Si chiude un anno ricco di scoperte e avvenimenti scientifici e si inizia a guardare al 2024 con curiosità e attesa. La speranza è di vedere nuove terapie avanzate e innovative sul mercato
Il 2023 è stato l’anno di CRISPR e dell’intelligenza artificiale: due tematiche che più volte in questi ultimi mesi hanno conquistato le prime pagine delle riviste scientifiche internazionali così come quelle dei giornali generalisti. Quest’anno CRISPR, con oltre 150 trial clinici in corso, è arrivata in clinica con le prime approvazioni per il trattamento dell’anemia falciforme in Regno Unito e negli Stati Uniti (e un parere positivo del CHMP europeo). L’altra grande notizia a tema CRISPR è l’uso del base editing per ridurre il colesterolo nei pazienti con gravi malattie cardiovascolari. Inoltre, nel corso di quest’anno l’intelligenza artificiale è diventata ufficialmente mainstream: accessibile e facile da usare, ma ancora acerba e fonte di accesi dibattiti sulle sue possibili applicazioni, l’AI è ormai protagonista di innumerevoli studi clinici. Quali saranno i trend del 2024? Nature e Science fanno la loro previsione annuale e Nature Medicine dedica un approfondimento ai trial clinici che guideranno la medicina di quest’anno.
Gli avanzamenti nel campo dell’intelligenza artificiale - in tutte le salse, dal punto di vista tecnico fino al regolatorio - sono parte di tutte le previsioni che all’inizio di quest’anno sono state pubblicate sulle riviste scientifiche, ma ci sono anche i supercomputer, la lotta alle malattie trasmesse dalle zanzare, gli studi sul COVID-19 e le conseguenze a lungo termine, il cambiamento climatico, nuovi esperimenti astronomici e missioni lunari. E la medicina dove andrà? Anche con i problemi finanziari, che da qualche anno hanno colpito il settore farmaceutico, le sperimentazioni cliniche proseguono. Nature Medicine ha chiesto a diversi ricercatori di indicare quali potrebbero essere gli studi che avranno un impatto maggiore nel 2024. Di alcune cose avevamo già parlato in precedenza su Osservatorio Terapie Avanzate – e siamo curiosi di vedere come procederanno nei prossimi mesi - mentre altre sono più lontane dal mondo delle terapie avanzate, ma ve ne diamo comunque un assaggio.
BASE EDITING PER L’IPERCOLESTEROLEMIA
Abbassare i livelli di colesterolo, quando questi raggiungono un livello pericoloso per la salute, sarebbe un grande successo medico e potrebbe riguardare un’ampia fetta di popolazione. Quando questa molecola si deposita nei vasi sanguigni, forma le cosiddette placche aterosclerotiche che possono causare infarti e ictus, oggi principale causa di morte a livello globale.
Da quando CRISPR è stata scoperta e sviluppata, ormai quasi 12 anni fa, gli studi in ambito medico si sono concentrati sulle malattie rare. Il colesterolo è il primo obiettivo che potrebbe riguardare un numero più alto di pazienti, anche se gli studi si sono concentrati sull’ipercolesterolemia familiare, malattia ereditaria rara in cui un’alterazione genetica provoca livelli elevati di colesterolo nel sangue. Lo scopo è quello di trovare una soluzione terapeutica efficace per questa malattia, per poi in futuro ampliare le possibili applicazioni della piattaforma di base editing. Verve Therapeutics ha in piedi due studi clinici: VT-1001, uno studio di Fase Ib che valuterà la sicurezza di VERVE-101 somministrato in dose ascendente a pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFH); e VT-10201, uno studio di Fase Ib che valuterà la sicurezza di VERVE-102 somministrato a pazienti con HeFH eterozigote o malattia coronarica prematura (CAD). VERVE-101 utilizza una tecnologia di base editing in vivo progettata per interrompere l'espressione del gene PCSK9 nel fegato e ridurre il colesterolo “cattivo” circolante nei pazienti con malattia coronarica conclamata dovuta a HeFH. VERVE-102 agisce allo stesso modo di VERVE-101, ma viene somministrato tramite una particolare tecnologia che prevede l’utilizzo di nanoparticelle lipidiche, di proprietà della biotech. Ne avevamo parlato qui.
