Ictus

Un’analisi degli studi sulla terapia basata sulle cellule staminali mesenchimali per l’ictus emorragico, nel tentativo di far luce sullo stato attuale della ricerca

Sono ormai diversi anni che la comunità scientifica internazionale esplora le possibilità offerte dalle terapie cellulari e, nell’ambito delle cellule staminali, i progressi e le applicazioni sono diversi. Sebbene da un lato ci sia una grande speranza per tutta una serie di patologie, come ad esempio nel caso del trapianto di midollo osseo già autorizzato per trattare diverse malattie; dall’altro è emerso un rischio per i pazienti a causa della vendita di prodotti non regolamentati e non supportati da evidenze scientifiche. Per quanto riguarda il trattamento per l’ictus emorragico, una review pubblicata lo scorso anno su Regenerative Medicine cerca di riassumere le conoscenze a disposizione – sia in ambito preclinico che clinico - sulla terapia a base di cellule staminali mesenchimali.

L’ictus emorragico è un evento causato dalla rottura di un vaso sanguigno e dalla conseguenza fuoriuscita di sangue, che si riversa nel cranio causando una emorragia (classificata in modo diverso a seconda di dov’è localizzata). Questo provoca una carenza di sangue e ossigeno al cervello, ai quali si aggiunge la risposta infiammatoria che peggiora il già delicato quadro clinico. Gli ictus emorragici, stando ai dati riportati sulla review, rappresentano il 15% di tutte le tipologie di ictus, ma sono responsabili del 40% delle morti causate da questa lesione per la quale al momento non esiste cura. L’evacuazione chirurgica dell’emorragia è una tecnica che sta migliorando, ma viene usata solo se sussistono determinate condizioni. Se il paziente sopravvive, i danni permanenti possono essere molteplici e riguardano la memoria, il linguaggio e le attività quotidiane.
La situazione delle cliniche che offrono trattamenti non validati scientificamente e non approvati con le cellule staminali mesenchimali (MSC) dagli enti regolatori è reale e spesso sfuggente, ma per fortuna le MSC stanno trovando il loro spazio anche tra le terapie approvate, come dimostra il medicinale darvadstrocel (Alofisel), usato per il trattamento di fistole anali complesse in adulti con malattia di Crohn. Le MSC sono cellule multipotenti che si trovano nel midollo osseo, nel tessuto adiposo, nel cordone ombelicale e nella placenta, e servono per riparare varie tipologie di tessuto (osso, cartilagine, adipe, ma anche cellule del cervello come neuroni e glia): gli studi relativi a queste cellule sono indirizzati verso trattamenti per i danni a ossa e cartilagini (menisco del ginocchio, osteoartrite), ai vasi sanguigni danneggiati, per l’infiammazione e altro ancora.

Riferendosi all’ictus emorragico, si tratta proprio di vasi sanguigni rotti e neuroni danneggiati. Le cellule staminali mesenchimali sono state già studiate come trattamento per l’ictus ischemico, come confermano diversi studi citati nella pubblicazione, tra cui questa review. Purtroppo, non ci sono state altrettante pubblicazioni scientifiche relative all’ictus emorragico, sebbene ci siano già oltre dieci anni di studi preclinici svolti che dimostrano miglioramenti funzionali in diversi modelli animali per questa grave patologia. Le MSC potrebbero riparare le cellule danneggiate e ridurre l’infiammazione scatenata dal danno stesso, migliorando così la risposta dei pazienti. Gli studi confermano che la maggior parte delle MSC somministrate per via endovenosa vengono intrappolate nei polmoni nel giro di pochissimo, rendendo inutile il trattamento. Si è però rilevato che le MSC hanno la capacità di andare anche al sito della lesione: i meccanismi con cui ciò accade non sono ancora conosciuti, ma le ipotesi sono diverse e riguardano la risposta infiammatoria.

Gli studi clinici che riguardano le MSC per ictus emorragico sull’uomo sono limitati e ci sono varie complicanze e specificità da valutare caso per caso. Ad oggi possiamo dire che sembra esserci una suscettibilità alla risposta infiammatoria: le MSC possono agire come modulatore dell’infiammazione causata dall’evento ischemico. Dato che la chirurgia per la risoluzione dell’ematoma non è così frequente, sapere che le MSC riescono a raggiungere la sede della lesione e a limitare il danno è un dato importante, anche se in fase di approfondimento. Questo perché i pazienti colpiti nel mondo sono moltissimi e i danni alle capacità dell’individuo spesso gravi. La ricerca sperimentale, che ancora non ha risposto a tutti i requisiti che i ricercatori si pongono, richiede ulteriori indagini approfondite per quanto riguarda la sicurezza a lungo termine e l’efficacia.

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