Quando si parla di CRISPR, spesso si parla di record. Dalle tempistiche di passaggio dalla ricerca di base all’applicazione clinica, alle tempistiche di assegnazione di un Nobel che vede, tra l’altro, come protagoniste due donne. Ora si parla di record italiano poiché il primo trattamento in Europa con la terapia a base di CRISPR exagamglogene autotemcel (nome commerciale Casgevy), dopo l’autorizzazione della Commissione europea e al di fuori dal contesto di uno studio clinico, sarà effettuato presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia. A ricevere la terapia sarà un ragazzo di 23 anni affetto da anemia falciforme. Casgevy non ha ancora ricevuto l’approvazione alla commercializzazione in Italia e il trattamento è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco con il percorso di accesso precoce. L’annuncio è stato illustrato l’8 ottobre a Roma, presso il Senato della Repubblica.
Dato che tutte le nostre cellule contengono le stesse informazioni sotto forma di DNA, cosa fa sì che solo determinati geni vengano trascritti in mRNA e poi tradotti nelle proteine specifiche del tessuto e al momento giusto? In poche parole, come viene regolata l’attività genica nelle cellule? La risposta a queste domande si trova proprio nella descrizione del 114esimo Premio Nobel per la Fisiologia o Medicina annunciato ieri, lunedì 7 ottobre. Victor Ambros, Silverman Professor di Scienze Naturali alla University of Massachusetts Medical School, e Gary Ruvkun, professore di Genetica presso la Harvard Medical School, sono stati premiati con il Nobel per la scoperta di piccole molecole che hanno permesso di scrivere un nuovo interessante capitolo sulla regolazione genica: i microRNA.
Lo scoop è ancora una volta merito di Antonio Regalado, che qualche anno fa è diventato famoso per aver rivelato al mondo gli esperimenti cinesi che hanno portato la nascita delle prime bambine con il DNA geneticamente modificato. Questa volta il giornalista della MIT Technology Review ha messo le mani sugli incartamenti che stanno decidendo l’esito della disputa europea sullo sfruttamento commerciale della tecnologia più usata per l’editing genomico. Parliamo del modello standard di CRISPR che impiega l’enzima Cas9 per recidere la doppia elica del DNA nel punto prescelto dai ricercatori, lo stesso che nel 2020 ha portato Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la chimica.
L’emofilia A e B sono difetti della coagulazione, che provocano sanguinamenti spontanei in diverse sedi del corpo, la cui causa risiede in una mutazione che si trasmette da una generazione all’altra e provoca la riduzione o l’assenza di un fattore di coagulazione. A seconda del tipo di errore sul DNA, gli effetti sull’organismo possono essere più o meno gravi e richiedere uno specifico approccio terapeutico. Pur essendoci stati dei progressi a livello farmacologico, nei casi più seri il rischio emorragico resta e il trattamento continuativo è necessario, specialmente nel caso di sanguinamenti acuti o interventi chirurgici. La terapia genica rappresenta quindi una possibile soluzione a lungo termine, essendo in grado di indurre la produzione del fattore mancante anche per anni dopo la somministrazione. Ma quante e quali sono le terapie geniche per l’emofilia autorizzate o in fase avanzata di sperimentazione?
a cura di Anna Meldolesi
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