DIGITAL HEALTH E SCREENING
La maggior parte dei tumori polmonari viene diagnosticata tardivamente, ma una diagnosi precoce potrebbe salvare molte più vite. L’intelligenza artificiale potrebbe essere d’aiuto in questo campo, velocizzando il processo di analisi delle immagini mediche. La radiografia del torace, infatti, è il primo esame che suggerisce la presenza del tumore e una veloce refertazione delle immagini permette di anticipare la diagnosi. Stando ai dati di studi precedenti, la tecnologia applicata alla lettura delle immagini radiografiche potrebbe dimezzare il tempo necessario per la diagnosi: se i risultati dovessero confermare l’ipotesi, la storia clinica di molti pazienti cambierebbe. Lo studio è in corso e si svolge nel Regno Unito. Di intelligenza artificiale e radiografie avevamo già parlato qui, ma diversi sono gli articoli dedicati alle applicazioni mediche dell’AI che sono disponibili nella sezione dedicata.
Sempre restando in tema tumore al polmone, uno studio clinico che rientra nel progetto Horizon 2020 e che si concluderà a fine 2024 riguarda lo screening. L’analisi riguarda l’efficacia dello screening effettuato ogni due anni, invece che annualmente, e vuole dimostrare che questa è una pratica sufficiente a intervenire tempestivamente quando necessario ed è utile per aumentare la diffusione della pratica nella popolazione.
Tornando alla tecnologia, una app per la depressione perinatale potrebbe aiutare a tutelare la salute mentale delle donne in gravidanza nei Paesi a basso reddito, dove i servizi di supporto psicologico sono molto meno diffusi. Pensata per essere usata da altre donne della comunità, la app dovrebbe aiutare a intervenire in caso di necessità. Lo studio clinico verrà condotto in alcune aree del Pakistan.
Un altro trial in ambito tecnologia e salute è quello che vede protagonista un algoritmo per la valutazione del rischio clinico dei pazienti che arrivano al Pronto Soccorso. Di algoritmi con questo scopo se ne era già parlato in passato, ma ben pochi sono stati valutati attraverso uno studio clinico. Più nello specifico, in questo caso si tratta di un algoritmo in grado di prevedere il rischio di mortalità dei pazienti a 31 giorni dalla visita al Pronto Soccorso. Lo studio è stato avviato pochi mesi fa e prevede di arruolare 2070 pazienti adulti valutati e trattati da uno specialista di medicina interna e di cui sono disponibili almeno 4 diversi dati di laboratorio entro le prime due ore dalla visita.
VACCINI DEL FUTURO
La ricerca di un vaccino per l’HIV è da decenni il sogno della ricerca, ma i fallimenti si sono susseguiti uno dopo l’altro. Vir Biotechnology ha uno studio in corso per valutare la sicurezza, la reattogenicità e l'immunogenicità di VIR-1388 in adulti in buona salute. Come descritto su ClinicalTrials.gov, si tratta di uno studio multicentrico di Fase I, controllato con placebo e condotto su adulti di età compresa tra i 18 e i 55 anni in buona salute e senza HIV. I partecipanti saranno arruolati contemporaneamente in uno dei 3 livelli di dose di VIR-1388 o di placebo. È previsto uno studio opzionale di follow-up a lungo termine che prolungherebbe la partecipazione allo studio fino a tre anni dopo la prima dose. A settembre 2023 è stato annunciato la somministrazione del vaccino al primo paziente. VIR-1388 è un vaccino sperimentale a cellule T per la prevenzione del virus dell'immunodeficienza umana (HIV) che si basa su un vettore derivato dal citomegalovirus ed è progettato per stimolare l'organismo a produrre cellule immunitarie note come cellule T che riconoscono diverse proteine dell'HIV in modo diverso dai precedenti vaccini sperimentali contro l'HIV. Di vaccini per l’HIV avevamo parlato qui.
