Se saranno confermati con futuri studi clinici, questi dati potrebbero aprire la strada a una nuova era per una serie di condizioni autoimmuni difficili da trattare
È ancora presto per parlare di guarigione ma di fatto, una persona con lupus eritematoso sistemico (LES), dopo 18 mesi dal trattamento con terapia CAR-T è ancora priva di sintomi, senza aver assunto nessun altro tipo di cura. Un secondo paziente è in remissione senza farmaci da un anno e così altri tre. Tutti hanno ricevuto un’innovativa terapia avanzata, con un'autorizzazione di “uso compassionevole”, che consente ai ricercatori di provare farmaci non approvati su persone gravemente malate senza altre opzioni di trattamento. “I risultati sono incoraggianti”, ha affermato Georg Schett, ricercatore della Friedrich Alexander University Erlangen-Nuremberg (Germania), che ha coordinato lo studio pubblicato lo scorso settembre su Nature Medicine. “Siamo rimasti davvero sorpresi di quanto fosse efficace”.
IL LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO
Il lupus è una patologia infiammatoria multisistemica che colpisce prevalentemente le donne in giovane età. È caratterizzata dalla produzione massiccia di autoanticorpi da parte delle cellule B (componenti del sistema immunitario), diretti contro globuli rossi, bianchi e piastrine o contro componenti della cellula quali DNA e mitocondri. Più di 100 autoanticorpi sono stati identificati nei pazienti con lupus, diretti verso ciò che i recettori cellulari hanno segnalato come agente patogeno sospetto, ma che in realtà sono proteine del corpo.
Questi autoanticorpi a loro volta stimolano gli stessi linfociti T ad amplificare l’attacco all’organismo, in un circolo vizioso di infiammazione e risposte immunitarie che possono portare a danni agli organi, dolore, affaticamento e altri sintomi, fino a essere pericolosa per la vita stessa. La grande quantità di anticorpi prodotta può infatti danneggiare l’organismo causando anche trombosi o di distruzione di cellule del sangue.
CAR-T E LUPUS
Le cause che portano all’insorgenza del lupus non sono ancora note, il che complica ulteriormente lo sviluppo di un trattamento efficace. Finora le terapie si sono concentrate su farmaci, inclusi steroidi, che cercano di controllare la malattia e altri che hanno come obiettivo la distruzione dei linfociti B. Ma senza aver raggiunto risultati importanti. Per questo già da tempo i ricercatori stanno provando a sfruttare le terapie CAR-T – finora approvate solo contro alcuni tumori maligni del sangue – anche per il trattamento del lupus.
Queste terapie innovative infatti utilizzano i linfociti T del paziente stesso, che vengono ingegnerizzati in laboratorio per esprimere un recettore (CAR) contro l’antigene CD19, una proteina che si trova sulla superficie dei linfociti B. Questo permette alle cellule CAR-T di riconoscere i linfociti B che nelle persone con lupus sono “impazziti”, e distruggerli.
RESET DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Lo studio condotto dai ricercatori della Friedrich Alexander University Erlangen-Nuremberg ha mostrato come la terapia CAR-T sia stata in grado di liberare cinque pazienti affetti da lupus, dagli autoanticorpi legati alla malattia, garantendo a essi un nuovo sistema immunitario. Quattro donne e un uomo di 22 anni di media, affetti da malattia attiva da circa quattro anni e resistenti a diversi trattamenti farmacologici immunosoppressori, sono stati arruolati nel programma di cellule CAR-T per uso compassionevole.
Le analisi effettuate dopo il trattamento hanno mostrato che le cellule CAR-T hanno eliminato le cellule B, portando a un miglioramento dei sintomi clinici e alla normalizzazione dei parametri di laboratorio in tutti e cinque i pazienti dopo tre mesi dal trattamento. Inoltre, i sintomi non sono ricomparsi, anche dopo diversi mesi dall’infusione e senza la necessità di ricorrere all’impiego di ulteriori trattamenti, anche dopo la ricomparsa delle cellule B (circa cento giorni dopo). Il che significa che i “nuovi” linfociti B agiscono normalmente svolgendo le proprie funzioni senza produrre autoanticorpi.
SPERANZE
Una delle donne coinvolte nello studio, aveva smesso di insegnare perché la malattia era talmente grave da far gonfiare il muscolo cardiaco. A luglio, è tornata in classe. Tra i pazienti che hanno ricevuto il trattamento c’è chi ha ricominciato ad andare a cavallo e chi a fare il DJ nei locali notturni. Tutte attività impossibili da svolgere prime della terapia CAR-T, per via della stanchezza cronica, uno dei sintomi più invalidanti del lupus. Ora il prossimo passo sarà replicare i risultati appena pubblicati in studi clinici che coinvolgano gruppi di persone più ampi e con un periodo di osservazione ancora più lungo: per verificare che le cellule CAR-T siano veramente sicure ed efficaci contro il lupus. Se così fosse, secondo i ricercatori potrebbe davvero essere l’inizio di una nuova era per un'intera serie di condizioni autoimmuni difficili da trattare.