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Un recente studio statunitense propone la creazione di un nuovo ente, il Pediatric Advanced Medicines Biotech, per ottimizzare la produzione e portare i trattamenti sul mercato

Lo studio intitolato "Enhancing Pediatric Access to Cell and Gene Therapies", pubblicato su Nature Medicine lo scorso luglio, si concentra su una sfida cruciale per la medicina moderna: migliorare l'accesso dei pazienti pediatrici che ne beneficerebbero alle terapie cellulari e geniche. Negli ultimi anni, queste terapie hanno rappresentato una svolta nella cura di alcune malattie gravi, molte delle quali senza alcuna speranza di trattamento e con aspettative di vita ridotte. Tuttavia, per i piccoli e giovani pazienti, l’accesso a queste terapie incontra più ostacoli di quelli che già normalmente affrontano le terapie avanzate per adulti, tra cui quelli economici, regolatori e di sviluppo.

QUALCHE ESEMPIO E QUALCHE DIFFICOLTÀ

Le terapie avanzate offrono possibilità prima impensabili in ambito medico, rappresentando oggi soluzioni terapeutiche per alcune malattie genetiche rare e patologie oncologiche. Da quando le prime terapie di questo tipo sono state approvate, sono stati confermati i loro effetti, che spesso si sono tradotti in un cambio di rotta nella storia clinica dei pazienti. Ad esempio, voretigene neparvovec (nome commerciale: Luxturna) ha permesso a bambini con una specifica cecità congenita di riacquisire la vista, onasemnogene abeparvovec (nome commerciale: Zolgensma) ha aumentato le aspettative di vita nei neonati con una diagnosi di atrofia muscolare spinale (SMA) ed exagamglogene autotemcel (nome commerciale: Casgevy), recentemente approvato in Europa per il trattamento della beta-talassemia trasfusione dipendente e dell’anemia falciforme, è prossimo alla prima somministrazione al di fuori di un trial clinico proprio nel nostro Paese.

Nonostante questi successi, l'accesso a queste terapie rimane limitato. Una delle principali e più note ragioni è la natura altamente specializzata e costosa dei processi di produzione, che ha conseguenze importanti sul prezzo del farmaco e sulla diffusione geografica della terapia. Ma non c’è solo questo. Produrre terapie per un numero bassissimo di pazienti seguendo il modello tradizionale non è attualmente sostenibile, motivo per cui le biotech tendono a focalizzare i loro sforzi su malattie più comuni e che colpiscono gli adulti, dato che coprono un mercato più ampio. Le malattie rare pediatriche, purtroppo, rendono molto difficile il recupero degli investimenti fatti per lo sviluppo di terapie.

Un esempio di questa crisi è il caso di Strimvelis, una terapia genica per una forma rara di immunodeficienza, l’ADA-SCID. Nonostante l’approvazione da parte dell'Agenzia Europea dei Medicinali nel 2016, il farmaco ha rischiato di essere ritirato dal mercato a causa dell’insostenibilità dei costi di produzione, visto anche il numero ridottissimo di pazienti che possono farne uso. In questo caso è intervenuta Fondazione Telethon, che si è fatta carico del processo produttivo e di commercializzazione della terapia genica, evitando così al farmaco salvavita di sparire dal mercato e di mettere fine alla speranza dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.

Un altro degli ostacoli principali è rappresentato dalle complesse normative che regolano lo sviluppo e la produzione delle terapie avanzate. Ad esempio, i requisiti di produzione per una terapia che ha un target di 10.000 pazienti sono gli stessi di quelli per una malattia di soli 10 pazienti, e lo stesso vale per i costi di sottomissione dei dossier per l’approvazione agli enti regolatori. Un sistema impostato sulla “taglia unica” rende tutto molto difficile.

LA PROPOSTA: IL MODELLO PEDIATRIC ADVANCED MEDICINES BIOTECH

Per affrontare queste sfide, lo studio – firmato da esperti che lavorano nel campo della terapia genica e cellulare negli Stati Uniti, tra cui anche Fyodor Urnov noto per essere un pioniere della tecnologia CRISPR - propone la creazione di una nuova entità chiamata Pediatric Advanced Medicines Biotech (PAMB). Questa struttura si distinguerebbe dai modelli tradizionali del settore biopharma e sarebbe dedicata esclusivamente allo sviluppo e alla commercializzazione di terapie geniche e cellulari pediatriche. Il ruolo della PAMB sarebbe quello di intervenire nella fase di sviluppo avanzato delle terapie, collaborando con il mondo accademico e con gli ospedali pediatrici per ottimizzare la produzione e portare i trattamenti sul mercato.

Le funzioni di questo ente sarebbero molteplici. Tra queste c’è la collaborazione con i centri di eccellenza e gli istituti di ricerca per identificare terapie da sviluppare in fase avanzata, ma anche la riduzione dei costi di produzione attraverso l’automatizzazione dei processi e lo sviluppo di piattaforme declinabili a più utilizzi. Un altro punto riguarda i percorsi di approvazione accelerata e i meccanismi burocratici per il recupero dei costi e la riforma delle pratiche di concessione delle licenze per i diritti di proprietà intellettuale per facilitare lo sviluppo di terapie pediatriche.

Un esempio di come opererebbe la PAMB potrebbe essere una terapia genica sviluppata in un centro accademico e già dimostrata sicura ed efficace nelle fasi iniziali di sperimentazione clinica. La PAMB prenderebbe in carico la terapia nella fase di sperimentazione avanzata, negoziando le licenze e lavorando con le strutture accademiche per ottimizzare la produzione. Successivamente, sponsorizzerebbe gli studi clinici, gestirebbe il processo regolatorio di autorizzazione e, infine, si occuperebbe della commercializzazione e della gestione della distribuzione e dei rimborsi.

La configurazione della PAMB esclusivamente come ente no-profit o come entità ibrida no-profit/for-profit sarà determinata in base a considerazioni finanziarie e all'ottimizzazione del modello di business, tenendo conto degli oneri fiscali, dell'accesso a fondi di investitori o a opportunità di prestito o di altri fattori. Sebbene l'obiettivo finale sia quello di creare un'entità autosufficiente, è possibile che il PAMB richieda sovvenzioni da fondi pubblici, donazioni filantropiche o altri flussi di entrate per la sostenibilità a lungo termine, al fine di garantire l'accesso continuo a queste terapie salvavita.

Lo studio propone un cambio di paradigma per migliorare l'accesso a bambini e bambine di tutto il mondo alle terapie cellulari e geniche, attraverso la creazione di un modello specifico e alternativo a quello tradizionale. La creazione della PAMB rappresenta un tentativo di risolvere i fallimenti del mercato e di garantire che i progressi scientifici nel campo delle terapie avanzate possano essere resi disponibili ai bambini affetti da malattie gravi e rare.

Con il contributo incondizionato di

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