Un altro vaccino che la ricerca rincorre da anni è quello contro la malaria. La difficoltà principale sta nel fatto che, per essere efficace, è necessaria una risposta anticorpale elevata. Degli oltre 40 vaccini sperimentali che sono stati studiati finora, solo due hanno dimostrato la loro efficacia: RTS.S, la cui efficacia scende dal 55,5% al 30% in 4 anni, e R21. Lo studio clinico di Fase III sul vaccino R21 prevede la vaccinazione di 2400 bambini di età compresa tra i 5 e i 36 mesi, con un richiamo dopo 12 mesi, ed è condotto in Burkina Faso, Kenya e Tanzania. Altrettanti partecipanti verranno arruolati per la vaccinazione stagionale in Burkina Faso e Mali.
I vaccini sono uno degli approcci per sconfiggere la malaria, ma non l’unico: avevamo già parlato dell’utilizzo di CRISPR per modificare le zanzare in modo da far nascere solo maschi (che non pungono).
CELLULE STAMINALI E PARKINSON
La ricerca di opzioni terapeutiche per le malattie neurodegenerative è tra quelle che suscitano maggiore interesse: le persone che ne sono affette nel mondo sono molte e trovare una terapia efficace significherebbe migliorare le loro prospettive di salute e la loro qualità di vita (e quella delle loro famiglie e dei caregiver). La sperimentazione clinica che è stata inserita nella selezione di Nature Medicine riguarda l’utilizzo di neuroni dopaminergici ottenuti da cellule staminali embrionali per il trattamento della malattia di Parkinson. Sebbene la maggior parte dei trial clinici riguardi gli stadi avanzati della malattia, in questo caso si vuole agire nelle fasi precedenti, quando la malattia è moderata. Il target sono i pazienti dai 50 ai 75 anni, in cui verrà trapiantata una terapia cellulare chiamata STEM-PD, del cui trial clinico abbiamo parlato qui.
Di terapie a base di cellule staminali e Parkinson avevamo parlato anche qui, ma si tratta di un’altra sperimentazione che prevede un diverso approccio.
FARMACI CONTRO IL CANCRO
L’immunoterapia e le CAR-T si stanno rivelando sempre più efficaci nel trattamento di alcune forme tumorali e, tra queste, c’è anche il melanoma. Lo studio clinico NADINA illustrato nell’articolo riguarda una terapia con inibitori dei checkpoint immunitari: l’obiettivo è quello di comparare l’efficacia del trattamento sperimentale con i farmaci ipilimumab e nivolumab, accompagnato dall’intervento chirurgico, agli standard attuali, cioè intervento e terapia con nivolumab. Immunoterapia e melanoma metastatico sono stati i protagonisti di un articolo pubblicato su Osservatorio Terapie Avanzate a novembre 2022, in cui si parlava di linfociti infiltranti il tumore contro questa malattia.
Le metastasi cerebrali nel caso di tumore al seno avanzato Her2 positivo sono il focus di interesse di uno studio clinico chiamato DESTINY-B12. In questa sperimentazione di Fase III, che prevede di arruolare 506 pazienti, verrà valutata l’efficacia di un coniugato farmaco-anticorpo (un chemoterapico e un anticorpo monoclonale) che ha come target terapeutico proprio Her2.
LA SALUTE MENTALE NEI BAMBINI
Ultimo, ma non meno importante, uno studio clinico inglese che vuole analizzare l’efficacia di un nuovo modello di presa in carico – chiamato New Orleans Intervention Method - per l’assistenza dei minori tra zero e cinque anni, categoria molto fragile per quel che riguarda la salute e la qualità di vita. Il confronto con l’approccio tradizionale permetterà di scoprire, dopo circa due anni e mezzo di studio, se è opportuno modificare la gestione di migliaia di bambini.
La panoramica offerta da Nature Medicine, grazie al contributo di undici esperti che hanno condiviso le informazioni sui trial su cui stanno lavorando, permette di dare una iniziale occhiata alle innovazioni in arrivo. Anche se non tutte le sperimentazioni citate vedranno risultati tali da far proseguire gli studi, è indubbio che in questi ultimi anni tecnologia e biotech stiano dando una bella spinta alla ricerca medica.