AIFA - rimborsabilità axi-cel

Il trattamento a base di CAR-T sarà rivolto a pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B in prima recidiva o refrattario e a quelli con linfoma follicolare altamente pretrattato 

Inizialmente approvata per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) o con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL) in fase avanzata,   nel 2022 axicabtagene ciloleucel (axi-cel) ha ricevuto il via libera dall’EMA per un’estensione delle indicazioni d’uso anche alle fasi più precoci. Ora anche in Italia viene confermata la possibilità di impiegare sempre più precocemente questa terapia a base di cellule CAR-T; inoltre, axi-cel è stato approvato da AIFA per per il trattamento di pazienti adulti con linfoma follicolare (LF) r/r dopo tre o più linee di terapia sistemica - dopo che già lo scorso anno, aveva ottenuto un’estensione delle indicazioni per il linfoma follicolare da parte dell’ente regolatorio europeo.

In un recente comunicato stampa Gilead Sciences - società biofarmaceutica californiana impegnata nello sviluppo di terapie a base di cellule CAR-T - ha annunciato la pubblicazione della determina AIFA n. 675/2023, con la quale sono state approvate le due nuove indicazioni per axi-cel: il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma a cellule B ad alto grado refrattari alla chemio-immunoterapia di prima linea o recidivanti entro 12 mesi dal completamento della chemio-immunoterapia di prima linea; e quello di pazienti adulti con LF r/r dopo tre o più linee di terapia sistemica. Si tratta del raggiungimento di un nuovo importante traguardo, basato rispettivamente sui dati dei trial clinici di Fase III ZUMA-7 e ZUMA-5 nei quali axi-cel ha dimostrato un potenziale curativo superiore agli attuali standard di cura.

LINFOMA DIFFUSO A GRANDI CELLULE B: ZUMA-7

ZUMA-7 è uno studio multicentrico, condotto in aperto, per valutare la sicurezza e l’efficacia di axicabtagene ciloleucel: i suoi risultati confermano la validità dell’approccio con le CAR-T rispetto all’attuale standard di cura per la terapia di seconda linea in pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B refrattario o recidivante entro 12 mesi dal completamento della terapia di prima linea.

“Ad un follow up mediano di 47,2 mesi, in ZUMA-7, axi-cel ha dimostrato una riduzione del 27% del rischio di morte rispetto allo standard di cura attuale”, dichiara Paolo Corradini, Professore di Ematologia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, nonché Presidente della Società Italiana di Ematologia. “A quattro anni, il 54,6% dei pazienti che hanno ricevuto axi-cel sono vivi rispetto al 46% del braccio di confronto. È inoltre importante sottolineare che il 57% dei pazienti randomizzati al braccio standard abbia comunque ricevuto una terapia cellulare come terza linea. Si tratta di dati che non hanno precedenti negli ultimi trent’anni nella cura dei linfomi aggressivi refrattari, una notizia di grande rilievo per i pazienti e per noi ematologi. Si consolida così ulteriormente il ruolo delle terapie CAR-T nella cura dei linfomi che diventano una importante opportunità di cura già dalla seconda linea nei pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B”.

Per quasi 30 anni, infatti, il trattamento standard di seconda linea per il DLBCL è stato un regime composto da più fasi, aventi inizio con la chemioterapia a base di platino, seguita in color che rispondono, da chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali. Fino ad oggi, con questo approccio, solo il 10% dei pazienti affetti da DLBCL refrattario o recidivato alla prima linea poteva essere curato.

Nello studio ZUMA-7 - i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine - 359 pazienti sono stati randomizzati in 77 centri a ricevere una singola infusione di axi-cel o l’attuale terapia standard di cura in seconda linea. L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da eventi. Gli endpoint secondari chiave includevano il tasso di risposta obiettiva e la sopravvivenza globale; ulteriori endpoint secondari includevano gli esiti riferiti dai pazienti e la sicurezza. Axicabtagene ciloleucel ha dimostrato un aumento di 2,5 volte del tasso di sopravvivenza libera da eventi a due anni (40,5% vs. 16,3%), nonché una sopravvivenza libera da eventi mediana quattro volte maggiore (8,3 vs. 2,0 mesi) rispetto allo standard di cura. Rispetto a quelli che ricevevano lo standard di cura, un maggior numero di pazienti ha risposto ad axic-cel (tasso di risposta obiettiva: 83% vs. 50%) e più del doppio ha ottenuto una risposta completa (tasso di risposta completa: 65% vs. 32%). Infine, axic-cel ha dimostrato una riduzione del 27,4% del rischio di decesso a 4 anni rispetto alla terapia standard, evidenziando la necessita di avviare precocemente il paziente a tale trattamento prima dell’inizio di altre terapie.

LINFOMA FOLLICOLARE: ZUMA-5 

ZUMA-5 è uno studio multicentrico, a singolo braccio, in aperto, che ha valutato 127 pazienti (di età ≥18 anni) con linfoma follicolare recidivante o refrattario, già sottoposti ad almeno due linee di terapia sistemica, includenti la combinazione di un anticorpo monoclonale anti-CD20 e un agente alchilante. L’endpoint primario dello studio era il tasso di risposta obiettiva, e gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta completa, il tasso di risposta obiettiva e la risposta completa, la durata della risposta, la sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera da progressione e l’incidenza di eventi avversi. I risultati del trial ZUMA-5 - usati per valutare l’efficacia e la sicurezza di axi-cel contro il linfoma follicolare recidivato e refrattario - sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Oncology.

“Dopo 3 anni di follow-up in ZUMA-5, axi-cel ha dimostrato risposte durature nei pazienti con linfoma follicolare r/r e un miglioramento statisticamente significativo degli endpoint clinici rispetto alle terapie attualmente disponibili per i pazienti con LF r/r sulla base dei dati dello studio SCHOLAR-5”, dichiara Pier Luigi Zinzani, Professore Ordinario di Ematologia presso l’IRCCS Istituto di Ematologia ‘L. e A. Seràgnoli’ dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. In quarta linea o più - dove con le terapie precedentemente disponibili la mediana di sopravvivenza libera da progressione non superava i 6 mesi - axi-cel ha dimostrato un 93% di risposte globali con un 77% di risposte complete. Il 52% dei pazienti era libero da progressione a 3 anni.

Scarica il PDF con la tabella che riassume lo stato di approvazione delle terapie avanzate in Europa e in Italia:

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