Uno studio clinco di Fase I-II valuta la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di un nuovo farmaco che punta su une metodica precedente a CRISPR ma non per questo meno funzionale
Agli albori dell’editing genomico non c’è, come molti pensano, CRISPR ma c’è un metodo basato sulla combinazione di nucleasi e di proteine che riconoscono in maniera specifica e si legano in determinate zone della doppia elica di DNA. Si tratta delle ZFN o “nucleasi a dita di zinco”.
Dai risultati sempre più importanti nell’ambito delle sperimentazioni cliniche, all’approvazione in Europa di due diverse terapie CAR-T, passando per il Nobel per la Medicina assegnato a James Allison e a Tasuku Honjo
Sebbene il campo dell’immunoterapia non rientri tra le migliori scoperte del 2018 (“breaktrough of the year”) elencate, come da tradizione, da Science e Nature a fine anno, non ci si può esimere dall’affermare che il 2018 sia stato un anno memorabile per l’immunoterapia, ormai riconosciuta come l’ultima frontiera della lotta ai tumori.
Le distrofie muscolari sono un campo di ricerca molto prolifico nel quale hanno profuso sforzi enormi i ricercatori di tanti Paesi, dagli Stati Uniti alla Francia fino all’Italia. Di questo gruppo di malattie, a catalizzare l’interesse e le energie di tanti scienziati nel mondo è soprattutto la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), una patologia degenerativa progressiva causata da mutazioni nel gene della distrofina.
Un gruppo di ricercatori del Children’s Hospital of Philadelphia (CHOP) e della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania guidato dal dott. Avery C. Rossidis e dal dott. William H. Peranteau del CHOP ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Nature Medicine nel quale viene descritta nei dettagli la procedura di correzione del DNA di alcuni feti di topo usando uno specifico correttore (BE3, Base Editor 3) per trattare una rara e letale affezione genetica, la tirosinemia ereditaria di tipo 1 (HT1).
La maggior parte dei non addetti ai lavori ha nella testa solo concetti vaghi, il più delle volte approssimativi quando non completamente distorti, che altro non sono se non un frullato di scienza, religione, politica e fantascienza, spesso anche dosate in maniera sbagliata. Perciò non stupisce che non siano comprese chiaramente certe notizie nelle quali si fa cenno a protocolli di editing genomico: il caso del dott. Hu, lo scienziato cinese che ha affermato di aver fatto nascere due gemelline dal patrimonio genetico modificato in laboratorio è un esempio e un ottimo punto di partenza per affermare l’importanza di opere divulgative su temi scientifici di attualità quale è "E l’uomo creò l’uomo"(Bollati Boringhieri), della biologa e giornalista scientifica Anna Meldolesi.
Website by Digitest.net