricevuto farmaci immunosoppressori per sei mesi per evitare il rigetto. A un anno dall’intervento, due pazienti hanno mostrato miglioramenti motori: uno dei pazienti ha riacquistato parzialmente il movimento degli arti, mentre un altro è riuscito a stare in piedi autonomamente e ora sta “reimparando” a camminare. Negli altri due non si sono osservati miglioramenti significativi.

È importante sottolineare che lo studio aveva l'obiettivo principale di valutare la sicurezza del trattamento, non la sua efficacia. Non è possibile determinare se i miglioramenti osservati siano attribuibili alla terapia, poiché alcuni pazienti con lesioni spinali possono recuperare parzialmente nel tempo anche senza interventi specifici. Inoltre, il trapianto è stato testato solo su pazienti con lesioni recenti, non è chiaro se la strategia possa funzionare anche nei casi di danni più datati. Saranno necessari studi con un numero maggiore di pazienti e una serie di rigorose valutazioni.  

PROSPETTIVE FUTURE E CAUTELA NELLA RICERCA

Nonostante i chiari limiti, questo studio rappresenta un primo passo: la sicurezza della procedura è stata confermata, e ci sono dei segnali di efficacia anche se non definitivi e solo sulla metà dei pazienti. L’azienda biotecnologica K Pharma, co-fondata dal ricercatore Hideyuki Okano, sta già pianificando di richiedere l’autorizzazione per procedere con sperimentazioni cliniche su un numero maggiore di pazienti.

Studi precedenti su modelli animali (topi e scimmie) hanno suggerito che le cellule iPSC potrebbero favorire la rigenerazione del tessuto nervoso secernendo molecole di supporto, contribuendo alla formazione di nuove connessioni sinaptiche e ripristinando le guaine mieliniche delle fibre nervose. Tuttavia, rimangono molte incognite: quante cellule sopravvivono dopo il trapianto? Come si integrano nel midollo spinale? Quali pazienti potrebbero trarne i maggiori benefici?

Nel frattempo, le ricerche sulle cellule iPSC continuano a espandersi in diversi ambiti della medicina rigenerativa: sono già in fase di sperimentazione come trattamento per la degenerazione maculare legata (ne abbiamo parlato qui e qui), e per il Parkinson. Negli Stati Uniti, invece, è in corso una sperimentazione clinica che utilizza cellule staminali embrionali per il trattamento delle lesioni spinali. Serviranno tempo e ulteriori studi, ma ogni nuovo passo è una piccola speranza di poter arrivare ad una terapia efficace per queste gravi condizioni.

Con il contributo incondizionato di

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