I recenti risultati dello studio clinico di Fase II confermano quelli ottenuti in Fase I: si osserva una drastica riduzione dei gonfiori in seguito alla terapia con NTLA-2002
Un singolo trattamento con una terapia basata su Crispr-Cas9 potrebbe essere sufficiente a sostituire i farmaci giornalieri dei pazienti affetti da angioedema ereditario (HAE), una malattia genetica rara che provoca attacchi imprevedibili di gonfiore che possono colpire diverse parti del corpo - come pelle, intestino e laringe - risultando in episodi dolorosi e potenzialmente pericolosi per la vita. Lo studio pubblicato a fine ottobre su The New England Journal of Medicine conferma i risultati promettenti dello studio clinico di Fase I (ne avevamo parlato qui e qui), che hanno evidenziato una riduzione notevole degli episodi di gonfiore da HAE in seguito al trattamento one-shot con la terapia di editing genomico.
L’angioedema ereditario, che colpisce circa una persona su 50.000, è dovuto a mutazioni nel gene SERPING1, che codifica per l'inibitore della C1 esterasi (C1INH), una proteina chiave nella regolazione dell'attivazione della bradichinina, responsabile della vasodilatazione e degli attacchi di gonfiore. Finora, le terapie per questa patologia hanno puntato sulla gestione dei sintomi e sulla prevenzione degli attacchi attraverso l’inibizione della callicreina plasmatica, una proteina strettamente legata alla produzione della bradichinina.
NTLA-2002 rappresenta un'innovativa terapia di editing genico basata sul sistema Crispr-Cas9, che mira a ridurre i livelli di callicreina tramite una singola somministrazione endovenosa (one-shot). Il farmaco agisce direttamente sul gene KLKB1, responsabile della produzione della proteina precursore della callicreina, inattivandolo nelle cellule epatiche. In questo modo, il farmaco potrebbe fornire una soluzione potenzialmente definitiva, prevenendo le manifestazioni cliniche caratteristiche dell'angioedema ereditario. La speranza è che NTLA-2002 possa migliorare in modo significativo la qualità della vita dei pazienti, eliminando la necessità di terapie preventive continue e permettendo un controllo duraturo e stabile della malattia, con un miglioramento sostanziale della qualità della vita.
Dopo lo studio di Fase I, che ha incluso 10 pazienti, è stata avviata una Fase II che ha coinvolto diversi centri clinici nel mondo (Europa, Australia e Nuova Zelanda), guidati dall'University Medical Centre di Amsterdam, durante la quale è stata testata la terapia sperimentale su 27 pazienti con due diversi dosaggi rispetto al placebo. L'obiettivo principale dello studio era di ridurre il numero medio mensile di attacchi. I risultati mostrano che, rispetto al placebo, NTLA-2002 ha portato a una drastica riduzione degli attacchi e a una riduzione sostenuta e significativa dei livelli di callicreina. Nella fase di osservazione di 16 settimane, il gruppo trattato con la dose più bassa ha registrato una riduzione degli attacchi mensili del 75%, mentre il gruppo trattato con la dose più alta ha raggiunto una riduzione del 77%. Nei pazienti che hanno ricevuto il placebo, invece, i livelli di callicreina non hanno mostrato cambiamenti significativi. Sul fronte della sicurezza, NTLA-2002 è stato generalmente ben tollerato e solo due pazienti hanno riportato reazioni durante l’infusione, che sono state gestite senza complicazioni.
Se i miglioramenti dal punto di vista clinico sono l’obiettivo principale della terapia genica, i pazienti trattati con NTLA-2002 hanno mostrato anche progressi significativi nella loro qualità di vita, con un impatto minore dal punto di vista psicologico e fisico della malattia. Alla luce di questi risultati incoraggianti, è stato avviato un trial clinico di Fase III per verificare se NTLA-2002 possa rappresentare una reale soluzione terapeutica a lungo termine.