Linfoma

Presentati al Convegno Annuale ASCO i dati del trial ZUMA-5: elevati i tassi di risposta ad axicabtagene ciloleucel nei pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente, recidivante o refrattario

Una nuova promessa da parte delle terapie a base di cellule CAR-T contro il linfoma non-Hodgkin. È stato questo l’annuncio che Kite, società del gruppo Gilead, ha diffuso nel corso di una sessione orale al Convegno Annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) – svoltosi per la prima volta in forma virtuale alla fine del mese di maggio - durante la quale sono stati presentati i risultati di un’analisi intermedia dello studio clinico ZUMA-5, condotto su pazienti adulti con linfoma non-Hodgkin (NHL) indolente (a crescita lenta) recidivante o refrattario, dopo almeno due precedenti linee di terapia.

Sia il linfoma follicolare (LF) che il linfoma della zona marginale (MZL) rappresentano forme di linfoma non-Hodgkin-indolente (iNHL), nelle quali i tumori maligni crescono lentamente ma possono diventare più aggressivi nel corso del tempo. Il LF è la forma più comune di linfoma indolente, nonché il secondo tipo più comune di linfoma a livello globale (rappresenta circa il 22% di tutti i linfomi diagnosticati in tutto il mondo), mentre il MZL è il terzo linfoma più comune, e rappresenta dall’8 al 12% di tutti i NHL a cellule B. Nonostante i progressi nella gestione e i sostanziali miglioramenti nella sopravvivenza a lungo termine, attualmente, non esistono standard di trattamento per il LF recidivante/refrattario dopo che siano state tentate due o più strategie terapeutiche, ed esistono opzioni limitate per il trattamento del MZL recidivante o refrattario.

ZUMA-5 è un trial clinico di Fase II, multicentrico, a singolo braccio e in aperto che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza di axicabtagene ciloleucel (Yescarta®) in individui affetti da queste forme di linfoma. Da un’analisi intermedia dei dati dello studio è emerso che, dopo una singola infusione, il 93% dei pazienti (n=96 valutabili per l’efficacia) ha risposto alla terapia, e per l’80% di essi la risposta è stata completa. Il 95% dei pazienti con linfoma follicolare recidivante o refrattario (n = 80) che avevano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia sistemica ha risposto a axicabtagene ciloleucel, ivi incluso l’81% dei pazienti che avevano ottenuto una risposta completa e il 68% dei pazienti con una risposta in corso dopo un follow-up di almeno nove mesi. Dei pazienti con linfoma della zona marginale recidivante o refrattario (n = 16), l’81% ha risposto a axicabtagene ciloleucel, e il 75% ha ottenuto una risposta completa dopo almeno un mese di follow-up. Con un follow-up mediano di 15,3 mesi su tutti i pazienti, la durata mediana della risposta è stata di 20,8 mesi, mentre la sopravvivenza libera da progressione di malattia mediana è stata di 23,5 mesi.

“Lo scenario delle malattie onco-ematologiche sta subendo un’importante rivoluzione. I dati dell’analisi intermedia dello studio ZUMA-5 sono molto incoraggianti e promettenti come dimostrato dall’elevato tasso di risposta globale e dai tassi di risposta completa”, afferma Pier Luigi Zinzani, Professore Ordinario di Ematologia presso l’Istituto di Ematologia ‘L. e A. Seràgnoli’ dell’Università di Bologna. “Pazienti che soffrono di alcuni linfomi non-Hodgkin indolenti, come il linfoma follicolare, che sono maggiormente soggetti a recidive e hanno una maggiore probabilità di sviluppare la malattia in forma più aggressiva nel corso del tempo oggi possono contare una diversa opzione di trattamento”.

In attesa dei risultati dell’analisi primaria a 12 mesi, Kite prevede di presentare entro la fine dell’anno alla Food and Drug Administration statunitense (FDA) una sBLA, ovvero una domanda di registrazione per sostanze biologiche supplementare, finalizzata all’estensione delle indicazioni di axicabtagene ciloleucel attualmente autorizzate. La terapia di Gilead ha, infatti, ottenuto dalla FDA la designazione di “terapia fortemente innovativa” (Breakthrough Therapy Designation) per il linfoma follicolare o il linfoma della zona marginale recidivanti o refrattari, dopo almeno due precedenti terapie e, in caso di approvazione della sBLA, axicabtagene ciloleucel diventerebbe la prima e unica terapia cellulare con recettore antigenico chimerico delle cellule T (CAR-T) approvata per il trattamento di NHL indolenti recidivanti o refrattari.

Axicabtagene ciloleucel sta migliorando in modo significativo gli esiti per i pazienti affetti da alcuni tumori recidivanti e refrattari, come il linfoma diffuso a grandi cellule B”, dichiara Ken Takeshita, Global Head of Clinical Development presso Kite. “Questi risultati dello studio clinico ZUMA-5 supportano la nostra valutazione secondo la quale la nostra terapia CAR-T ha il potenziale per fornire benefici nel linfoma non Hodgkin indolente; siamo, pertanto, impazienti di condividere, nel corso di quest’anno, i risultati dell’analisi primaria condotta in pazienti con malattia recidivante o refrattaria”.

Nell’analisi di sicurezza di 140 pazienti affetti da entrambe le forme di linfoma trattati, gli eventi avversi maggiormente riscontrati sono stati la sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore ed eventi neurologici, rispettivamente nell’8% e nel 17% dei pazienti. Ci sono stati due eventi avversi di grado 5 in pazienti con LF, incluso un paziente con insufficienza d’organo multisistemica nel contesto della CRS correlata al trattamento, e un paziente con dissezione aortica non correlata al trattamento. L’analisi primaria con 12 mesi di follow-up è tuttora in corso.

 

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